Guida alle elezioni di Torino
Il centrodestra è diviso, Piero Fassino cerca la rielezione, la candidata del M5S è una "grillina anomala" e al ballottaggio avrebbe qualche speranza
Una delle città più importanti che andrà a votare il prossimo 5 giugno per scegliere un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale è Torino. Il sindaco uscente è Piero Fassino del PD, eletto nel 2011 con una coalizione di centrosinistra dopo due mandati di Sergio Chiamparino, sempre di centrosinistra. Fassino si candida per un nuovo mandato, oltre a lui per ora (la presentazione ufficiale di liste e candidature si chiude domani, sabato 7 maggio) ci sono altri 14 candidati.
I candidati e i sondaggi
Secondo i sondaggi il favorito è il sindaco uscente Piero Fassino, del PD: ha 66 anni, è stato ministro della Giustizia e del Commercio con l’estero e attualmente è presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI). Durante il suo mandato, Fassino ha spiegato che è stato ridotto l’indebitamento della città, che sono stati fatti investimenti soprattutto nella cultura che «hanno trasformato la città in una attrazione turistica» e che sono state gestite diverse emergenze, come l’emergenza sfratti. Qualche giorno fa, inoltre, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (il CIPE, presieduto dal presidente del consiglio dei ministri e composto dai ministri con competenze rilevanti in materia di crescita economica), ha sbloccato quindici milioni di euro per un progetto molto importante per la città: il recupero del complesso della Cavallerizza Reale e il completamento dei giardini del Palazzo Reale.
La principale rivale di Fassino sarà la candidata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, 31 anni, laureata in economia all’università Bocconi ed eletta in consiglio comunale nel 2011. Ha iniziato la campagna elettorale incinta e ha partorito lo scorso 19 gennaio. Qualche settimana fa i sondaggi davano Fassino e Appendino quasi alla pari. Le intenzioni di voto secondo l’ultima ricerca dell’istituito IPR dicono invece che oggi Fassino è al 43 per cento, mentre Appendino al 28. Per Tecné i risultati sono simili, ma le distanze tra i due candidati sono ridotte: Fassino al 39 per cento, Appendino al 31,5. Un distacco simile al primo turno però potrebbe rimescolarsi parecchio al ballottaggio, se i voti degli altri candidati dovessero concentrarsi su Appendino.
A sinistra di Fassino, Sinistra Italiana ha candidato l’ex segretario nazionale della FIOM Giorgio Airaudo, che ha 55 anni ed è stato eletto deputato nel 2013 con SEL. Come a Roma e Napoli, anche a Torino il centrodestra è diviso. Forza Italia e NCD appoggiano Osvaldo Napoli, 62 anni, deputato per tre legislature con Forza Italia e attuale sindaco di Valgioie, una città di mille abitanti in provincia di Torino. Lega Nord e Fratelli d’Italia, sostengono Alberto Morano, un notaio di 58 anni. Per IPR Morano è al 9 per cento, Napoli all’8 e Airaudo al 7. Per Tecné le intenzioni sono simili ma superiori per tutti e tre i candidati di mezzo punto. Per il centrodestra è candidato anche Roberto Rosso, che aveva già perso contro Sergio Chiamparino nel 2011, e che nel suo sito dice di voler «liberare la città dal giogo oppressivo degli eredi del comunismo, qual è Fassino». Rosso è dato al 3 per cento da IPR e al 2 da Tecné.
Tra i candidati che non hanno però alcuna speranza di vincere, e che hanno percentuali molto basse, ci sono anche Marco Rizzo del Partito Comunista, Pier Carlo Devoti de “La Piazza”, Guglielmo Del Pero di “SiAmo Torino”, Alessio Ariotto del Partito Comunista dei Lavoratori, Roberto Usseglio di Forza Nuova e Roberto Salerno del Movimento Sociale Italiano.
