Atlante degli investigatori italiani
Quasi ogni città ne ha uno (e Milano più di tutti), perché l'elemento più importante di un giallo è il posto in cui è ambientato
di Giacomo Papi – @giacomopapi
L’ingrediente fondamentale dei gialli – probabilmente più dell’eroe, sicuramente più della trama – è il luogo in cui sono ambientati. Non c’è investigatore che non si identifichi con il posto in cui vive: Miss Marple con St Mary Mead, Sherlock Holmes con Londra (221B Baker Street), Maigret con Parigi (Quai des Orfèvres, Brasserie Dauphine), Philip Marlowe con Los Angeles (#615 Cahuenga Buiding, Hollywood Boulevard), Pepe Carvalho con Barcellona (calle Perecamps), Fabio Montale con Marsiglia (sobborgo di Les Goudes).
Nell’unico Paese al mondo dove i gialli sono gialli – il nome deriva dalla collana I libri Gialli, inventata da Lorenzo Montano e pubblicata da Mondadori dal 1929 – la territorialità è ancora più forte. In Italia abitano centinaia di investigatori letterari, uno quasi ogni città o regione, forse perché la vocazione localistica è più forte che altrove. Di solito in grandi città: il giallo nasce con la città moderna ed è possibile che la città – e la paura che provoca – sia il vero mistero che viene indagato. L’indagine è lo schema grazie al quale l’eroe può attraversare il lato violento dei luoghi in cui vive chi legge. Quando – ma capita di di rado – sono ambientati in provincia, lo stile vira quasi sempre su toni più comici e satirici, e l’indagine si confonde con il pettegolezzo. Quello che segue è un atlante degli investigatori italiani, divisi per località in ordine alfabetico. È probabile che qualche investigatore importante sia stato dimenticato. Se fosse successo ce ne scusiamo con i commentatori del sito, con gli autori dei libri e, naturalmente, con gli investigatori in questione.
AOSTA
Vicequestore Rocco Schiavone
Autore: Antonio Manzini Primo libro: Pista nera (Sellerio, 2013) Periodo: 2013 –
Rocco Schiavone è romano di Trastevere, ma per punizione lo hanno spedito ad Aosta, che lui detesta, come detesta il freddo, la neve e le montagne, perché non sa ancora che in realtà la ama e che «piano piano lo capirà». Manzini in un’intervista ha detto: «La Valle l’ho scelta perché somiglia a Rocco. Può sembrare, e forse lo è, un’idiozia, ma io credo che la roccia nera, le montagne più alte d’Europa, i ghiacciai, la natura insomma con la quale non si scherza, bella e terribile allo stesso momento, le valli strette e ombrose che si aprono all’improvviso regalando paesaggi da sogno come nel Paradiso, tutto questo mi ricorda l’anima del personaggio».
BARI
Avvocato Guido Guerrieri
Autore: Gianrico Carofiglio Primo libro: Testimone inconsapevole (Sellerio, 2002) Periodo: 2002 –
L’avvocato Guerrieri – che non è sposato, ma si innamora con una certa facilità – gira di notte in bicicletta per Bari, mangia alla Taverna Vecchia del Maltese, beve all’Osteria del Caffelatte, capita in un locale gay, il Chelsea Hotel n. 2, passa davanti al Teatro Margherita, cammina alla Muraglia, tra la Città vecchia e il mare, bazzica via Putignani – dove Carofiglio abitava da bambino – e si allena in una palestra nel quartiere Libertà parlando con il suo sacco da pugile. A volte gli capita di allontanarsi, come quando va a Roma in Cassazione, o più semplicemente in periferia, nel quartiere Japigia.
