Sulla morte di Prince
Era un grandissimo musicista e un pezzo della storia culturale americana e occidentale degli scorsi decenni: di quelli che non ce ne sono simili
Prince, una delle più grandi pop star nella storia della musica, è morto giovedì 21 aprile a Paisley Park, la residenza-sede-studio che aveva fatto costruire a Chanhassen, vicino a Minneapolis nel Minnesota. Il vero nome era Prince Rogers Nelson. Aveva 57 anni ed era stato uno dei cantautori più importanti e popolari della musica statunitense e mondiale, frequentando generi diversi dal R’n’B al rock al pop, e declinando in modi vari e unici il suo genere di black music.
La notizia della morte di Prince
Alle 9,43 di giovedì mattina la polizia della contea ha ricevuto una chiamata che parlava di un uomo in stato di incoscienza, ed è arrivata a Paisley Park: il corpo di Prince si trovava in un ascensore e non è stato possibile rianimarlo. Il coroner lo ha dichiarato morto. La notizia è stata data per primo dal sito TMZ, che si occupa di spettacolo e gossip, citando fonti della polizia, e poco dopo confermata dall’agenzia AP che aveva parlato con un portavoce di Prince. Sempre secondo TMZ, sei giorni fa Prince era stato ricoverato per overdose e non per una forte influenza, come era stato dichiarato dal suo staff: la notizia non è ufficiale e si attendono conferme o smentite.
Le reazioni online alla morte di Prince
Malgrado ci fossero state recenti notizie su problemi di salute di Prince che non parevano gravi, la sua morte a soli 57 anni ha spiazzato e colpito i suoi fans e i suoi colleghi e conoscenti: musicisti, attori e altri personaggi famosi hanno pubblicato sui social network molte reazioni incredule e addolorate.
I ricordi e memoriali improvvisati
Persone, istituzioni, locali soprattutto negli Stati Uniti hanno da subito voluto partecipare al lutto per la morte di Prince radunandosi, portando fiori, creando memoriali o illuminazioni, e privilegiando il colore viola, dal nome di uno dei suoi dischi più famosi.
La carriera musicale di Prince
Prince si chiamava davvero Prince di nome, Prince Rogers Nelson: lo aveva chiamato così suo padre, musicista, che usava il nome come pseudonimo d’arte. Prince aveva cominciato a suonare e creare canzoni da bambino: il suo primo disco lo pubblicò nel 1978, a vent’anni: coi successivi ottenne subito grandi successi, che diventarono straordinari e mondiali negli anni Ottanta, in particolare con Purple Rain e Parade. Continuò a pubblicarne decine, attraversando periodi di conflitto con le case discografiche e trasformando più volte i nomi d’arte con cui pubblicava. Il suo ultimo disco, Hit n Run, era uscito nel 2015.
Le canzoni di Prince
I primi grandi successi americani Prince li ebbe con le canzoni Little red corvette e 1999, ma nel resto del mondo divenne famosissimo soprattutto con “When doves cry” nel disco Purple rain. Poi ci furono “Kiss” e “Sign o’ the times”, e molte altre: da alcuni dischi pubblicò molti singoli. Dagli anni Novanta il successo dei suoi dischi – anche a causa della sua volontà di gestire da solo la propria carriera e promozione – diminuì molto, e alcune belle canzoni che pure continuò a creare non ebbero più quella popolarità.
Purple rain
Fu probabilmente il disco più importante nel corso della estesa e varia carriera di Prince: uscì nel 1984 e conteneva la ballata omonima che divenne un momento centrale dei suoi concerti e “When doves cry”, tra le altre. E fu un film, molto meno notevole.
Kiss e Parade
In queste settimane era stato il trentesimo anniversario del disco più venduto della carriera di Prince e di una delle sue canzoni più famose.
Prince chitarrista
La fama di Prince dovuta al successo delle canzoni e dei suoi dischi, al suo personaggio, alla sua immagine sul palco, la dimensione della sua importanza nell’industria musicale, la ricaduta delle sue canzoni nella musica dance in tutto il mondo, facevano sì che fosse meno nota al grande pubblico la sua eccezionale qualità di musicista e in particolare di chitarrista: che invece era uno degli elementi principali della sua musica.
Prince per i suoi fans
Ne aveva tantissimi in tutto il mondo, ammirati o affezionati alla sua musica. Ma anche il suo modo raro di essere una grande celebrità, concedendosi poco alle routine dell’informazione pubblica e mantenendo una grande attenzione a proteggere quello che era e che voleva essere, sono stati un modello per tantissime persone, che ora lo dicono sui social network.
La notizia sui giornali il giorno dopo
Oggi le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo danno alla notizia della morte di Prince molto spazio (quelle italiane meno), con scelte grafiche più o meno originali.