I posti da cui twittiamo
Due fotografi vanno a vedere che cosa c'è nei luoghi in cui sono stati scritti dei tweet che li hanno colpiti
Geolocation è un progetto di Nate Larson e Marni Shindelman che hanno fotografato i luoghi di alcuni tweet geolocalizzati, cioè quelli in cui l’utente sceglie di rendere pubblica la posizione da cui scrive, per parlare della relazione tra lo spazio fisico e la presenza online. I posti da cui twittiamo, in sostanza.
Un giorno nel 2009 Larson e Shindelman lessero un tweet scritto da qualcuno che era stato appena licenziato nel centro di Chicago; decisero di andare nel luogo indicato dalla geolocalizzazione e fare una foto di ciò che avrebbero trovato, che in quel caso era l’angolo di una strada quasi deserta, contesto che accompagnava bene le parole del tweet. Da allora hanno continuato a fare la stessa cosa in diverse città soprattutto degli Stati Uniti, insieme o individualmente: in alcune città hanno provato a seguire i tweet che contenevano hashtag molto popolari, come #HowToKeepARelationshipWithMe per New York.
L’abbinamento tra i tweet e il posto in cui sono stati scritti funziona. A volte le immagini rendono i tweet più efficaci, completandone il messaggio; altre volte sono ironici, nel caso immagine e parole non siano coerenti tra loro. Shindelman ha spiegato a Slate: «La gente parla molto della disconnessione dal mondo reale, nell’era digitale. Questa è in qualche modo una riconnessione attraverso quello strato di informazioni che ci stanno intorno tutto il tempo».
Larson e Shindelman sono fotografi e hanno iniziato a collaborare nel 2007: vivono rispettivamente in Maryland e in Georgia, negli Stati Uniti. Quest’estate viaggeranno insieme a San Pietroburgo, in Russia, per continuare il progetto con i dati di anche altri social network.