I lavori in vista delle Olimpiadi di Rio vanno bene, nonostante tutto
Negli ultimi anni in Brasile è andato tutto storto, tranne una cosa: le strutture dove si terranno i Giochi sono (incredibilmente) quasi pronte
di Jonathan Levin, Tariq Panja e David Biller - Bloomberg
All’inizio del 2014 un importante membro del Comitato Olimpico Internazionale, di ritorno da una visita a Rio de Janeiro, descrisse i preparativi alle Olimpiadi del Brasile come i peggiori che avesse mai visto. Da allora è successo di tutto: il Brasile è stato colpito da una grave recessione, decine di dirigenti del settore edile sono stati coinvolti in uno scandalo nazionale sulla corruzione ed è stata avviata la procedura di impeachment contro la presidente del paese, Dilma Rousseff. In tutto questo, sorprendentemente, i lavori di preparazione per le Olimpiadi sono a buon punto. In quella che sembra essere una delle poche note positive in un paese colpito da crisi su tutti i fronti, a circa quattro mesi dalla cerimonia inaugurale il 95 per cento delle strutture in cui si svolgeranno le Olimpiadi sono già state completate, stando al comitato organizzativo, e secondo i dati la spesa è rimasta in gran parte sotto controllo.
Le preoccupazioni sullo stato di avanzamento dei progetti di costruzione sono state una costante di ogni edizione recente delle Olimpiadi, e in particolare di quelle nei paesi in via di sviluppo. Ma mai come per i giochi di Rio l’angoscia è sembrata legittima. Persino il sindaco di Rio, Eduardo Paes, ha ammesso come dopo l’inizio dell’inchiesta sulla corruzione si sia sentito ripetere costantemente dagli scettici che i lavori sarebbero stati compromessi. «Non è successo», ha detto Paes durante una recente intervista, «e vi posso garantire che non succederà».
Questo non significa però che le Olimpiadi di Rio non abbiano effettivamente dei problemi. Alcuni progetti – come la pista per il nuovo velodromo, in ritardo sulla tabella di marcia – preoccupano ancora; l’epidemia del virus Zika sta mettendo alla prova le infrastrutture sanitarie del paese; la maggior parte dei brasiliani al momento non sembra essere interessata ai giochi. Finora è stata venduta solo la metà dei biglietti per le gare: una quota talmente bassa che non si è ancora sviluppato un mercato secondario (in Brasile rivendere i biglietti è formalmente illegale, ma vista la quantità di biglietti invenduti non c’è stato bisogno di creare un mercato ufficiale per la rivendita).
Nel 2014, tuttavia, la vendita dei biglietti era l’ultimo dei problemi per Rio. Nell’aprile di quell’anno – a pochi mesi dai mondiali di calcio – uno dei vicepresidenti del Comitato Olimpico, John Coates, disse durante un forum a Sidney che il ritardo nei lavori a Rio era diventato «critico». Nemmeno Atene, famosa per aver terminato i lavori pochissimo prima l’inizio dei Giochi del 2004, era messa così male, disse Coates. Il messaggio arrivò in Brasile. In breve il governo federale brasiliano e i governi locali riuscirono ad appianare le divergenze su chi avrebbe dovuto finanziare diversi progetti, e l’accordo si rivelò fondamentale per accelerare i lavori. Secondo Jules Boyjoff, un professore della Pacific University dell’Oregon e autore di un libro sulla storia delle Olimpiadi, la svolta è stata notevole: «La situazione non è perfetta, ma rispetto alle preoccupazioni espresse a gran voce da Coates due anni fa è tutta un’altra cosa».
Nonostante i progressi, i disordini nel paese hanno fiaccato l’entusiasmo per i Giochi. La maggior parte dei brasiliani è concentrata sullo sviluppo degli eventi a Rio, dove la presidente Dilma Rousseff sta cercando a fatica di evitare l’impeachment e il suo predecessore – Luiz Inácio Lula da Silva, l’uomo che ha contribuito a portare le Olimpiadi e i mondiali di calcio in Brasile – rischia l’arresto nell’ambito della sempre più profonda indagine sulla corruzione nel paese. Le proteste politiche e la crisi di bilancio in ogni settore del governo hanno sollevato nuovi timori per la sicurezza, e non è chiaro come gli avvicendamenti nel governo – che coinvolgono anche il ministro per il Turismo, che si è dimesso recentemente – possano influenzare i Giochi. Moltissime persone nel mondo della politica e tra gli imprenditori brasiliani sono rimasti coinvolti nello scandalo sulla corruzione. Tra questi c’è anche Marcelo Odebrecht, la cui società gestiva miliardi di reais, la moneta brasiliana, per diversi progetti per le Olimpiadi. La polizia e i pubblici ministeri brasiliani stanno indagando su due progetti direttamente legati ai Giochi: un progetto di riqualificazione urbana nella zona portuale nel centro di Rio e una linea della metropolitana che porterà dal quartiere degli alberghi di Rio alle sedi in cui si terranno le gare.
«Stiamo organizzando una grande festa, ma a volte abbiamo la sensazione che il paese non sia dell’umore giusto per festeggiare», ha detto il portavoce di Rio 2016 Mario Andrada. «Abbiamo più o meno quattro mesi per cambiare l’umore della popolazione». I lavori, se non altro, saranno finiti.
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