I libri che hanno vinto i Pulitzer 2016
Parlano della guerra in Vietnam, dell'ISIS e del surf
Il 18 aprile sono stati assegnati i premi Pulitzer 2016: quest’anno ricorre il centenario dei premi, che furono consegnati – per le sole categorie Reporting, Editorial Writing, History e Biography – per la prima volta nel 1917 grazie al lascito del giornalista ed editore ungherese-americano Joseph Pulitzer alla Columbia University di New York. Nel tempo le categorie sono aumentate e ora interessano non solo lavori di giornalismo, ma anche opere di narrativa, di teatro, musicali o saggi.
Le sei categorie che premiano opere letterarie e teatrali sono: Fiction (cioè narrativa, vengono premiati romanzi ma anche raccolte di racconti), Drama (cioè opere teatrali), History (cioè saggi di storia), Biography or Autobiography (cioè saggi biografici o autobiografici), Poetry (cioè raccolte di poesia) e General Non-Fiction (ovvero saggistica di diversi temi).
Il romanzo che ha vinto il Pulitzer per la narrativa 2016
Vincitore del premio Pulitzer Fiction è The Sympathizer dello scrittore vietnamita-americano Viet Thanh Nguyen; è il suo romanzo d’esordio e non è stato ancora tradotto in italiano. The Sympathizer inizia nel 1975 a Saigon, rinominata Ho Chi Minh alla fine della Guerra del Vietnam. Il protagonista del romanzo, che non viene mai nominato, è un simpatizzante dei comunisti che poco prima della fine della guerra fugge a Los Angeles come infiltrato in un gruppo di sudvietnamiti (alleati degli americani durante il conflitto) per spiarli; figlio di un francese che lo ha trascurato e di una vietnamita povera, prima della guerra il protagonista aveva studiato negli Stati Uniti, dove si era avvicinato alle idee comuniste. The Sympathizer è una storia di spionaggio, ma anche un romanzo storico che racconta cosa ha significato la Guerra del Vietnam e cosa ne è rimasto grazie a film e opere letterarie. I critici hanno apprezzato questo romanzo anche per il suo aspetto satirico: il registro di The Sympathizer infatti è quello dello humour nero. Nel corso della storia il protagonista si ritrova a dover fare i conti tra due identità diverse, finisce per fare da complice in alcuni omicidi e a lavorare per un film di Hollywood molto simile ad Apocalypse Now.
Anche i genitori di Viet Thanh Nguyen fuggirono dal Vietnam nel 1975; lo scrittore passò i primi tre anni di vita in un campo profughi a Fort Indiantown Gap, in Pennsyvlania, e poi fu separato dai suoi famigliari per vivere con una famiglia affidataria per un periodo. Ha studiato a lungo la guerra in Vietnam, cercando di capire com’è stato raccontato nel tempo e come oggi viene visto e ricordato. Sullo stesso tema ha scritto anche Nothing ever dies, un saggio uscito due settimane fa: sostiene entrambe le parti che partecipano a un conflitto abbiano dei torti e racconta come oggi i vietnamiti siano riluttanti ad ammettere i crimini commessi contro cambogiani e laotiani.
Gli altri libri vincitori dei Pulitzer 2016
Il premio per la General Non-Fiction è stato assegnato a Black Flags: The Rise of ISIS di Joby Warrick, che racconta la storia dello Stato Islamico a partire da una prigione in Giordania nel 1999. In particolare, il saggio di Warrick si concentra sulla figura di Abu Musab al-Zarqawi, che nel 2000 decise di fondare un suo gruppo con obiettivi diversi da quelli di al Qaida “tradizionale”, e sugli errori dei governi occidentali che hanno favorito lo sviluppo dello Stato Islamico.
Il premio per la saggistica di tema storico, la categoria History, è stato assegnato a Custer’s Trials: A Life on the Frontier of a New America di T.J. Stiles, una biografia del generale George Armstrong Custer, ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti durante la Guerra di Secessione e le Guerre Indiane. Invece, il premio per la categoria Biography or Autobiography è andato a Barbarian Days: A Surfing Life del giornalista del New Yorker William Finnegan, un memoir sulla passione dell’autore per il surf, che da sport diventa «un passatempo pericoloso, uno stile di vita». Finnegan racconta il surf sia come un’ossessione sia come una lenta attività di apprendistato. Barbarian Days sarà pubblicato in italiano a giugno con il titolo Giorni selvaggi. Una vita sulle onde dalla casa editrice 66thand2nd.
Vincitore nella categoria dedicata alla poesia è Ozone Journal del poeta armeno-americano Peter Balakian. È una raccolta di 54 poesie che tra le altre cose raccontano l’esperienza vissuta dall’autore quando nel 2009 andò nel deserto siriano per assistere alla riesumazione delle ossa delle vittime del genocidio degli armeni insieme a una troupe televisiva. Alcune liriche sono ricordi della fine del matrimonio di Balakian, della sua vita da padre single nella Manhattan degli anni Novanta, o delle conversazioni con un cugino malato di AIDS.