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10 libri sul ciclismo

Addio bicicletta
di Gianni Brera, Longanesi
Pubblicato per la prima volta nel 1952 con il titolo L'Avocatt in bicicletta, è la biografia romanzata di uno dei pionieri del ciclismo italiano, Eberardo Pavesi, il primo italiano a portare a termine un Tour de France. Il soprannome Avocatt derivava dalla sua parlantina. Il racconto è in prima persona ed è scritto nello dialetto della bassa padana di cui lui e Brera erano originari. Si erano incontrati negli anni Cinquanta; Brera aveva raccontato la sua storia per le edizioni della Gazzetta dello Sport. Nel 1964, il libro fu ripubblicato da Longanesi con un nuovo titolo suggerito da Mario Soldati. È il primo capitolo di una trilogia dedicata al ciclismo, seguito da Coppi e il diavolo, una biografia sentimentale del campionissimo e Il gigante e la lima, dedicata a Tullio Campagnolo.

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10 libri sul ciclismo

Il Dio di Roserio
di Giovanni Testori, Einaudi
Pubblicato da Einaudi nel 1954 nella collana I gettoni, è libro di esordio di Testori. Un racconto lungo, ambientato nel mondo del ciclismo dilettantesco e della Milano popolare, in cui il successo in bicicletta poteva portare al riscatto sociale. I protagonisti sono un gregario che ha voglia di emergere e una giovane promessa che non è disposta a perdere l'occasione di affermarsi. Il testo è molto influenzato dalla passione di Testori per la pittura. Nella quarta di copertina, la critica d’Arte Anna Banti ha parlato di “cubismo” della scrittura riferendosi all’accavallarsi delle immagini una sull’altra come a riprodurre la visione che si ha quando si va in bicicletta. La foto di copertina è quella dell’edizione del 1971 nella collana I Coralli.

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10 libri sul ciclismo

Il ciclismo nel delitto
di Cesare Lombroso, La vita felice
In questo saggio scritto per la rivista inglese Pall Mall Magazine, e ripubblicato nel 2013 dalla casa editrice La vita felice, il criminologo Cesare Lombroso sostiene che la bicicletta avrebbe aumentato le cifre e le cause della criminalità perché «agevola le fughe e gli alibi di coloro che violano la legge». Lombroso scrive anche che la bellezza e la comodità di quel nuovo mezzo meccanico sarebbero stati «motivo frequentissimo di furto e appropriazione indebita per la vanità di farsi presto una strada nel mondo».

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10 libri sul ciclismo

Il grande Pozzi
di Stefano Benni, Feltrinelli
Pubblicato in Bar Sport, è un racconto che prende in giro i toni epici con cui sono state raccontate le rivalità sportive nel ciclismo, a cominciare da quella tra Coppi e Bartali. Benni mette in scena una sfida surreale tra due corridori immaginari, il grande Pozzi e il famoso Girardoux. Non è l’unico racconto di Benni dedicato al ciclismo. In Achille ed Ettore, pubblicato Nel Bar sotto il mare, due amici si sfidano in una sagra di paese per decidere chi deve essere il proprietario di una misteriosa bicicletta “piovuta dalla strada”.

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10 libri sul ciclismo

Imerio
di Marco Ballestracci, Instar
Racconta la storia del corridore Imerio Massignan, che nel 1960 riuscì quasi a vincere un tappone di montagna al Giro. È un romanzo memoir che segue le tracce di una fotografia, un gruppo di tifosi con un cartello che inneggia a Imerio proprio in quella tappa, sul Gavia. Il ciclismo diventa così un modo per fare intrecciare di storie di pedali e d'emigrazione. È stato definito “il romanzo di una generazione che ha lavorato duro e pestato sui pedali”.

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10 libri sul ciclismo

Pedalare
di John Foot, Rizzoli
Pubblicato per il centenario del Giro d'Italia, ripercorre la storia del Giro dalla prima edizione del 1909. L'autore è uno storico inglese che si è occupato a lungo anche di calcio. Nel libro analizza l'età d'oro del ciclismo, i suoi eredi come Merckx, Gimondi e Moser, fino ad arrivare ai corridori “postmoderni” di oggi.

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10 libri sul ciclismo

Hai voluto la bicicletta?
Sellerio
Nel 2015, Stefano Tettamanti e Laura Grandi hanno curato per Sellerio un’antologia dedicata al ciclismo, composta da testi letterari e giornalistici. Storie di corse in bicicletta, di sprint e volate, di fuoriclasse e comprimari scritto da Vasco Pratolini, Piero Chiara, Curzio Malaparte e Gianni Mura, tra gli altri.

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10 libri sul ciclismo

Merckx, il Figlio del tuono
di Claudio Gregori
Uscito a marzo 2016 e scritto da un cronista di lungo corso della Gazzetta dello Sport, è il libro più completo che sia mai stato realizzato su Eddy Merckx. Una storia, quella del campione belga, che si intreccia costantemente con l’Italia. Merckx ha corso quasi tutta la carriera per squadre italiane e sulle Tre cime di Lavaredo, nel Giro del 1968, ha compiuto una delle più grandi imprese del ciclismo moderno, staccando il suo rivale di sempre di 6 minuti. Secondo una definizione ricorrente, se Coppi è stato il più grande, Merckx è stato il più forte. La casa editrice 66nd2nd, specializzata nel raccontare storie di campioni dello sport, ha pubblicato anche la biografia Pantani era un dio, scritto da Marco Pastonesi.

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10 libri sul ciclismo

Tutti primi sul traguardo del mio cuore
di Fabio Genovesi
Nel 2013 lo scrittore Fabio Genovesi fu inviato dal Corriere della Sera al Giro d’Italia. Oltre agli articoli sul Corriere ne venne fuori anche un diario parallelo fatto di digressioni e incontri: Genovesi mostra un punto di vista insolito sull’Italia e un’antipatia per le “stramaledette eccellenze”, ovvero la rappresentazione di una nazione specializzata nel mangiare e bere. La frase del titolo è di Alfonso Gatto, poeta, che seguì tre Giri d’Italia per l’Unità alla fine degli anni Quaranta. Dopo una tappa particolarmente faticosa per i corridori era impossibile fare una classifica assoluta e Gatti scrisse Tutti primi al traguardo del mio cuore (“io l’ho cambiato in sul perché mi piaceva di più”, ha precisato Genovesi).

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10 libri sul ciclismo

Dino Buzzati al Giro d’Italia
di Dino Buzzati, Mondadori
Nel 1949 Buzzati seguì il Giro d’Italia come inviato del Corriere della Sera. Il vincitore fu Fausto Coppi che in una delle tappe più famose della storia del ciclismo, la Cuneo-Pinerolo, conquistò la maglia rosa con una fuga solitaria sulle Alpi di 192 chilometri (la tappa ne contava 254). Secondo, a quasi 12 minuti di ritardo, arrivò Gino Bartali. Di quel giorno, Buzzati scrive: «Quando oggi, su per le terribili strade dell’Izoard, vedemmo Bartali che da solo inseguiva a rabbiose pedalate, tutto lordo di fango, gli angoli della bocca piegati in giù per la sofferenza dell’anima e del corpo – e Coppi era già passato da un pezzo, ormai stava arrampicando su per le estreme balze del valico – allora rinacque in noi, dopo trent’anni, un sentimento mai dimenticato. Trent’anni fa, vogliamo dire, quando noi si seppe che Ettore era stato ucciso da Achille».