BOLOGNA
Sarti Antonio
Autore: Loriano Macchiavelli Primo libro: Le piste dell’attentato (Campironi, 1974) Periodo: 1970 –
Commissario De Luca
Autore: Carlo Lucarelli Primo libro: Carta bianca (Sellerio, 1990) Periodo: 1945-1948
Ispettore Coliandro
Autore: Carlo Lucarelli Primo libro: Nikita (Metrolibri, 1991) Periodo: anni Novanta
Ispettore Grazia Negro
Autore: Carlo Lucarelli Primo libro: Lupo mannaro (Theoria, 1994) Periodo: 1990 –
Bologna è affollata di investigatori letterari. Se non si incontrano è perché frequentano epoche diverse. Sarti Antonio è un sergente di polizia attivo negli anni ’70 che compare in una ventina di romanzi di Loriano Macchiavelli, così tanti che il 3 aprile 1987 il suo autore, esasperato, lo uccise: «Il sergente colitico Antonio Sarti finalmente sparisce, muore ammazzato all’ultima pagina, e con lui speriamo spariscano anche gli altri piccoli attori che lo circondano (…) nel teatrino delle solite commedie provinciali». Salvo poi resuscitarlo. In città si aggirano anche i tre investigatori di Carlo Lucarelli: negli anni Novanta gli ispettori Grazia Negro, domiciliata in via Altaseta n. 4, e Coliandro, già sovrintendente alla Questura e senza nome di battesimo, nell’immediato dopoguerra il commissario De Luca, che in un romanzo si ritrova a investigare al bordello di via delle Oche, a poche centinaia di metri dalle torri.
C.
Capitano Bellodi
Autore: Leonardo Sciascia Libro: Il giorno della civetta (Einaudi, 1961) Periodo: 1947
Due colpi di lupara uccidono Salvatore Colasberna, presidente di una piccola impresa edile, mentre sta prendendo la corriera che collega il paese di C. con Palermo. L’omicidio avviene nella piazza centrale. Il capitano Bellodi, idealista capitano dei carabinieri arrivato da Parma, si scontra con l’omertà mafiosa diffusa. Nessuno ha visto niente. L’unico testimone oculare, il potatore Paolo Nicolosi, è scomparso, e sarà a sua volta ammazzato. Il giorno della civetta è uno dei rarissimi polizieschi italiani che mettono in scena la mafia, e non può finire con la punizione del colpevole, nonostante i nomi del mandante e dei suoi protettori romani siano noti. Il dialogo tra il padrino Don Mariano e Bellodi ha inaugurato l’idea che tra gli uomini della legge e quelli della mafia possa esserci rispetto, quasi un virile confronto: «Io ho una certa pratica del mondo», dice don Mariano, «e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…».
FIRENZE
Commissario Domenico Arganti, detto Lucertolo
Autore: Jarro, pseudonimo di Giulio Piccini Primo libro: I ladri di cadaveri (Treves, 1883) Periodo: 1836
Commissario Bordelli
Autore: Marco Vichi Primo libro: Il commissario bordelli (Guanda, 2002) Periodo: 1960 –
A Firenze è ambientata la prima serie di gialli italiani, pubblicata nel 1888. Il primo dei quattro libri del ciclo di Domenico Arganti, detto Lucertolo, commissario di Santa Maria Novella, inizia con l’apparizione all’alba di un calesse guidato da un uomo decapitato. La notte prima c’era stata rissa all’Osteria del Frate, appena fuori da Porta della Croce. Per riuscirci Lucertolo utilizza il metodo deduttivo e travestimenti in modo da farsi dare informazioni dalla plebaglia cittadina. Un secolo e mezzo dopo Lucertolo, negli anni Sessanta, in città compare il commissario Bordelli di Marco Vichi. Bordelli segue i risultati della Fiorentina, legge la Nazione, ce l’ha a morte con fascisti e nazisti, essendo stato partigiano, e – com’è come non è – gli capita spesso di scoprire che i colpevoli sono ancora loro. Un tempo viveva in via del Leone, in Borgo San Frediano, poi si è trasferito in una vecchia cascina dalle parti di Impruneta. Il commissario è sulla cinquantina e non è sposato, ama mangiare – soprattutto alla trattoria da Cesare – e ha molti amici e aiutanti: Piras e Mugnani, che lo aiutano nelle indagini, un medico legale – il dottor Diotivede – che lo aiuta all’obitorio, ma essendo di sinistra frequenta anche ladri e prostitute, in pensione e in attività. La Firenze in cui si muove ha ancora ritmi e rituali antichi, che il boom economico e l’avvento del turismo di massa avrebbero cancellato.
