La vita nel campo profughi di Smirne
Un fotografo di Getty Images è stato in uno dei campi aperti in Turchia per accogliere i migranti provenienti soprattutto dalla Siria
Da quando è stata chiusa la cosiddetta “rotta balcanica” – quella usata dai migranti per risalire dalla Grecia fino alla Germania, passando per i paesi dei Balcani – moltissimi migranti sono rimasti bloccati in Turchia senza possibilità di proseguire il loro viaggio. In territorio turco oggi ci sono 25 campi profughi che ospitano persone di diverse nazionalità, tra cui molti siriani. Negli ultimi mesi il governo turco si è impegnato a migliorare la situazione dei migranti, che però è rimasta critica: molte persone hanno ancora un accesso limitato al sistema sanitario e a quello educativo e faticano a trovare una sistemazione stabile. Alcune famiglie sono entrate in edifici abbandonati, altre sono state costrette ad andare in uno dei campi profughi organizzati in Turchia. Anche trovare un lavoro non è facile: i permessi di lavoro che il governo turco concede ai profughi non sono ottimali, e spesso danno retribuzioni limitate rispetto agli orari lavorativi richiesti. Il fotografo di Getty Images Chris McGrath è stato nel campo profughi di Smirne, una città di più di quattro milioni di abitanti nella Turchia occidentale. McGrath ha fotografato la desolazione del campo profughi, fatto per lo più di tende rovinate e di fortuna.
Chris McGrath è un fotografo australiano che lavora per Getty Images dal 2001. Negli ultimi 12 anni ha coperto molti grandi eventi sportivi, come i Mondiali di calcio e la Coppa del mondo di rugby, e diverse notizie di rilevanza internazionale, come lo tsunami che colpì l’Asia nel 2004 e l’elezione del presidente statunitense Barack Obama. McGrath ha anche ottenuto per i suoi lavori diversi riconoscimenti e premi internazionali.