L’eolico va molto bene
Crescono gli investimenti e gli impianti, e in Danimarca hanno costruito la turbina più grande del mondo
di Jessica Shankleman - Bloomberg
Nonostante spesso siano considerate degli ecomostri che deturpano i paesaggi rurali, le turbine eoliche sono diventate più imponenti e potenti che mai. Gli impianti di nuova generazione sono ancora più grandi e possono resistere anche a una tempesta artica. Il progenitore dei nuovi modelli è un impianto con un rotore largo 164 metri realizzato da una società mista formata dalla danese Vestas Wind Systems e da Mitsubishi Heavy Industries. Ogni pala della turbina è lunga 80 metri, più o meno come l’intera apertura alare di un Airbus A380. Il settore dell’eolico è molto competitivo, ed è raro che le aziende permettano di dare un’occhiata da vicino ai progetti che stanno sviluppando, per paura che arrivino informazioni ai loro rivali. Questo mese, però, Vestas ha permesso a Bloomberg di visitare e fotografare i suoi prototipi.
Le nuove unità oltre a essere più grandi sono diventate anche più efficienti. L’anno scorso gli impianti eolici hanno aumentato la loro produzione del 23 per cento a livello mondiale, raggiungendo la quota record di potenza installata pari a 63,5 gigawatt, l’equivalente di 63 reattori nucleari alla massima potenza. L’eolico oggi è il settore di produzione di energia a bassa emissione di CO2 più diffuso al mondo. Nonostante fuori dal settore se ne siano accorti in pochi, la crescita dell’eolico ha permesso alle aziende produttrici di risollevare le loro azioni e i loro guadagni dopo il crollo avuto durante la crisi finanziaria. Stando alle previsioni, questo venerdì Vestas dovrebbe registrare un aumento dei suoi profitti per il quinto trimestre consecutivo, superando così la crisi che dal 2011 costrinse l’azienda a tagliare tremila posti di lavoro.
(La chiusura di un portello su una turbina Vestas V126, a 140 metri d’altezza – Chris Ratcliffe/Bloomberg)
Nemmeno il crollo dei prezzi del greggio iniziato nel 2014 è riuscito ad arrestare la crescita del settore. «Il fatto che in questo decennio le dimensioni delle turbine siano raddoppiate permetterà ai parchi eolici di usare nel 2020 la metà delle turbine rispetto al 2010», ha detto Tom Harries, un analista che lavora a Londra per Bloomberg New Energy Finance (BNEF), una società di ricerca consulenza che si occupa di energie rinnovabili. «Questo significa meno lavori di costruzione, meno cavi e impianti più semplici, tutti fattori essenziali per abbattere i costi nel settore». La media delle turbine installate in Europa l’anno scorso aveva una potenza di 4,1 megawatt, il 28 per cento in più rispetto al 2010, dice Harries, ed entro il 2020 impianti da 6,8 megawatt saranno la norma. Harries ha aggiunto che Siemens ha accennato di avere in cantiere una turbina da 10 megawatt.
Nel nord della Danimarca, dove i fiordi attraversano i terreni agricoli in pianura, MHI Vestas Offshore Wind ha costruito la turbina più potente al mondo. L’impianto può sviluppare fino a 8 megawatt di potenza, sufficienti ad alimentare quattromila case. Secondo BNEF la turbina potrebbe mettere in discussione la leadership nel settore dell’eolico offshore di Siemens, che detiene i due terzi della capacità installata. MHI Vestas oggi è al secondo posto, con il 19 per cento. Un portavoce di Siemens ha detto che l’azienda sta lavorando a una turbina da 7 megawatt, che «ha già dato prova di affidabilità» e ridurrà i costi per i clienti. Mercoledì scorso Siemens ha ottenuto un’importante commessa dalla società elettrica spagnola Iberdrola, che comprerà 102 delle sue nuove turbine per 1,04 miliardi di euro.
(Turbine eoliche vicino a Fjerritslev, in Danimarca – Chris Ratcliffe/Bloomberg)
Le pale da 80 metri rendono la turbina MHI Vestas V164 alta quanto la Times Square Tower di New York e sono così larghe che trasportarle per delle strette stradine di campagna è stato un “incubo”, ha raccontato in un’intervista Jens Tommerup, CEO della società. Il prototipo è destinato a un uso “offshore”, ma dal 2014 viene testato sulla terra ferma nel parco eolico di Østerild, gestito dall’Università Tecnica della Danimarca, per individuare i difetti delle turbine prima che diventino operative. Le pale del modello V164 arriveranno dall’Isola di Wight, a largo della costa meridionale del Regno Unito, che è dotata di una struttura portuale speciale in grado di rifornire i parchi eolici. Secondo Tommerup è probabile che la turbina non sarà mai operativa sulla terra ferma, perché «è davvero troppo grande». Le aziende produttrici dei generatori non possono stare lontano dai parchi eolici, dal momento che le strutture pesano centinaia di tonnellate. Oltre l’80 per cento dei parchi eolici offshore in progetto useranno turbine da più di 5 megawatt, secondo BNEF.
Tutte le 72 turbine commissionate a MHI Vestas saranno installate nelle acque del Regno Unito, nello specifico nel parco eolico di Burbo Bank, di proprietà della società energetica danese Dong Energy, e in quello di Wanley, entrambi nel Mare d’Irlanda. I computer permettono alla turbina di adattarsi a tutte le condizioni. Le pale ruotano per fronteggiare il vento e limitare i tempi morti. In presenza di venti che viaggiano a più di 12 metri al secondo i motori impediscono alla turbina di girare troppo velocemente, e nel caso di venti ancora più violenti la turbina può disattivarsi. Mentre alcuni dei suoi concorrenti puntano a costruire una turbina da 10 megawatt, MHI Vestas dice di essere concentrata esclusivamente sul suo impianto da 8 megawatt per ora. «Ci vuole un mercato consistente per un impianto del genere. Al momento non abbiamo in programma di costruire nuove turbine. Dobbiamo aumentare il volume in modo da abbattere i costi», ha detto Henrik Baek Joergensen, responsabile della gestione dei prodotti di MHI Vestas.
© 2016 – Bloomberg