Quindi com’è il nuovo disco di Beyoncé?
Molto bello secondo i critici, forse il suo migliore: e c'entra anche l’aspetto non musicale, compresa la storia dell’infedeltà di Jay Z
È ormai passata una settimana da quando è uscito Lemonade, il nuovo disco di Beyoncé, disponibile per ora solo sul servizio di streaming musicale Tidal, o acquistabile su iTunes e Amazon Music (arriverà anche su Spotify e Apple Music, probabilmente). Le copie fisiche cominceranno a essere vendute dal 6 maggio. Beyoncé è probabilmente tra i quattro-cinque artisti mondiali di maggiore successo: come è successo recentemente con 25 di Adele o con The Life of Pablo di Kanye West, l’uscita di Lemonade è stata un vero evento, che ha attirato tantissime attenzioni di siti e giornali e che continua ad avere una grandissima popolarità sui social network: è una cosa che non riguarda solo la musica, ma più in generale tutta la cultura pop contemporanea.
Come si è arrivati a Lemonade
Il nuovo disco di Beyoncé, il suo sesto in studio, non era stato annunciato ufficialmente, ma da qualche settimana circolavano diverse voci che indicavano che stava per succedere qualcosa di significativo. Lemonade non è stato pubblicato per davvero “a sorpresa”, come era successo con il disco Beyoncé nel 2013, e come da allora hanno fatto diversi altri artisti famosissimi come Rihanna, Drake e gli U2. Oltre all’annuncio di un tour mondiale per quest’estate, l’indizio più grande era stato uno speciale su Beyoncé andato in onda sabato 23 aprile sul canale via cavo americano HBO, che conteneva un video per ciascuna delle 12 canzoni di Lemonade. Per questa ragione si sta parlando di Lemonade come di un “visual album”, cioè un disco accompagnato da video. L’unica canzone di Lemonade che era già uscita come singolo (altro indizio sull’uscita di un nuovo disco) era stata “Formation”, il cui video era stato pubblicato in occasione dell’ultimo Super Bowl, nel cui intervallo si è esibita Beyoncé.
Per Lemonade, ha scritto Rolling Stone, Beyoncé ha collaborato con cento persone tra cantanti, musicisti, produttori e autori. Tra questi, i più famosi (e molto influenti nell’ambiente discografico internazionale) sono il rapper Kendrick Lamar, tra i più apprezzati e promettenti artisti in circolazione, il chitarrista e cantante Jack White, il leader dei Vampire Weekend Ezra Koenig, i cantanti The Weeknd e James Blake, i produttori James Blake, Boots e Diplo.
Perché se ne parla così tanto
Un nuovo disco di Beyoncé basterebbe da solo a spiegare il trambusto che si è creato in questi ultimi giorni. Lemonade ha però dentro tantissime storie ed elementi che lo hanno reso ancora più discusso e particolare. Molti testi delle canzoni, e soprattutto alcune cose contenute nello speciale di HBO, parlano esplicitamente di un tradimento del marito di Beyoncé, il famosissimo rapper Jay Z. Nel testo della quarta canzone, “Sorry”, c’è un verso che dice: «He better call Becky with the good hair» (cioè “farebbe bene a chiamare Becky dai bei capelli”). Beyoncé e Jay Z sono una delle coppie più famose del mondo e negli Stati Uniti sono una specie di “istituzione”: e l’accusa pubblica di Beyoncé ha attirato moltissime attenzioni.
In molti, soprattutto nella Beyhive, come viene chiamata la comunità di fan di Beyoncé, hanno provato a capire chi fosse Becky. Storie e accuse di infedeltà di Jay Z non sono una cosa nuova, e circolarono molto soprattutto dopo la pubblicazione nel 2014 del video che mostrava Solange Knowles, sorella di Beyoncé, aggredire Jay Z in ascensore. Tra i principali nomi sono comparsi quello di Rachel Roy, una stilista che si diceva avesse avuto una relazione con Jay Z, e la cantante britannica Rita Ora. Entrambe hanno negato. Tra le altre cose, la cantante Iggy Azalea ha detto che secondo lei c’è del razzismo verso i bianchi nella scelta di Beyoncé di utilizzare il nome Becky (che viene usato talvolta nella comunità afroamericana per riferirsi alle donne bianche).
Un’altra cosa molto commentata di Lemonade e dello speciale di HBO è stata la forte presa di posizione di Beyoncé sui problemi razziali della comunità nera, e soprattutto delle donne nere: tra i tantissimi collaboratori al disco c’è anche Wirsan Shire, una poetessa di origini somale che si occupa spesso della condizione delle donne negli Stati Uniti. Nello speciale di HBO, fanno poi un’apparizione le madri di Trayvon Martin, Michael Brown e Eric Garner, tre dei molti ragazzi afroamericani uccisi negli ultimi anni dalla polizia americana. In una scena dello speciale, Beyoncé usa una mazza da baseball per distruggere un’auto parcheggiata: alcuni commentatori, soprattutto tra quelli conservatori, hanno parlato di “terrorismo urbano”: in un certo senso hanno usato l’argomento per attaccare anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che in passato aveva detto che Beyoncé era un ottimo modello per le sue figlie, Malia e Sasha.
Ma quindi com’è, alla fine?
