Cosa leggevano i ragazzini inglesi nell’Ottocento
Soprattutto i "penny dredful", che assomigliano ai fumetti, ai videogiochi e alla fan fiction di oggi
Il primo maggio è stato trasmesso sul canale americano Showtime di CBS il primo episodio della terza stagione della serie tv Penny Dreadful, che è ambientata nell’Inghilterra di fine Ottocento e ha per protagonisti alcuni famosi personaggi della narrativa “horror” di quel periodo, tra cui Dorian Gray e Victor Frankenstein. Tra gli attori del cast ci sono Eva Green, Josh Hartnett e Timothy Dalton. Come i fumetti della serie La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore, Penny Dreadful è una reinterpretazione delle storie di personaggi più o meno noti al pubblico le cui storie si intrecciano in una lotta contro creature malvagie come vampiri e streghe.
Il nome della serie deriva da un tipo di pubblicazione popolare diffusa nel Regno Unito nell’Ottocento: i penny dreadful (espressione che si può tradurre con “storie spaventose a un penny”), anche detti penny horrible, penny awful e penny blood, erano romanzi di genere venduti in fascicoli settimanali. Raccontavano storie di investigatori, criminali ed esseri soprannaturali, ed erano rivolti ai ragazzi della classe operaia. Alcuni erano ambientati nel futuro, altri in paesi lontani ed esotici. L’espressione “pulp fiction” deriva dal fatto che fossero stampati su carta di bassa qualità, ottenuta con polpa di cellulosa e acqua, e per questa ragione erano così economici.
La copertina di un penny dreadful della serie Black Bess, or the knight of the road, 1860 circa (Wikipedia)
Un articolo pubblicato sul sito della BBC spiega che i penny dreadful cominciarono a diffondersi negli anni Trenta del XIX secolo grazie all’evoluzione della stampa e della distribuzione di libri e giornali. Ogni fascicolo aveva circa 16 pagine e una grande immagine in copertina. Un penny dreadful costava quanto un dodicesimo di un capitolo di uno dei romanzi di Charles Dickens, che erano pubblicati a puntate. Le serie di maggior successo potevano arrivare a vendere 30mila copie a settimana.
Secondo gli storici, esistevano circa 100 editori di penny dreadful e gli autori lavoravano su più storie contemporaneamente; usavano le stesse tecniche narrative degli sceneggiatori di serie tv di oggi per mantenere viva l’attenzione dei loro lettori: anticipazioni, flashback e ovviamente cliffhanger, i colpi di scena su cui si interrompe il racconto, creando un effetto di suspence fino all’episodio successivo. Avvelenamenti, furti, omicidi, tradimenti, rivolte e rivelazioni sconcertanti erano elementi fondamentali delle trame dei penny dreadful.
La copertina di un penny dreadful della serie Varney the Vampire, or The Feast of Blood, di Edward Lloyd (Hulton Archive/Getty Images)
Sul Guardian la scrittrice Kate Summerscale (autrice di Omicidio a Road Hill House e di La rovina di Mrs Robinson, pubblicati in Italia da Einaudi) spiega che a fine Ottocento molte persone pensavano che i penny dreadful avessero un’influenza negativa sui ragazzi, come lo pensano oggi per i videogiochi. Il 17 luglio 1895, a Londra, il corpo una donna, Emily Coombes, fu trovato in stato di avanzata decomposizione e i suoi due figli, Robert e Nattie, di 13 e 12 anni, furono incriminati per l’omicidio. Robert confessò di aver pugnalato la madre in accordo con Nattie e il tribunale che li giudicò colpevoli deprecò la diffusione dei penny dreadful dato che la polizia aveva trovato una grande collezione di questi giornaletti tra gli oggetti personali dei due ragazzini. Il nuovo libro di Summerscale, che racconta sempre di fatti di cronaca reali ricostruiti a partire da documenti d’epoca, riguarda proprio questo caso; s’intitola The Wicked Boy e sarà pubblicato nel Regno Unito il 5 maggio. Secondo la ricostruzione della storia dei fratelli Coombes fatta da Summerscale, Robert arrivò a uccidere la madre spinto da più ragioni, tra cui l’assenza del padre, l’inaffidabilità e le minacce di violenza della madre e l’istinto di proteggere Nattie.
La lettura dei penny dreadful comunque era ritenuta un invito anche a reati meno gravi come il taccheggio; alcuni giornali scrissero che erano una minaccia alla democrazia dopo l’approvazione del suffragio universale, altri sostennero che spinsero alcuni lettori al suicidio. Nel 1888 la Camera dei Comuni britannica prese in considerazione un’inchiesta condotta per capire se c’era un legame tra la lettura dei penny dreadful e alcuni crimini; idea che venne abbandonata dato che la maggior parte dei ragazzi inglesi li leggeva. Lo stesso anno un gruppo di venti ragazzi firmò una petizione per chiedere al governo di non mettere al bando i penny dreadful, come stava valutando per arginare i fenomeni di criminalità.
La copertina di un penny dreadful della serie The Union Jack, contenente una storia sull’investigatore Sexton Blake (Hulton Archive/Getty Images)
Per la morale vittoriana il contenuto dei penny dreadful era spesso considerato scandaloso e diseducativo, come mostra anche l’atteggiamento di giornali e autorità nei loro confronti: negli anni Settanta dell’Ottocento la polizia organizzava irruzioni nelle tipografie che stampavano alcuni penny dreadful, come quelli della serie The Wild Boys of London. Si pensava che avessero un’influenza negativa sui ragazzi non solo per la violenza di alcune scene, ma anche perché invitavano a fantasticare su una vita di avventure che i giovani della classe operaia potevano solo sognare, con il rischio di sconfinare in forme di malcontento e rivolta sociale.
La maggior parte delle storie raccontate nei penny dreadful (salvo alcune eccezioni, come la storia del barbiere Sweeney Todd, che ha ispirato diversi film, tra cui quello del 2007 girato da Tim Burton) sono state dimenticate, come accade spesso per le opere di narrativa di genere. Tuttavia possono essere considerati dei precursori della narrativa cosiddetta “Young Adult” e di alcune forme di fan fiction perché spesso le storie si ispiravano a personaggi di leggende o di libri famosi.
In Italia la terza stagione della serie Penny Dreadful, così come le prime due, si può vedere su Netflix.