Gli attentati dell’ISIS in Iraq e Yemen
Più di 200 persone sono state uccise in quattro attacchi compiuti negli ultimi cinque giorni in Iraq e Yemen
Negli ultimi giorni i miliziani dello Stato Islamico hanno ucciso più di 200 persone in una serie di attacchi terroristici in Iraq e in Yemen. Secondo gli esperti questi attacchi sono un segnale che l’organizzazione è ancora pericolosa e in grado di compiere attacchi elaborati, nonostante le numerose sconfitte e perdite, anche economiche, avvenute nel corso del 2015 e dei primi mesi del 2016.
Il primo attacco è avvenuto mercoledì 11 maggio a Baghdad, la capitale dell’Iraq, quando un’autobomba è esplosa in un mercato uccidendo 93 persone. Si è trattato dell’attentato più grave avvenuto nella capitale irachena dall’inizio dell’anno. Sabato 14 maggio invece i miliziani dell’ISIS hanno compiuto un altro attacco ad Ameriyat Fallujah, una città poco fuori Fallujah. Il commando che ha compiuto l’attacco era composto da nove miliziani, tra cui diversi attentatori suicidi. Il gruppo è riuscito a infiltrarsi in un edificio e ad attaccare a sorpresa alcuni militari. Settanta soldati e poliziotti sono stati uccisi prima che il gruppo venisse neutralizzato. Secondo gli esperti, l’attacco era un tentativo di distrarre le truppe irachene che ormai da sei mesi assediano Fallujah, l’ultima città controllata dall’ISIS nella parte centrale del paese.
Domenica 15 maggio un altro commando dell’ISIS ha attaccato la raffineria di Taji, poco a nord di Baghdad. Gli attentatori hanno attaccato le autocisterne in coda davanti ai cancelli dell’impianto e sono riusciti a farne esplodere alcune che avevano già completato il carico di gas. Quattordici persone sono morte e altre venti sono rimaste ferite. Poche ore dopo una serie di autobombe sono esplose a Baghdad o nelle sue vicinanze, causando almeno altri 15 morti.
L’ultimo attacco è avvenuto in Yemen, dove è in corso un complesso conflitto tra il governo locale appoggiato da una coalizione guidata dall’Arabi Saudita, un gruppo di ribelli sciiti filo-iraniani – i cosiddetti Houthi, che al momento occupano la capitale – e una serie di gruppi e milizie islamisti, tra cui alcuni affiliati ad al Qaida e altri affiliati allo Stato Islamico. Domenica 15 maggio un attentatore suicida dello Stato Islamico si è fatto esplodere in una caserma della polizia, nella città meridionale di Mukalla. Venticinque poliziotti sono morti nell’esplosione. Mukalla era una delle roccaforti di al Qaida in Yemen prima che l’esercito governativo la riconquistasse lo scorso mese.