Francisco Costa e Italo Zucchelli lasciano Calvin Klein
Dopo aver diretto rispettivamente la linea uomo e donna per più di dieci anni: ora verranno dirette da un unico stilista
Francisco Costa e Italo Zucchelli hanno lasciato la direzione creativa di Calvin Klein, che ha deciso di unificare le linee uomo e donna sotto la direzione di un unico stilista. La notizia è stata data dall’azienda martedì pomeriggio: non è stato ancora annunciato chi prenderà il posto di Costa e Zucchelli e fino ad allora le prossime collezioni saranno disegnate dall’intero team creativo di Calvin Klein. Le collezioni non saranno presentate alle prossime settimane della moda – a giugno quella maschile e a settembre quella femminile – ma verranno mostrate soltanto alla stampa e ai buyers, cioè i compratori.
Costa, ex assistente di Tom Ford a Gucci, era a Calvin Klein dal 2001 e dirigeva la linea donna dal 2003, dopo il ritiro di Calvin Klein, fondatore del marchio; Zucchelli, che in precedenza aveva lavorato da Jil Sander, era direttore creativo della linea maschile dal 2004 (del suo lavoro, apprezzato per aver innovato Calvin Klein pur mantenendo i tratti tipici di minimalismo e sensualità, avevamo scritto qui). Da mesi gli addetti ai lavori scrivono che il loro posto sarà preso dal belga Raf Simons, che a ottobre 2015 si è dimesso dalla direzione artistica di Christian Dior. Lo stile minimalista di Simons si adatterebbe bene, secondo gli esperti, alla tradizione di Calvin Klein.
Il marchio Calvin Klein è stato acquistato nel 2003 da PVH – Phillips-Van Heusen, allora il più grande produttore di camicie negli Stati Uniti – per 400 milioni di dollari (350 milioni di euro) in denaro, 30 milioni di dollari (26 milioni di euro) in azioni e fino a 300 milioni di dollari (250 milioni di euro) in royalties, scrisse all’epoca il New York Times. Nel 2015 le vendite di Calvin Klein sono arrivate a 8,2 miliardi di dollari (7,2 miliardi di euro) in tutto il mondo, il 228 per cento in più dei 2,5 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) nel 2003. Il 60 per cento delle vendite riguarda Canada e Stati Uniti. Nel 2015 i guadagni sono stati 2,9 miliardi di dollari.