GENOVA
Investigatore Bacci Pagano
Autore: Bruno Morchio Primo libro: Una storia da carruggi (Fratelli Frilli editore, 2004) Periodo: 2003 –
La casa editrice Fratelli Frilli pubblica gialli a fortissima connotazione geografica, con la scoperta intenzione di coprire ogni città d’Italia, grande o piccola (ne abbiamo scritto qui). I libri più venduti – oltre ai gialli milanesi di Dario Crapanzano, poi passato con Mondadori – sono quelli della serie sull’investigatore Bacci Pagano, che ha cinquant’anni e in gioventù si è fatto cinque anni di galera per fatti legati al terrorismo di sinistra. Anche Pagano è scapolo e còlto – i gialli sono molto fedeli ai cliché – ascolta musica classica e legge molto, ma non porta mai le mutande. Nel primo libro, ambientato nel 2002, Pagano indaga su una scritta apparsa nel centro storico di Genova – «Cinque pallottole per ripulire l’Italia» – e si invischia con le manovre dei servizi segreti. Al centro dei gialli di Bacci Pagano c’è sempre la politica, e quello che rimane degli anni Settanta.
M.
Ispettore Sciancalepre
Autore: Piero Chiara Primo libro: I giovedì della signora Giulia (Mondadori 1970) Periodo: 1960 –
Il paese di M. sul Lago Maggiore è improvvisamente scosso da un mistero: la signora Giulia, moglie bella e triste dell’avvocato Esengrini, è scomparsa nel nulla. Le indagini dell’ispettore Sciancalepre, siciliano trapiantato sul Lago, portano soltanto a scoprire che ogni giovedì la signora se ne andava a Milano a fare l’amore con un giovanotto, l’ingegner Fumagalli. Tre anni dopo la figlia e suo marito avvistano nel parco della villa un misterioso visitatore notturno. Sciancalepre si apposta, ma il visitatore riesce a fuggire dopo avere preso a mazzate il genero della signora Giulia. Il giorno dopo nella rimessa viene ritrovato il cadavere. I sospetti ricadono sul marito che incolpa il giardiniere e il mistero si chiude senza essere svelato. In provincia i peccati ci sono quanto in città, ma i gialli possono esistere soltanto a metà.
MILANO
Tre Soldi
Autore: Giuseppe Ciabattini Primo libro: Tre Soldi e la donna di classe (Mondadori, 1956) Periodo: 1950 –
Investigatore Duca Lamberti
Autore: Giorgio Scerbanenco Primo libro: Venere privata (Garzanti, 1966) Periodo: 1960 –
Commissario Giulio Ambrosio
Autore: Renato Olivieri Primo libro: Il caso Kodra (Rusconi, 1978) Periodo: 1970 –
Commissario capo Mario Arrigoni
Autore: Dario Crapanzano Primo libro: Il giallo di via Tadino (Fratelli Frilli, 2011) Periodo: 1950 –
Maresciallo Pietro Binda
Autori: Pietro Valpreda e Piero Colaprico Primo libro: Quattro gocce di acqua piovana (Marco Tropea Editore, 2001) Periodo: 1990 –
Ispettore Michele Ferraro
Autore: Gianni Biondillo Primo libro: Per cosa si uccide (Guanda, 2004) Periodo: 2010 –
Gorilla & Socio
Autore: Sandrone Dazieri Primo libro: Attenti al gorilla (Mondadori, 1999) Periodo: anni 1995-2000
Lazzaro Sant’Andrea
Autore: Andrea G. Pinketts Primo libro: Lazzaro vieni fuori (Feltrinelli, 1992) Periodo: anni 1980-90
Carlo Monterossi
Autore: Alessandro Robecchi Primo libro: Questa non è una canzone d’amore (Sellerio, 2014) Periodo: 2010 –
Amedeo Consonni, tappezziere in pensione
Autore: Francesco Recami Primo libro: La casa di ringhiera (Sellerio, 2011) Periodo: 2010 –