In generale, Lemonade ha ricevuto recensioni molto positive. Pitchfork, uno dei più famosi e autorevoli siti di musica al mondo, ha dato a Lemonade il voto di 8,5: un po’ meno di quanto aveva dato al penultimo disco di Beyoncé (che aveva preso 8,8), ma comunque un punteggio molto alto. Secondo Pitchfork, i testi di Lemonade sono molto “cinematografici”, e il disco – anche da solo, senza i video – sembra una specie di film. Le canzoni che vanno da “Hold Up” a “6 Inch” (la seconda e la quinta del disco) sono secondo Pitchfork tra i migliori lavori della carriera di Beyoncé: in “Don’t Hurt Yourself”, la canzone registrata con Jack White, il cantato ricorda quello di Janis Joplin e Tina Turner. “Freedom”, quella realizzata con Kendrick Lamar, «riesce a fare due cose: a) parlare in modo intenso dei diritti civili e di guai personali, b) suonare come una pubblicità dell’Adidas».
Dal punto di vista musicale, secondo Pitchfork, la canzone meno interessante è “Daddy Lesson”, un pezzo che mischia dei fiati in stile New Orleans a un accompagnamento di chitarra molto orecchiabile: ciononostante, scrive Pitchfork, il testo sull’infedeltà del padre di Beyoncé è fondamentale per la struttura narrativa di Lemonade. Per il disco sono state utilizzate campionature di origini molto diverse tra loro: in “Hold Up” c’è un sample preso da “Maps” della band rock degli Yeah Yeah Yeahs, in “Don’t Hurt Yourself” invece è stata utilizzata”When the Levee Breaks” dei Led Zeppelin, mentre i fiati di “All Night” sono ispirati a quelli di “SpottieOttieDopaliscious” degli Outkast.
Consequence of Sound ha scritto che lo speciale di HBO è stato fondamentale per scongiurare il rischio che tutta la discussione su Lemonade ruotasse solo intorno alla presunta infedeltà di Jay Z (cosa a cui comunque ci si è avvicinati, per qualche giorno). Molti critici in ogni caso hanno apprezzato la scelta di Beyoncé di trattare in maniera così esplicita ed efficace una questione personale come il tradimento di Jay Z. A differenza di quanto dice Pitchfork, secondo CoS Lemonade è il miglior disco di Beyoncé, perché è la perfetta combinazione tra i traguardi musicali di 4, del 2011, e quelli autoriali di Beyoncé, del 2013. Beyoncé è differente dagli altri artisti, dice CoS, perché non si siede sul conformismo del pop contemporaneo ma segue il proprio istinto e le proprie idee musicali. In molti hanno apprezzato la varietà musicale di Lemonade: nel disco ci sono canzoni prettamente pop (come “Sorry”) insieme a pezzi più rock (“Don’t Hurt Yourself”) o soul (“All Night”), ballad molto classiche (“Sandcastles”), insieme a canzoni meno immediate (“6 Inch”).
John Pareles, il critico di pop del New York Times, ha scritto che Lemonade è stato probabilmente pensato più come disco-intero che come contenitore di singoli adatti alla radio, e le modalità di distribuzione sembrano confermare questa ipotesi. Spin ha dato al disco un voto di 9/10, scrivendo che «è dai tempi di Michael Jackson che non abbiamo assistito a un’ex star teenager che si è evoluta in un adulto con capacità pop così all’avanguardia, ambizioni mitologiche e abilità nel confezionare canzoni». Rolling Stone ha dato a Lemonade 5 stelle su 5, scrivendo che è il disco di Beyoncé «emotivamente più estremo, ma anche il più coraggioso dal punto di vista musicale». Secondo Rolling Stone Beyoncé ha sempre aspirato, fin dall’inizio, a raggiungere uno status da supereroe: e con Lemonade conferma tutto quello che ci si aspetta da un supereroe. Chris Richards, il critico di pop del Washington Post, ha invece scritto una cosa interessante sull’impatto sociale di Lemonade:
Con Lemonade, [Beyoncé] non è mai stata più chiara sulla sua posizione. Potrà anche essere una celebrità irraggiungibile e isolata, ma è sempre una donna nera che vive in una nazione piena di odio per i neri e per le donne. Il suo stesso essere una star diventa una forma di opposizione. Con la sua musica, proietta un’invincibilità che fa sì che i suoi ascoltatori meno-invincibili si sentano più come lei. Rende le difficoltà della vita più affrontabili. Era una cosa di David Bowie, era una cosa di Prince, è sempre stata una cosa dell’hip-hop, ed è molto una cosa di Beyoncé.
Anche il Guardian, che ha dato a Lemonade 4 stelle su 5, ha sottolineato l’importanza di un disco così “politico” da parte di una superstar come Beyoncé: «In un’era in cui il pop tende a non dire un granché, c’è sicuramente qualcosa di enorme nel fatto che un’artista come Beyoncé faccia una cosa simile: sempre di più, sembra che veda il suo successo e la sua celebrità come un mezzo per raggiungere uno scopo, più che come qualcosa da mantenere a tutti i costi». Secondo il Guardian, Beyoncé è l’unica grande pop star che stia provando a fare sperimentazione musicale, e a «spostare i confini» della propria musica. Anche altri ci hanno provato, come Rihanna e Kanye West nei loro ultimi dischi Anti e The Life of Pablo, ma quei dischi erano «al più dei coraggiosi e intriganti pasticci», ed era evidente che i due artisti avessero faticato a mettere insieme ordinatamente le proprie idee. «Lemonade, al contrario, sembra un successo, fatto da qualcuno che ha davvero tutto sotto controllo».