In un eventuale ballottaggio, le due società di ricerca dicono che vincerebbe Fassino: per IPR il candidato del PD sarebbe al 52 per cento e la candidata del Movimento 5 Stelle al 48; per Tecnè Fassino otterrebbe il 51,5 per cento dei voti, Appendino il 48,5. Distacco molto piccolo, praticamente dentro al margine di errore.
Cosa si dice
La campagna elettorale è stata finora piuttosto garbata: torinese. La candidata del Movimento 5 Stelle è stata definita da Repubblica una “grillina anomala, pacata nei toni e attenta a non fare false promesse elettorali”: lei dice di sentirsi «totalmente» a suo agio e «integrata nel Movimento», ma anche di seguire poco le dinamiche nazionali del M5S: «Mi occupo del territorio e del bene della mia città». Ha criticato Fassino quando a cinquanta giorni dal voto ha indicato Francesco Profumo come uno dei due componenti che spettano al comune nel futuro consiglio di indirizzo della Compagnia di San Paolo, dicendo che è stata una scelta «lesiva della sovranità democratica», che le istituzioni devono essere «indipendenti e neutre indirizzando la propria azione verso il bene comune» e che se sarà sindaca istituirà «il semestre bianco in modo che sia impossibile, negli ultimi sei mesi di mandato, attuare nomine pubbliche».
I principali temi della campagna elettorale sono i circa 3 miliardi di debito del comune, la situazione delle periferie, i campi rom e la Torino-Lione (TAV). Fassino è favorevole alla TAV e ieri, intervenendo a un’inaugurazione, ha detto: «Coloro che non credono nei grandi collegamenti ferroviari ad alta velocità sono come gli indiani d’America che pretendevano di fermare le locomotive con le frecce. Dobbiamo pensare al cambiamento avvenuto da quando Torino e Milano sono unite dall’alta velocità ferroviaria e a quanto cambierà il nostro destino quando grazie alla Torino-Lione si potrà raggiungere Parigi in sole tre ore da Torino». Appendino dice invece di essere stata presente nel giugno del 2011 allo sgombero del presidio di Chiomonte e di aver poi partecipato a diverse manifestazioni contro la TAV: «La posizione del M5S contraria alla Torino-Lione è chiara da sempre e ne condivido le motivazioni ambientalistiche così come quelle economiche (…): conti alla mano, i costi sono nettamente superiori ai benefici. Le ingenti risorse necessarie per la realizzazione dovrebbero essere utilizzate per tante piccole opere utili alla collettività».
Sulla questione dei rom, Appendino ha proposto la chiusura del Cie di Corso Brunelleschi e dei campi, accompagnata però da un lavoro di reinserimento scolastico per i bambini e da percorsi socio-lavorativi per gli adulti. Ha anche proposto il pagamento della sosta per i sinti itineranti: «Stessi diritti e doveri», ha spiegato. Parole molto più forti («sgombero», «cancellazione delle baraccopoli») le ha pronunciate invece Roberto Rosso, i cui manifesti elettorali sono stati bruciati qualche giorno fa. Secondo Rosso l’atto vandalico sarebbe stato organizzato da alcuni rom. Rosso ha anche detto di aver ricevuto telefonate «poco gentili» (il suo numero di telefono è sui cartelloni elettorali).
Ha fatto discutere, nelle ultime settimane, anche il sostegno che Enzo Ghigo, ex presidente della Piemonte, ex dirigente di Publitalia e uno dei fondatori di Forza Italia nel 1993, ha detto di voler dare al primo turno delle elezioni a Piero Fassino. A sostegno di Fassino ci sono anche i Moderati di Giacomo Portas, ex democristiano che poi è passato a Forza Italia e al PD e che in Piemonte candida molti ex forzisti in appoggio a Fassino. Airaudo ha commentato: «Certo che la panchina di Fassino si allunga di giorno in giorno, purtroppo sempre e solo a destra. A Torino si ripropone il modello nazionale di Matteo Renzi, che si allarga a ex di Forza Italia e a uomini di CL per paura di perdere».