Il rapporto tra Milano e la Giustizia è particolarmente intenso, forse per via degli spagnoli che lasciarono alla città solo l’amministrazione della legge o forse perché il giallo è un genere borghese e la borghesia – che è per natura paurosa – ha bisogno che l’ordine venga ristabilito e il caso risolto. Il rapporto della città con la Giustizia attraversa fasi di innamoramento e altre di rifiuto, ma dal 1950 la città è più infestata di investigatori, che di industriali e modelle. A Milano capita perfino che un barbone – Tre Soldi di Giuseppe Ciabattini – si metta in testa di risolvere delitti. Alcune zone sono più gialle di altre, per esempio a nord-est si uccide e si indaga tantissimo: I milanesi ammazzano al sabato di Scerbanenco – che parte dal ritrovamento del cadavere di una ragazza gigantesca e bellissima – si svolge nella zona di viale Tunisia, la stessa dove sono ambientati la maggior parte dei romanzi del commissario di Porta Venezia Arrigoni di Dario Crapanzano, e quella in cui comparve il commissario Ambrosio di Renato Olivieri (nel primo libro era ancora vice) oltre che al Casoretto dove abita Amedeo Consonni, tappezziere in pensione appassionato di cronaca nera di Recami. Ma è in tutta la città che le indagini pullulano. Altri detective milanesi sono Carlo Monterossi, ex autore di reality show amante di Bob Dylan di Alessandro Robecchi, il maresciallo dei carabinieri Pietro Binda di Piero Colaprico e Pietro Valpreda – che dopo piazza Fontana sperimentò di persona lo strano rapporto tra Milano e la Giustizia – o l’ispettore Francesco Bagni della Omicidi, protagonista di La trilogia della città di M sempre di Colaprico; e ancora Lazzaro Sant’Andrea di Pinketts, il Gorilla Sandrone Dazieri, che fa il buttafuori e vive di notte, e il Socio, che è pignolissimo e vive di giorno, Norberto Melis di Hans Tuzzi e l’ispettore di Quarto Oggiaro Michele Ferraro di Gianni Biondillo. Proprio Biondillo nell’Incanto delle sirene ha dato una spiegazione dell’attrazione della città per il delitto: «Era come se esistessero due città, due Milano, una per gli dei e una per i dannati».
NAPOLI
Dottor Weiss
Autore: Francesco Mastriani Primo libro: Il mio cadavere (quotidiano Roma, 1852) Periodo: 1826
Commissario Luigi Alfredo Ricciardi
Autore: Maurizio De Giovanni Primo libro: Le lacrime del pagliaccio (Graus editore, 2006) Periodo: anni 30
Ispettore Giuseppe Lojacono e i bastardi di Pizzofalcone
Autore: Maurizio De Giovanni Primo libro: Il metodo del coccodrillo (Mondadori, 2012) Periodo: 2010 –
A Napoli si svolgono i due libri che lottano per il titolo di «primo giallo italiano»: il primo è Il cappello del prete di Emilio De Marchi, 1888, dove però non c’è un investigatore degno di questo nome, e Il mio cadavere di Francesco Mastriani, pubblicato a puntate sul giornale Roma nel 1852 ma ambientato nel 1826. L’investigatore è il dottor Weiss, Conan Doyle probabilmente si ispirò a lui per costruire Sherlock Holmes. Il dottor Weiss deduce e induce, e soprattutto sa tutto di anatomia, arriva perfino a imbalsamare il cadavere del baronetto Edmondo, per stabilire se sia stato avvelenato. La permanenza dei morti è al centro del ciclo, ambientato negli anni Trenta e scritto da Maurizio De Giovanni, di Luigi Alfredo Ricciardi, Commissario della Squadra Mobile della Questura della Regia Polizia di Napoli. Il commissario Ricciardi è un nobile decaduto, intelligentissimo ma privo di ambizione, invariabilmente triste a causa del Fatto: la sua capacità di vedere gli ultimi pensieri e immagini di chi è morto. De Giovanni è anche l’autore della serie dell’ispettore Lojacono e degli altri Bastardi di Pizzofalcone, un commissariato dove vengono spediti i poliziotti turbolenti ispirato all’87° di Ed McBain.
