Serie A, quattro cose di cui parlare
Restano da decidere solo tre cose: chi fra Carpi e Palermo rimane in Serie A, chi va ai preliminari di Europa League e chi direttamente alla Champions
Domenica sera si è conclusa la penultima giornata di Serie A, con due partite, in cui l’Hellas Verona ha battuto la Juventus e il Napoli ha sconfitto in trasferta il Torino. Nell’anticipo delle 12.30 di domenica la Roma ha battuto 3 a 0 il Chievo mentre il resto delle partite si sono giocate alle 15 e alle 20.45 e il giorno prima, sabato. Domenica pomeriggio il Genoa ha vinto con un netto 3 a 0 il derby di Genova battendo la Sampdoria, 15esima in classifica. A causa della sconfitta contro il Sassuolo, il Frosinone è la seconda squadra retrocessa matematicamente in Serie B. L’Udinese è invece matematicamente salva grazie al pareggio contro l’Atalanta.
Dopo la matematica vittoria del campionato da parte della Juventus, restano sostanzialmente in ballo solo tre cose: il secondo posto, che dà accesso diretto alla Champions League, il sesto posto – che in caso di vittoria della Coppa Italia della Juventus dà accesso all’Europa League – e il quartultimo, l’ultimo che permette di rimanere in Serie A. Il secondo posto se lo giocheranno Napoli e Roma all’ultima giornata, mentre il sesto posto se lo giocheranno Sassuolo e Milan.
Il secondo posto
La situazione tra Napoli e Roma rimane invariata, dopo che entrambe le squadre hanno ottenuto 3 punti nell’ultima giornata. Tutto si deciderà all’ultima di campionato, dove però il Napoli sembra abbia più possibilità di conservare la propria posizione: gioca in casa contro il Frosinone, già retrocesso, mentre la Roma gioca a Milano contro il Milan, che pur fra mille difficoltà è settimo in campionato e può ancora sperare di raggiungere il sesto posto, utile per ottenere la qualificazione all’Europa League in caso non dovesse vincere la Coppa Italia.
Molti tifosi romanisti hanno criticato l’allenatore del Torino, Giampiero Ventura, per non aver schierato la formazione più forte e aver lasciato in panchina Baselli, Immobile, Maxi Lopez, Glik, Moretti e Maksimovic, cioè alcuni dei giocatori più forti della rosa. Il Napoli ha vinto senza troppe difficoltà per 2 a 1 ed è vicina alla qualificazione diretta alla fase a gironi della Champions League.
Le milanesi
Fino a pochi anni fa le due squadre milanesi erano fra le protagoniste del calcio italiano ed europeo. Da cinque anni però la loro importanza è notevolmente diminuita, cosa che potrebbe essere considerata normale dopo il lungo periodo di risultati notevoli, ma non lo è per il modo in cui è avvenuto. Il declino dell’Inter è iniziato la stagione successiva alla vittoria del “triplete” (Champions League, Serie A, Coppa Italia) quando la società, allora ancora di proprietà di Massimo Moratti, non riuscì a sfruttare la scia delle vittorie per rimanere fra le prime squadre d’Europa. Nel frattempo l’Inter ha cambiato proprietà ma manca dalla Champions League dal 2012 e quest’anno, con il quarto posto, ha raggiunto la posizione in classifica più alta delle ultime cinque stagioni. La squadra attuale, allenata da Roberto Mancini, ha concluso il campionato nella posizione in cui meritava di stare ma con molta fatica: anche nell’ultima partita contro l’Empoli, nonostante la vittoria, l’Inter non ha giocato affatto bene e ha rischiato più volte di subire il gol del pareggio nei minuti finali.
Il Milan invece ha vinto il suo ultimo trofeo nel 2011 e da lì in poi ha cambiato cinque allenatori, si è qualificato solamente due volte per la Champions League (l’ultima nel 2013) e ha impoverito notevolmente la sua rosa. In mezzo è successo un po’ di tutto: Berlusconi ha imposto sua figlia Barbara come nuovo amministratore delegato con delega alle questioni extra-sportive, creando una notevole confusione di ruolo e gerarchie con lo storico amministratore delegato Adriano Galliani. Il tentativo di costruire un nuovo stadio è fallito nel giro di qualche mese. Le precedenti trattative per la cessione del club sono state annullate e la situazione di quelle in corso non è affatto chiara. Inoltre, gli investimenti nella squadra sono stati saltuari e poco studiati: ora il Milan, sette volte campione d’Europa, rischia di restare fuori dalle coppe europee per il terzo anno consecutivo.
Luca Toni e Gianpaolo Bellini
Quest’anno il campionato italiano perde due storici calciatori, che hanno deciso di ritirarsi dopo circa vent’anni di carriera. Luca Toni e Gianpaolo Bellini sono due giocatori con carriere e caratteristiche molto diverse tra loro ma che per vari motivi eravamo abituati a sentire nominare con una certa regolarità. Bellini, di ruolo terzino, ha passato tutta la carriera con il club della propria città, l’Atalanta, con cui iniziò a giocare dalla categoria dei “pulcini”. Fra Serie A e Serie B ha disputato a Bergamo 18 stagioni, la maggior parte delle quali da titolare. Domenica, nella sua ultima partita allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, Bellini ha segnato il calcio di rigore che ha permesso all’Atalanta di pareggiare 1 a 1 contro l’Udinese.
Luca Toni è stato uno degli attaccanti italiani più forti della sua generazione e fra squadre di club e nazionale ha segnato 324 gol: ha vinto i Mondiali nel 2006 con la nazionale italiana e ha giocato per 15 club, tra cui Palermo, Fiorentina, Bayern Monaco, Genoa, Roma e Juventus. Nella sua ultima partita, disputata domenica sera contro la Juventus e ininfluente per entrambe le squadre (Hellas già retrocesso, Juventus già campione d’Italia), Toni ha segnato il gol del vantaggio con un cucchiaio su calcio di rigore poco prima della fine del primo tempo.
Retrocessione
Il Frosinone è stato matematicamente retrocesso dopo la sconfitta in casa contro il Sassuolo e quindi all’ultima giornata di campionato rimangono solo due squadre ancora incerte della propria permanenza in Serie A, il Carpi e il Palermo, separate da un punto. Entrambe giocheranno l’ultima partita di campionato contro squadre che non hanno più niente da ottenere: il Carpi in trasferta contro l’Udinese, che ha raggiunto la salvezza dopo il pareggio contro l’Atalanta; il Palermo in casa contro l’Hellas Verona già retrocesso.