Che aria tira in Austria
Tra una settimana ci sarà il ballottaggio delle elezioni presidenziali tra il candidato dei Verdi e quello di estrema destra, in vantaggio nei sondaggi
Il 22 maggio in Austria si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali: il primo turno di domenica 24 aprile è stato vinto dal partito di estrema destra FPÖ (Partito per le Libertà dell’Austria) e dal suo candidato Norbert Hofer. Hofer ha ottenuto il 36,4 per cento dei voti (il miglior risultato per il suo partito dalla Seconda guerra mondiale in un’elezione nazionale) e affronterà al ballottaggio il candidato arrivato secondo, Alexander Van der Bellen dei Verdi, che ha ottenuto il 20,4 per cento: per la prima volta i Verdi sono passati al secondo turno.
Le puntate precedenti
Dal 2008 al governo dell’Austria c’è una grande coalizione formata dai socialdemocratici della SPÖ e dai popolari democristiani dell’ÖVP. Questi due grandi partiti austriaci riuscivano dal 1957 a eleggere un loro candidato alla presidenza, che ha poteri perlopiù simbolici e cerimoniali, ma al primo turno dello scorso aprile il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer (SPÖ) e il conservatore Andreas Khol (ÖVP) si sono fermati entrambi all’11,2 per cento dei voti. Il risultato ha avuto come prima conseguenza le dimissioni del cancelliere Werner Faymann (a capo del governo dal 2008) anche da leader del Partito Socialdemocratico. Per il momento le funzioni di Faymann sono state assunte dal vice-cancelliere Reinhold Mitterlehner, conservatore, mentre il capo del partito è per ora il sindaco di Vienna Michael Häupl, che rimarrà in carica fino alla prossima settimana, quando si insedierà il nuovo segretario eletto venerdì, l’attuale capo delle ferrovie austriache Christian Kern. Entro la settimana prossima, Kern dovrebbe anche diventare nuovo cancelliere, visto che la SPÖ ha il maggior numero di seggi in parlamento e i conservatori sono favorevoli a portare avanti il governo di coalizione.
Alexander Van der Bellen – Verdi
Alexander Van der Bellen è un ex professore universitario ed ex preside della facoltà di Scienze economiche di Vienna: si è candidato come indipendente, ma è stato sostenuto, anche finanziariamente, dal partito di cui è stato presidente alla fine degli anni Novanta, i Verdi. Molto probabilmente gli elettori dei socialdemocratici voteranno per lui, al secondo turno, per evitare che vinca un candidato di estrema destra. E molto probabilmente anche la maggioranza degli elettori della candidata indipendente Irmgard Griss voteranno per Alexander Van der Bellen. I sondaggi confermano questa tendenza: il candidato dei Verdi potrebbe contare sui voti del 77 per cento degli elettori socialdemocratici e sul 62 per cento di quelli dei popolari.
I dati dell’istituto Gallup dicono però che Norbert Hofer è in vantaggio: otterrebbe in media il 53 per cento dei voti, mentre Alexander Van der Bellen il 47. Tra gli elettori di Hofer però è alta la percentuale degli indecisi al secondo turno: hanno votato Hofer al primo turno soprattutto per protesta, non hanno ancora deciso se andranno a votare il 22 maggio e chi votare. Secondo i sondaggi l’affluenza sarà del 68 per cento e, scrivono alcuni osservatori, potrebbe essere una brutta notizia per Hofer. Più bassa sarà la partecipazione, maggiori saranno le possibilità di vincere per Van der Bellen.
Norbert Hofer – Partito per la Libertà dell’Austria
Hofer ha 45 anni, è ingegnere e da ottobre 2013 è il terzo presidente del Parlamento. Ha cominciato a fare politica con il Partito per le Libertà dell’Austria nel 1994, ricoprendo vari incarichi nel Burgenland, il land austriaco più orientale che confina a est con l’Ungheria. Hofer è spesso contrapposto al leader del suo partito, Heinz-Christian Strache, considerato molto più aggressivo. Hofer è definito l’erede politico di Joerg Haider, storico leader del partito; è disabile (dal 2003, dopo un incidente con il parapendio, ha subito delle lesioni spinali che l’hanno costretto da allora a camminare con un bastone), propone una riforma sanitaria che includa per i disabili l’assistenza a lungo termine, è contrario al matrimonio omosessuale e all’adozione per le coppie omosessuali ed è a favore dell’uso e del possesso di armi – ha condotto la campagna elettorale portando con sé una pistola. Hofer ha definito «fatale» l’accordo sui migranti concluso tra Unione Europea e Turchia, ha detto di volere impedire che l’Austria diventi una «terra di immigrazione» e vuole vietare alle donne di portare il velo: «Il burka è un simbolo dell’oppressione delle donne».
La campagna elettorale finora
Al centro della campagna elettorale presidenziale c’è stata soprattutto la questione dell’immigrazione e dei rifugiati politici. Entrambi i candidati che hanno superato il primo turno avevano criticato il governo per la sua gestione della cosiddetta “crisi dei migranti”: Van der Bellen aveva detto che il governo aveva preso posizioni troppo dure, Hofer al contrario che servivano maggiori controlli e restrizioni. L’Austria ha registrato circa 90 mila richieste di asilo nel 2015. In rapporto alla popolazione (8,58 milioni di persone), si tratta di una cifra che la colloca ai primi posti per l’accoglienza dei migranti in Europa.
Domenica 8 maggio i due candidati hanno partecipato a un dibattito in televisione. Hofer ha cercato di confermare la propria immagine di politico prudente e ha attaccato Van der Bellen soprattutto sull’età (ha 72 anni). Ha anche detto di voler fare appello alle persone, che la partecipazione di tutti i cittadini su certe decisioni (aborto, costruzione di nuove moschee) dovrebbe essere maggiore e che Van der Bellen è il candidato di un’élite politica. L’ex professore – che ha ricevuto sostegno e appoggio da diversi politici in Europa e da alcuni importanti imprenditori – ha risposto che una maggiore partecipazione delle persone è auspicabile ma che non dovrebbe sottrarre i politici alle loro responsabilità. Ha poi insistito sulle posizioni estremiste di Hofer e del suo partito su molti temi.