NUORO
Avvocato Bustianu Satta
Autore: Marcello Fois Primo libro: Sempre caro (Il Maestrale, 1998) Periodo: 1867 –
I romanzi gialli di Marcello Fois – la trilogia Sempre caro, Sangue dal cielo e L’altro mondo – fuoriescono dal genere giallo, che è fondato proprio sulla fissità degli elementi narrativi. La scrittura è più letteraria e l’investigatore è ispirato e porta il nome di una persona reale: Sebastiano “Bustianu” Satta, poeta e principe del foro di Nuoro tra Ottocento e Novecento. Anche il primo delitto è atipico: non si è mai visto un giallo che parte dal reato di abigeato, il furto di bestiame. A fine Ottocento in Barbagia, non esisteva neppure un’idea giudiziaria di giustizia, altro fondamento del giallo. Infine manca la città moderna, che è l’ingrediente forse più necessario di tutti. Come ha scritto Andrea Camilleri nella prefazione a Sempre caro: «Come si sa, un “giallo” non urbano è veramente perla rara».
PADOVA
L’Alligatore aka Marco Buratti
Autore: Massimo Carlotto Primo libro: La verità dell’Alligatore (E/O 1995) Periodo: 1990 –
Quando i confini della giustizia cedono – i giudici sono corrotti, i poliziotti picchiano e incastrano innocenti, i ricchi corrompono o non hanno voglia di fare sapere in giro le loro miserie – è il caso di chiamare l’Alligatore, sette anni di galera da innocente, amante del blues e del calvados, e i suoi amici aiutanti mezzi delinquenti Max la Memoria e Beniamino Rossini. L’Alligatore si muove al di fuori della legalità, dove la giustizia dello Stato non può arrivare, a Padova e in tutto il Veneto, a volte a Genova o in Sardegna. Durante le indagini incontra rispettati finanzieri, poliziotti violenti, pentiti manovrati, inquinatori ambientali, mafie russe e del Brenta, trafficanti di droga, amanti del sadomaso. L’Alligatore unisce il modello dell’investigatore drop-out dell’hard boiled americano alla certa vena complottista e anarcoide della sinistra italiana. Fare giustizia e denunciare l’ingiustizia, nei romanzi di Carlotto, coincidono.
PALERMO
Lorenzo La Marca e Comandante Spotorno
Autore: Santo Piazzese Primo libro: I delitti di via Medina Sidonia (Sellerio, 1996) Periodo: 1990 –
Lorenzo La Marca è un professore di biologia che si ritrova a indagare sull’apparente suicidio di un collega. Nelle indagini lo aiuta il commissario Spotorno, che sarà il protagonista del terzo libro della trilogia palermitana. Un’indagine a Palermo può avvenire solo se la mafia è ignorata o almeno lasciata in penombra. La criminalità organizzata, a Palermo e a Napoli, ha prodotto pochissimi polizieschi/gialli/noir, perché dove la legge è la mafia soltanto la mafia può farla rispettare. E se i protagonisti sono i criminali gli investigatori non durano molto.
PARMA
Sostituto Procuratore Bocchi
Autore: Alberto Bevilacqua Libro: Gialloparma (Mondadori, 1997) Periodo: 1986
Commissario Soneri
Autore: Valerio Varesi Primo libro: Ultime notizie di una fuga (Mobydick 1998) Periodo: 1998 – 2014
Le città di provincia, soprattutto quelle ricche del nord, sono posti dove il male si comporta in modo discreto. La morte violenta serve a rivelare la vita inconfessabile della città, i suoi peccati e le sue miserie. Gli investigatori a Parma sono due: il commissario Soleri di Valerio Varesi, le cui indagini si sviluppano spesso lungo il torrente che dà il nome alla città e segue piste che portano sull’Appennino o alle Cinque Terre; e il giudice Bocchi di Gialloparma di Alberto Bevilacqua, ispirato all’omicidio dell’imprenditore Carlo Mazza nel 1986.
PINETA
Barrista Massimo, commissario Fusco e i vecchietti del BarLume
Autore: Marco Malvaldi Primo libro: La briscola in cinque (Sellerio 2007) Periodo: 2010 –
La costa Toscana del BarLume di Malvaldi è un miscuglio di luoghi. Pineta però – ha detto Malvaldi in un’intervista – è soprattutto Tirrenia, e un po’ anche Marina di Pisa. Quando una città vera e propria non c’è – come nei romanzi di Flamigni o in I giovedì della signora Giulia di Piero Chiara – la rigidità del giallo serve a dare una struttura al mondo che si vuole raccontare e prendere in giro. Nel caso di Malvaldi è quello del BarLume del barista Massimo e dei vecchietti che investigano sui casi di cronaca nera avvenuti nei dintorni.
