Chiedi chi era Donovan
Dieci canzoni, che oggi compie 70 anni: la sua fama non si è molto rinnovata ultimamente, ma fu celeberrimo in tempi di fiori, amori, e cose molto stupefacenti
Donovan è il nome con cui è famoso il cantautore scozzese Donovan Philips Leitch, molto popolare soprattutto negli anni Sessanta e Settanta: famoso fino a un certo punto, che la sua notorietà si è molto poco rinnovata negli ultimi decenni. Oggi compie 70 anni e queste sono le dieci canzoni che Luca Sofri, peraltro direttore del Post, aveva scelto per il suo libro Playlist.
Donovan (1946, Glasgow, Scozia)
Donovan fu l’icona dell’Estate dell’amore hippy, anche se era scozzese. Sposò la fidanzata di Brian Jones degli Stones, con cui vive da quarant’anni, e suonò con tutti: da Dylan ai Beatles. Viene sempre da pensare a lui (o a James Taylor) quando al toga party di Animal House John Belushi fracassa la chitarra del melenso troubadour seduto sulle scale con le ragazze attorno. È ancora in circolazione, tra tentativi di modernizzazione e revival Mellow yellow.
Catch the wind
(Catch the wind, 1965 )
Comincia che è uguale a “Blowin’ in the wind”, dalla chitarra alla voce alla strofa. Metteteci il richiamo al vento (anche se qui è convenzionalmente una roba di cuore) e l’intenzione di infilarsi in quel solco appare piuttosto deliberata.
Colours
(Fairytale, 1965)
Con rispetto parlando, il coretto suona del tutto incongruo rispetto alla leggerezza della canzone: sembrano le sorelle Bandiera. Nick Drake lo avrebbe capito esercitandosi tutta la vita sugli stessi suoni, ma senza coretto.
Sunshine superman
(Sunshine superman, 1966)
Qui dalle canne eravamo passati a cose più acide e psichedeliche. E dalla ballata dylaniana con chitarra e poco più, eravamo passati a cose più acide e psichedeliche. Questa chitarra è Jimmy Page.
Season of the witch
(Sunshine superman, 1966)
Canzone un po’ Doors, sinistra nell’andamento e grande nell’escalation verso il refrain. Faceva la sua notevole figura in Da morire, con la giovane Nicole Kidman.
Mellow yellow
(Mellow yellow, 1967)
Roba di ragazze, anche giovani, con una annosa questione filologica sulla attribuzione all’ambito sessuale o a quello stupefacente dell’espressione “electrical banana”. Comunque, è la canzone-bollino di Donovan, sempre parlando di banane. Si racconta che nel coretto, in un angoletto, ci fosse pure Paul McCartney: ma la tesi è controversa. Di giallo in giallo, Donovan mise le mani nella composizione di “Yellow submarine”. Adesso “Mellow yellow” è usata come sigla da Linus e Nicola su Radio DeeJay.
Hurdy gurdy man
(The hurdy gurdy man, 1968)
Inutile dirlo, Donovan si faceva parecchie canne, e fu anche uno dei primi a mettersi nei guai con la legge per questo motivo: quando toccò a lui dovevano ancora arrestare Mick Jagger, e poi via via tutti quanti. Questa canzone la scrisse per Jimi Hendrix, poi il suo produttore lo convinse a tenersela. Per dire l’aria che tirava, i Led Zeppelin raccontano di aver cominciato a pensare di diventare i Led Zeppelin girando attorno alla registrazione di questa canzone, per cui aveva scritto un verso (poi scartato) anche George Harrison.
Jennifer Juniper
(The hurdy gurdy man, 1968)
Jennifer era la sorella di Patti Boyd, la moglie di George Harrison che poi avrebbe ispirato “Layla” e sposato Eric Clapton (e poi, una storia con Ron Wood) . Jennifer invece sposò Mick Fleetwood dei Fleetwood Mac. Era tutto un magna magna.
Atlantis
(Barabajagal, 1969)
Nacque come lato B, ma affascinò i deejay delle radio americane e australiane che girarono il disco da questa parte e ne fecero un successone. La canzone da mettere in spiaggia al tramonto dopo aver sentito i Beach Boys tutto il giorno, prima di caricare le tavole sul pulmino.
Epistle to Dippy
(Donovan’s Greatest Hits, 1969)
Lettera a un amico in Malesia con l’esercito britannico, roba molto pacifista. Anche qui, Jimmy Page.
There is a mountain
(Donovan’s Greatest Hits, 1969)
Da chi avrà preso Jack Johnson?