Gomorra 2: come è iniziata
I primi due episodi della seconda stagione sono stati piuttosto intimisti e bergmaniani, con la necessaria dose di sangue e fiamme (SPOILERONI)
La seconda stagione di Gomorra, la serie tv ispirata all’omonimo libro di Roberto Saviano, è inziata su Sky Atlantic. Sky ha trasmesso le prime due puntate, e se le dovete ancora vedere fermatevi qui, che ci sono diversi SPOILER: se invece volete essere sicuri di non aver perso nulla (o cominciare senza sforzi dalla settimana prossima), questo è quello che è successo finora. Il terzo e il quarto episodio saranno trasmessi sempre da Sky il prossimo 17 maggio.
Dove eravamo rimasti?
La prima stagione era finita con diversi colpi di scena. Ciro, nelle ultime puntate, aveva deciso di tradire la famiglia Savastano di cui era stato l’uomo più “in carriera” per allearsi con il boss Salvatore Conte: aveva ucciso Imma Savastano e aveva cercato di uccidere suo figlio Gennaro. Le ultime scene dell’ultima puntata, però, avevano mostrato che Gennaro, detto Genny, era ancora vivo e che suo padre, il boss Don Pietro Savastano, era riuscito a evadere di prigione. Eravamo rimasti così, quindi: con Ciro che aveva iniziato una battaglia contro la più potente famiglia camorristica di Scampia pensando di poterla vincere alla svelta per prendere il suo posto. Qui trovate un riassunto più dettagliato della situazione dei vari personaggi alla fine della prima stagione.
Genny dopo l’attacco da parte di Ciro/Screenshot Sky Atlantic
La prima puntata
La prima puntata della nuova stagione è tutta su Ciro e inizia subito dopo il tentato omicidio di Genny Savastano, mostrando i soccorsi che quest’ultimo riceve e facendo capire che si trova comunque in pericolo di vita. Ciro sa già di non essere riuscito a uccidere Genny, ma sembra convinto di averlo tolto di mezzo e pensa che l’evasione dal carcere di Don Pietro, di cui viene informato, non possa davvero portare a molto, perché la famiglia Savastano è diventata ormai troppo debole. Come prima cosa dopo l’attacco a Genny, Ciro convince il boss Salvatore Conte, che per molto tempo aveva vissuto in esilio a Barcellona, a formare un’alleanza per prendere il posto della famiglia Savastano nel traffico di cocaina. L’idea di Ciro è che Conte si occupi dell’importazione della cocaina e che lasci lo spaccio alle diverse famiglie di Napoli che erano state fino a quel punto sottomesse ai Savastano. In cambio, Conte, avrebbe potuto finalmente tornare a Napoli da “padrone”. Conte si convince a convocare una riunione dei capi famiglia i quali, seguendo l’esempio di Ciro, decidono di sostenere l’alleanza – c’è una scena di borse coi soldi messe sul tavolo come se nascesse una startup – e di cominciare a comprare da Conte la cocaina che prima compravano dai Savastano.
Ciro uccide due guardie giurate dopo la rapina al portavalori/Screenshot Sky Atlantic
Ciro è molto determinato nelle sue ambizioni e sembra essere diventato ancora più disumano e spietato rispetto a come ce lo ricordavamo nella prima stagione. Per trovare i soldi da dare a Conte come primo anticipo per la cocaina organizza una rapina a un portavalori, al termine della quale uccide per soprammercato tre guardie giurate, due ormai disarmate e inoffensive. Anche la relazione con sua moglie Debora, fino a prima sembrata piuttosto solida, mostra il cambiamento di Ciro. Lei è spaventata e molto nervosa per la vita sua e di loro figlia dopo l’inizio della guerra coi Savastano e vuole convincere Ciro a mollare tutto e scappare da Napoli per vivere al sicuro. La situazione si esaspera e Ciro diventa più di una volta minaccioso e violento nei suoi confronti: un paio di scene ci suggeriscono che il timore del tradimento gli faccia perdere controllo e lucidità. Debora, spaventata, decide di scappare e riesce con uno stratagemma a sfuggire alla sorveglianza degli uomini di suo marito per denunciarlo alla polizia e, si intuisce, salvare lei e sua figlia. All’ultimo momento cambia idea, ma è già stata vista da uno degli uomini di Ciro davanti al commissariato. Ciro la aspetta a casa, fa finta di niente e la invita a cena in un ristorante sul mare. Lei non si rilassa e mentre litigano per l’ennesima volta su quello che dovrebbero fare, passeggiando di sera su una spiaggia, Ciro perde ogni calma e la strangola, uccidendola. Fine di Debora, tra le fiamme di un’auto incendiata alla bisogna.