REGGIO CALABRIA
Pubblico ministero Alberto Lenzi
Autore: Domenico Gangemi Primo libro: Il giudice meschino (Einaudi 2009) Periodo: 2000 –
Dove comanda la criminalità organizzata, l’investigatore rischia molto a fare l’eroe. Il giudice Alberto Lenzi di Reggio Calabria, infatti, non ne ha l’indole e l’intenzione, è «meschino», pigro e indisciplinato e interessato più che altro alle donne. Soprattutto sa che la presenza della ‘ndrangheta non spiega mai ogni cosa. La realtà è sempre più complicata. Anche dove regna la mafia la mafia non ha l’esclusiva sul male.
ROMA
Publio Aurelio Stazio
Autore: Danila Comastri Montanari Primo libro: Mors tua (Mondadori, 1990) Periodo: I secolo d.C.
Giovanni Sperelli
Autore: Corrado Augias Primo libro: Quel treno da Vienna (1983) Periodo: 1911-1921
Commissario Francesco Ingravallo
Autore: Carlo Emilio Gadda Libro: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (Garzanti 1957) Periodo: 1930 –
Al contrario di Milano, a Roma gli investigatori sono rari. L’anima profonda della città ha rinunciato all’idea che possa esserci un ordine diverso dal caos, o dal “gnommero”, il garbuglio, come avrebbe detto don Ciccio Ingravallo del Pasticciaccio di Gadda. Per individuare quei pochi bisogna risalire indietro del tempo, anche perché Rocco Schiavone di Manzini – l’unico investigatore romano contemporaneo di una certa fama – è stato trasferito ad Aosta. Nella prima metà del I secolo dopo Cristo fu attivo Publio Aurelio Stazio, freddoloso investigatore epicureo, protagonista della serie di Danila Comastri Montanari, uscita per i Gialli Mondadori tra il 1990 e il 2015. Più recente, ma vecchio di un secolo, Giovanni Sperelli di Corrado Augias, il fratellastro dell’Andrea del Piacere di D’Annunzio, impegnato a districarsi nella storia. Vive negli anni Trenta, invece, Ingravallo, molisano, di gran lunga il più importante investigatore in città. «Tutti oramai lo chiamavano don Ciccio. Era il dottor Francesco Ingravallo comandato alla mobile: uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi. Di statura media, piuttosto rotondo della persona, o forse un po’ tozzo, di capelli neri e folti e cresputi che gli venivan fuori dalla fronte quasi a riparargli i due bernoccoli metafisici dal bel sole d’Italia». Gadda fa esplodere i canoni dell’indagine, e quindi del giallo, non solo per come scrive, ma soprattutto perché trovare il colpevole diventa l’ultima cosa che importi, e il mistero iniziale se mai si infittisce: nel Pasticciaccio la missione tipica dell’investigatore – risolvere il caso – si ramifica in milioni di direzioni, disperdendosi nella ricchezza aggrovigliata di Roma, nei suoi abitanti, interessi, mercati rionali, immergendosi in una metropoli in cui al personaggio dell’investigatore non resta che regredire – o forse progredire – fino allo stato del suo antenato più prossimo e distratto: il flâneur.
ROMAGNA
Primo Casadei, detto Terzo
Autore: Carlo Flamigni Primo libro: Giallo uovo (Sellerio 2002) Periodo: 2000 –
La riviera romagnola e le colline dell’entroterra sono la zona di Primo Casadei, uno che per modestia si fa chiamare Terzo, ha una moglie cinese che parla solo in romagnolo e un gruppo di amici bizzarri, tra cui il gigantesco Pavolone e Proverbio, che parla solo per frasi fatte. Poi c’è Macbetto Fusaroli, un commissario di polizia, che Primo – detto Terzo – aiuta volentieri a risolvere i casi.
