Pfizer e le iniezioni letali negli Stati Uniti
La grande casa farmaceutica aumenterà i controlli per evitare che i suoi prodotti siano usati nelle condanne a morte, come già fanno tutte le altre
Pfizer, una delle più grandi società farmaceutiche del mondo, ha annunciato venerdì 13 maggio che rafforzerà ulteriormente i controlli per accertarsi che nessuna delle sostanze che produce venga utilizzata per somministrare iniezioni letali nelle condanne a morte eseguite negli Stati Uniti. Pfizer aveva già deciso di non vendere più sostanze a questo scopo, ma per i singoli stati era ancora possibile recuperare i farmaci necessari per via indiretta. La decisione di venerdì è considerata importante dal punto di vista simbolico, visto che Pfizer è una delle società farmaceutiche più influenti del mondo. Ma ha anche delle conseguenze pratiche: con la decisione di Pfizer, tutte e 20 le società che avevano ottenuto l’autorizzazione del governo federale americano a vendere sostanze impiegate nelle iniezioni letali hanno sospeso la vendita di questi prodotti.
L’opposizione alle iniezioni letali da parte delle case farmaceutiche è cresciuta nel corso degli ultimi cinque anni, ha scritto il New York Times. La ragione principale è il danno di immagine che una società farmaceutica subisce nel venire associata alla pena di morte. Anche l’Unione Europea ha contribuito a sollevare il problema nel dibattito pubblico, proibendo l’esportazione negli Stati Uniti di sostanze che possono essere usate nelle iniezioni letali.
La prima azienda farmaceutica a proibire la vendita delle sostanze per l’impiego nell’esecuzione di condanne a morte era stata Lundbeck, una società danese che produceva il pentobarbital, una sostanza ritenuta molto efficace e, fino al 2010, molto utilizzata. Dopo Lundbeck, quasi tutte le maggiori aziende farmaceutiche hanno introdotto simili divieti, rendendo sempre più difficile per gli stati americani procurarsi le sostanze con cui eseguire le condanne a morte. Uno dei metodi usati per aggirare le decisioni delle società farmaceutiche era quello di comprare le sostanze da terze parti. Ma decisioni come quella presa da Pfizer venerdì, che ha stabilito che venderà le sostanze soltanto ai clienti che si impegneranno a non rivenderle agli stati dove si pratica la pena di morte, hanno reso anche questa strada molto complicata da seguire.
Un’altra possibilità è quella di rivolgersi alle “compounding pharmacies“, piccole società farmaceutiche che di solito si occupano di creare farmaci personalizzati oppure copie “da banco” di farmaci prodotti dalle grandi aziende farmaceutiche. Spesso però, i prodotti trovati in questi modi alternativi si sono rivelati imprevedibili e poco efficaci. Nell’aprile del 2014, ad esempio, Clayton Locket, condannato a morte in Oklahoma per stupro e omicidio, morì dopo 45 minuti di agonia. La causa dell’incidente, secondo alcuni, era stato il miscuglio di sostanze usato nell’iniezione, che non sarebbe stato sufficientemente efficace. Pochi mesi prima, nel gennaio 2014, Dennis McGuire, condannato a morte in Ohio, impiegò 25 minuti a morire, rantolando per tutto il tempo, hanno raccontato i testimoni. Un’altra esecuzione in Arizona è durata quasi due ore.
Questi episodi hanno causato polemiche e critiche molto dure da parte dell’opinione pubblica. Il governo dell’Ohio ha deciso di rimandare tutte le condanne a morte previste per il 2015, e sospensioni simili sono state decise anche in Arizona e Oklahoma. Altri stati hanno deciso di cambiare metodo di esecuzione, passando all’utilizzo della sedia elettrica, la camera a gas o addirittura il plotone di esecuzione.
Altri stati, come l’Arkansas, hanno accumulato riserve di queste sostanze, mentre altri ancora, come il Missouri, continuano a eseguire iniezioni letali, mantenendo la massima segretezza sulle sostanze impiegate e sulle società che le producono. Sono in corso diverse cause contro gli stati che hanno deciso di adottare questa politica. Mantenere il segreto, sostengono diversi avvocati per i diritti civili, non permette all’opinione pubblica di accertarsi che le sostanze utilizzate non comportino sofferenze inutili per i condannati.
Tutti e 32 gli stati che prevedono la pena di morte hanno l’iniezione letale tra i metodi consentiti per eseguire le condanne e la maggior parte di loro ha deciso di mantenere segreti i fornitori delle sostanze o dei cocktail di sostanze che utilizzano. Una delle ragioni con cui è stata motivata questa scelta è che rivelare il nome del fornitore significa metterlo a rischio di violenza anche fisica. Ma secondo numerose associazioni contrarie alle pena di morte, la vera ragione è nascondere alle stesse case farmaceutiche che le loro sostanze vengono impiegate per scopi non consentiti.