Tre ragioni per non esagerare col Leicester
L'Economist spiega perché la celebrazione degli outsider ha delle controindicazioni
Nel suo ultimo numero, il settimanale britannico Economist ha espresso un’opinione originale e controcorrente sulla storica vittoria della Premier League da parte del Leicester City. A inizio stagione il Leicester – squadra di una città nel centro dell’Inghilterra, allenata dall’italiano Claudio Ranieri – era considerata fra le squadre che avrebbero cercato di non retrocedere: invece è rimasta in testa praticamente dall’inizio del campionato, attirandosi attenzioni e simpatie dagli appassionati di calcio in tutta Europa. Ora però l’Economist sostiene che la vittoria del Leicester sia in qualche modo diseducativa, per tre ragioni: «perché incoraggia le persone a badare più alla qualità della narrazione che ai risultati; a farsi illusioni sul proprio potenziale; e a tenere in scarsa considerazione una delle più grande conquiste dell’uomo: la prevedibilità».
Per prima cosa, l’Economist fa notare che non tutte le “storie da film” come quella del Leicester sono associate a messaggi positivi. Il modo in cui Donald Trump ha guadagnato consensi fino a ottenere la nomination del partito Repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti, ad esempio, è la tipica storia del candidato sfavorito che vince battendo tutti i pronostici: ma questo non significa che l’elezione di Trump avrà conseguenze positive per il Partito Repubblicano e più in generale per il dibattito politico americano. In ambito sportivo, spiega l’Economist, la storia del «ritorno alle gare di Lance Armstrong dopo aver avuto il cancro è stata profondamente motivante, ma non ha reso Armstrong un vincitore meritevole del Tour de France», a causa dei suoi guai col doping.
Secondo: interessarsi solamente ai successi di un underdog come il Leicester, cioè del candidato o concorrente che parte sfavorito, rischia di far perdere di vista le ragioni per cui era considerato tale, e per quale motivo chi si trova in una posizione simile spesso fallisca i propri obiettivi. Anche oggi, il Leicester ha una rosa oggettivamente inferiore a quella di grandi squadre come Manchester City, Arsenal e Manchester United, che in questo torneo sono arrivate dietro ma che nelle prossime stagioni con tutta probabilità continueranno a giocarsi il campionato. Scrive l’Economist: «la maggior parte delle persone [che si trovano in una simile posizione], sebbene ispirate, non raggiungeranno obiettivi simili; un risultato improbabile che si avvera, non rende più probabili tutti gli altri. E se dire alle persone che il loro sogno è più realizzabile di quanto credono è una cosa buona a prescindere, allora Las Vegas è una città davvero fantastica».
Ultimo punto: l’Economist sostiene che il mondo sia diventato un posto migliore in cui vivere grazie alla scienza e alle leggi, che hanno reso tutto più “prevedibile”: di conseguenza «un nichilismo che si basa su successi inaspettati rende inutili queste conquiste». Se cioè prestiamo attenzione solamente a successi eccezionali e dati da contesti particolari, rischiamo di perdere di vista i molti privilegi che l’ordine e la prevedibilità hanno generato nel corso degli anni.