“Le Hawaii del Canada”
Da anni alcuni politici chiedono di annettere le piccole isole di Turks e Caicos: ma nessun altro sembra essere d'accordo
di Ishaan Tharoor – The Washington Post
Apparentemente il Canada e l’arcipelago di Turks e Caicos non sembrano avere molto in comune. Il primo è un gigantesco paese in Nord America con montagne innevate, baie ghiacciate e pianure gelate, mentre l’altro è un piccolo insieme di isole baciate dal sole nei Caraibi che ufficialmente non è nemmeno un paese, ma un territorio sotto la sovranità del Regno Unito. Il Canada e le isole di Turks e Caicos, però, sono unite da un sogno singolare: che l’arcipelago caraibico possa un giorno diventare una nuova provincia del Canada. Come le Hawaii con gli Stati Uniti.
A dir la verità, non sono in molti a condividere questo sogno. La possibilità di un’unione politica del genere, tuttavia, è in discussione in entrambi i territori da diverso tempo: più precisamente dal 1917, quando l’allora primo ministro canadese Sir Robert Borden propose l’idea al governo di Londra, senza successo. La proposta è stata ridiscussa lo scorso fine settimana al congresso del Partito Neodemocratico (NDP) canadese, il terzo per numero di seggi nel Parlamento del paese. Di sicuro i membri dell’NDP hanno cose più urgenti di cui parlare, non da ultimo della complicata lotta per la guida del partito, che alle elezioni nazionali dello scorso anno ha perso parecchi voti. Ciononostante una delle circa dieci risoluzioni proposte nel comunicato ufficiale che ha preceduto il congresso citava anche «la possibilità che il Canada trasformi Turks e Caicos in una meta turistica alla portata di tutti», per poi concludere che il Canada dovrebbe incoraggiare «una discussione con il popolo e il governo delle isole Turks e Caicos e con il governo britannico affinché l’arcipelago diventi l’11esima provincia canadese (il Canada attualmente comprende 10 province e tre territori)».
La proposta non sarebbe poi così assurda. Nel corso della sua storia il Canada ha inglobato diversi altri territori britannici. A differenza della battaglia per l’indipendenza degli Stati Uniti, la separazione politica del Canada dal Regno Unito è stata un’evoluzione concordata da entrambe le parti. Dopo tutto, poi, se delle isole britanniche nell’Oceano Pacifico possono rientrare nella giurisdizione della Nuova Zelanda o dell’Australia, sicuramente lo stesso principio, in teoria, potrebbe essere applicato dal Canada per dei territori nell’Oceano Atlantico. Ma ovviamente quello che sulla carta funziona può comunque sembrare un’idea stupida nella realtà. Anche se gli abitanti dell’arcipelago dovessero essere d’accordo (l’entusiasmo dell’opinione pubblica nelle isole per un legame più stretto con il Canada, che in passato era alto, oggi è diminuito), ci sarebbe poi da convincere la Regina Elisabetta a cedere un prezioso territorio britannico, un compito ben più complicato.
La logica politica dei principali sostenitori dell’annessione in Canada si può ridurre verosimilmente a un desiderio disperato di caldo. «Il Canada ha davvero bisogno di avere una sua versione delle Hawaii», disse nel 2014 il politico conservatore canadese Peter Goldring. «Gli Stati Uniti ce le hanno le loro Hawaii. Perché il Canada non può averle?». Le isole Turks e Caicos hanno una popolazione di circa 40mila abitanti e un’infinità di destinazioni turistiche, dalle spiagge ai campi da golf, molto popolari in Canada, e si dice che possano essere tra i primi territori che Cristoforo Colombo avvistò e forse toccò nel suo viaggio attraverso l’Atlantico nel 1492. I britannici amministrarono le isole di Turks e Caicos dalla Giamaica fino a quando questa non ottenne l’indipendenza nel 1962, mentre il movimento per l’indipendenza di Turks e Caicos si sgonfiò poco dopo essere nato negli anni Ottanta. Gli abitanti dell’arcipelago hanno la cittadinanza britannica, e tra il 2009 e il 2012 hanno potuto assistere a un intervento diretto del governo di Londra quando le autorità britanniche cercarono di ripulire dalla corruzione le isole, che per un breve periodo sono state anche usate come redditizio “paradiso fiscale” off shore per alcune ricche élite internazionali.
Difficilmente la mozione dell’NDP – sommersa com’era da molte altre risoluzioni – sarà stata presa molto sul serio dai delegati che hanno partecipato al congresso di Edmonton, nella provincia canadese dell’Alberta. Ma per quanto sembri improbabile, questa non è la prima volta che il partito ha discusso seriamente della possibilità di rendere l’arcipelago parte del Canada. Nel 1973 Max Saltsman, membro dell’NDP, presentò una mozione per annettere le isole Turks e Caicos, che all’epoca erano amministrate dalle Bermuda (un altro territorio sotto la sovranità britannica), motivandola col fatto che in questo modo i dollari dei turisti canadesi sarebbero rimasti in Canada. «All’epoca», sottolinea il quotidiano canadese Globe and Mail, «le isole Turks e Caicos avevano solo otto alberghi, non c’era acqua dolce e gli abitanti erano meno di 6mila». La proposta non arrivò mai alla Camera dei Comuni del Parlamento canadese. Nel corso degli anni altre persone hanno continuato a perorare la causa dell’annessione dell’arcipelago. Tra queste spicca Goldring, che ne è stato promotore per dieci anni fino all’anno scorso, quando si è dimesso da parlamentare. Nel 2004 la provincia della Nuova Scozia ha offerto alle isole Turks e Caicos la possibilità di diventare parte delle provincia, nel caso in futuro dovessero essere annesse al Canada. In questo modo i politici della capitale canadese Ottawa non sarebbero costretti a far approvare un emendamento costituzionale per creare una nuova provincia.
Il dibattito sulla possibilità di creare delle Hawaii canadesi si è però raffreddato dopo la visita a Ottawa del primo ministro dell’arcipelago, Rufus Ewing, nel 2014. «Non ho troppa fretta di passare dal controllo di un paese a un altro, da un padrone all’altro», disse Ewing all’epoca ai giornalisti. «Gli abitanti di Turks e Caicos devono prima dimostrarmi di volere una cosa simile e poi nel caso staremo a vedere». Anche da parte canadese diversi importanti politici hanno scartato questa possibilità. «Il primo ministro non è venuto a chiedere che le isole diventino l’11esima provincia del Canada, e noi non stiamo trattando per annetterle al Canada», disse l’allora ministro degli Esteri John Baird. «Non è quindi una possibilità che stiamo vagliando. Non stiamo cercando di concludere nessuna associazione formale con le isole».
Nel suo ultimo discorso in Parlamento nel giugno 2015, Goldring non aveva ancora abbandonato le speranze: «Quando il Canada e le isole di Turks e Caicos stabilirono i primi contatti, quasi 150 anni fa, i mulini a vento di legno pompavano l’acqua marina verso grandi bacini di evaporazione per poter ottenere il sale dell’oceano», spiegò Goldring con dovizia di particolari storici, «i pescatori canadesi compravano grandi quantità di questo sale per i loro pescherecci, che lo usavano per conservare il pesce». Secondo Goldring, i tentativi da parte del Canada per annettere le isole sarebbero ancora un «lavoro in corso».
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