TORINO
Commissario Santamaria
Autori: Fruttero&Lucentini Primo libro: La donna della domenica (Mondadori 1972) Periodo: 1970 –
Emiliano Mercalli di Saint-Just
Autore: Giancarlo De Cataldo Primo libro: Nell’ombra e nella luce (Einaudi 2014) Periodo: 1846 –
Sembra che a Torino gli investigatori non cerchino di risolvere un mistero, ma di svelare il segreto. L’indagine mantiene sempre una certa eleganza e ironia, e l’indagine serve più che altrove a raccontare come la modernità abbia attraversato la città. La donna della domenica di Fruttero & Lucentini è un ritratto di Torino a partire dalla sua borghesia, attenta alle apparenze e licenziosa, un repertorio di aneddoti e tic, dove tutti sono ossessionati dai terroni, che in pochi decenni si sarebbero fatti integrare. Ha detto Lucentini in un’intervista del 2002: «Di quel razzismo “interno”, a Torino non rimane più traccia. È stato assorbito, fagocitato, trasformato dalla presenza degli albanesi. Ormai lo stesso calabrese, perfettamente integrato, parla con fastidio dei romeni e dei marocchini presenti sul posto. Essi insidiano il suo idillio con la città, che ingloba anche il tifo per la Juventus. Nessuno respira più quelle brezze antimeridionali». L’idea di ambientare un giallo a Torino fu di Fruttero, che pensò anche di dare ad Anna Carla, la moglie giovane e bella dell’industriale protagonista del libro, un amico omosessuale. Anche il personaggio di Emiliano Mercalli di Saint-Just – il giovane capitano dei carabinieri reali nella Torino del 1948, di Nell’ombra e nella luce di Giancarlo De Cataldo – è una scusa per raccontare una città che, grazie alle prime industrie e all’influenza della polizia napoleonica, stava diventando moderna. (L’altra investigatrice torinese – la professoressa Camilla Baudino dei romanzi di Margherita Oggero – più che a una città appartiene al mondo della scuola)
VALPADANA
Maresciallo Gigi Arnaudi
Autore: Mario Soldati Libro: I racconti del maresciallo (Mondadori 1967) Periodo: 1965-1975
Ha scritto il critico Geno Pampaloni: I racconti del Maresciallo «mostrano la più quotidiana provincia italiana, opaca e furba nella sua domestica banalità». Il commissario Gigi Arnaudi, nato in Piemonte, ma di origine meridionale nonostante il cognome, è stato trasferito in un’imprecisata località della Val Padana. Ogni racconto inizia con una mangiata alla trattoria del Leon d’Oro o alle Tre Ganasce tra Arnaudi e il suo amico Mario Soldati (Flaiano diceva che Soldati fosse l’unico scrittore in grado di vivere la propria autobiografia). Il rapporto tra gli investigatori e il cibo non risulta ancora indagato.
VENEZIA
Commissario Guido Brunetti
Autore: Donna Leon Primo libro: Death at la Fenice (Harrow 1992) Periodo: 1990 –
L’unico investigatore veneziano è stato inventato da Donna Leon, una scrittrice americana che abita a Venezia, ma che ha espressamente vietato che i 25 libri della serie, tradotti in tutto il mondo, siano pubblicati anche in italiano. «Non voglio essere famosa, non mi piace essere famosa e non voglio essere famosa nel posto dove vivo. Semplicemente non mi piace», ha detto Leon in un’intervista. I romanzi del commissario Brunetti offrono un’immagine piuttosto stereotipata dell’Italia e insistono molto sulla connaturata corruzione dei suoi abitanti. È plausibile che Leon non abbia voglia di farlo sapere troppo in giro.
VIGATA
Commissario Salvo Montalbano
Autore: Andrea Camilleri Primo libro: La forma dell’acqua (Sellerio 1994) Periodo: 1994 –
Salvo Montalbano, nato a Catania il 6 settembre 1950 (oggi ha 65 anni), commissario a Vigata, provincia di Montelusa, casa al mare a Marinella, è il protagonista di 23 romanzi e decine e decine di racconti scritti da Andrea Camilleri dal 1994 a oggi. Come in ogni altro giallo ambientato in provincia, a partire da Sciascia, Piero Chiara e Soldati per continuare con Malvaldi e Flamigni, i luoghi raccontati non sono reali (o almeno non vogliono sembrarlo completamente). La differenza è che il mondo creato da Camilleri intorno al suo personaggio è così concreto da avere sviluppato un turismo reale in un luogo fantastico.