Ciro guarda bruciare l’auto dove ha messo il corpo di Debora/Screenshot Sky Atlantic
Intanto, la prima puntata mostra anche i tentativi di Don Pietro Savastano di riorganizzarsi dopo l’evasione e dopo aver scoperto che sua moglie è stata uccisa e che suo figlio è in ospedale in gravissime condizioni. Finisce mostrandoci che le condizioni di Genny sembrano migliorare.
Seconda puntata
La seconda puntata è tutta su Don Pietro Savastano e suo figlio Genny. Inizia facendo un salto in avanti di un anno rispetto alla prima puntata, e in mezzo a una giungla centramericana. Genny sta bene ed è in Honduras dove da tempo la famiglia Savastano ha degli accordi per la produzione di cocaina. Genny in Honduras ci era già stato nella prima stagione, inviato da sua madre Imma dopo l’arresto del padre: quel viaggio, durante il quale era stato costretto da un boss locale a uccidere con il machete il suo compagno di viaggio, era stato il momento che lo aveva cambiato trasformandolo da ragazzino ingenuo e viziato in spietato capo mafioso. Genny sembra essere tornato in Honduras per rinsaldare i rapporti con i produttori di cocaina e questo lascia intendere che la famiglia Savastano sia ancora in affari. Una scena, che vuol dirci come il ragazzo ormai conosca i fondamentali e si sia fatto un ometto, mostra Genny costringere un soldato dell’esercito dell’Honduras catturato dai narcotrafficanti locali a uccidere il suo compagno con un machete, in una ripetizione di quello che era stato fatto fare a lui tempo prima. Molto sangue e agonia.
Il litigio tra Don Pietro e Genny/Screenshot da Sky Atlantic
Tornato in Europa, Genny si fa ospitare a Roma da un alleato della sua famiglia e recupera dei diamanti seppelliti a suo tempo sotto un cavalcavia: c’è una apparentemente inutile scena di accenno di sesso – sfumata – con una conosciuta da bambini, che gli dice “ti devo rinfrescare la memoria”. Poi Genny parte per Colonia, in Germania, dove finalmente si incontra con suo padre dopo mille precauzioni e tra atmosfere notturne e un po’ bergmaniane: sguardi, movimenti lenti, attese. Con lui porta i diamanti da un ricettatore e boss italiano della mafia locale, a cui offrono di scambiarli con armi e munizioni. Mentre sono a Colonia Genny e Don Pietro litigano sul ruolo di Genny, che dice a suo padre di avere informazioni per diffidare del ricettatore e temere rischi: ma suo padre gli chiede ubbidienza e lo ridimensiona sprezzantemente, rinfacciandogli la disastrosa situazione a cui sono arrivati gli affari di famiglia che gli aveva affidato mentre era in carcere. Genny e Don Pietro si incontrano nuovamente con il boss locale nel suo ristorante a Colonia, il San Remo, ma mentre sono a tavola Genny riceve una chiamata da alcuni suoi amici e alleati calabresi, che lo avvisano di un agguato al ristorante: Genny riesce a scappare in tempo con suo padre, mettendo in moto un’auto rubata senza chiavi quasi solo con lo sguardo, mentre gli altri vengono uccisi dai calabresi; e poi riesce a scappare anche dalla polizia tedesca.
Il saluto finale, dopo la fuga/Screenshot da Sky Atlantic
Durante la fuga Don Pietro quasi ci resta – avevamo visto la quantità di pillole quotidiane che deve prendere – e Genny se lo carica in spalla tipo Enea e Anchise, per andare a nascondersi in un capannone dove i due crollano sfiniti. Il mattino dopo Don Pietro si sveglia in forma e si fa venire a prendere senza avvisare Genny, che lo raggiunge all’ultimo momento per sentirsi dire che è meglio se si fa da parte e se lascia fare a suo padre, e che verrà più avanti il suo momento. La puntata finisce con Genny che si arrabbia e quindi picchia molto su un clacson, uno dei rari momenti vivaci di una puntata altrimenti piuttosto intimista e lenta.