L’editoriale del New York Times su Giulio Regeni

«L'Italia ha chiesto agli altri governi europei di mettere sotto pressione l'Egitto», ma il silenzio della Francia è stato «vergognoso»

Uno striscione per Giulio Regeni, Roma, 10 aprile 2016
(ANSA/ANGELO CARCONI)
Uno striscione per Giulio Regeni, Roma, 10 aprile 2016 (ANSA/ANGELO CARCONI)

Un editoriale di giovedì 14 aprile del New York Times si intitola “Upping the Pressure on Egypt”, “Aumentare la pressione sull’Egitto”: parla di Giulio Regeni, il ricercatore universitario italiano scomparso, torturato e ucciso al Cairo, e delle continue violazioni dei diritti umani in Egitto, e chiede alle “democrazie occidentali” di riconsiderare le loro relazioni con quel paese.

«Le violazioni dei diritti umani in Egitto sotto il presidente Abdel Fattah Al Sisi hanno raggiunto nuovi picchi, ma i governi occidentali che fanno affari e armano l’Egitto hanno proseguito come sempre, con la scusa della sicurezza regionale e degli interessi economici. Ora un’indagine in fase di stallo sul rapimento e l’omicidio di uno studente italiano ha costretto almeno uno di questi paesi, l’Italia, a riconsiderare i propri rapporti con l’Egitto: è tempo che anche le altre democrazie occidentali riconsiderino i loro».

L’editoriale dice che «il peso della repressione di Al Sisi è caduto sugli egiziani, migliaia dei quali sono stati arrestati, e molti torturati e uccisi». Tra le vittime c’è anche Giulio Regeni.

«Come gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito, anche l’Italia contava sull’Egitto per fermare l’espansione dello Stato Islamico e trovare una soluzione al caos della Libia. L’Italia è anche uno dei principali partner commerciali dell’Egitto. Ma l’indignazione pubblica in Italia per la morte di Regeni e l’indagine congiunta con le autorità egiziane che non sta andando da nessuna parte sta costringendo il presidente del Consiglio Matteo Renzi ad agire».

Venerdì 8 aprile Maurizio Massari, l’ambasciatore italiano in Egitto, è stato richiamato in Italia, in seguito al fallimento di un incontro a Roma tra una delegazione italiana coordinata dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e gli investigatori egiziani che stanno indagando sulla morte di Regeni, trovato morto al Cairo il 3 febbraio.

«L’Italia ha chiesto agli altri governi europei di mettere sotto pressione l’Egitto. Martedì scorso il governo britannico ha chiesto un’indagine completa e trasparente sull’omicidio di Regeni, ma lo ha fatto solo dopo che una petizione firmata da più di 10 mila persone lo ha costretto a una risposta».

Infine, conclude il New York Times:

«C’è stato un vergognoso silenzio dalla Francia, il cui presidente François Hollande andrà al Cairo lunedì per firmare un contratto da 1,1 miliardi di dollari in armi».

L’accordo, scrive il New York Times, «sfiderà la risoluzione adottata dal Parlamento europeo lo scorso mese che chiede a tutta l’UE il divieto di esportazione di equipaggiamenti e aiuti militari all’Egitto, in risposta al “messaggio agghiacciante della morte di Regeni” in un “clima di impunità quasi totale”». Conclude il New York Times: «È il momento di far seguire a queste parole l’azione. La risoluzione dell’UE fornisce un elenco dettagliato delle misure che i paesi europei dovrebbero prendere. Il fallimento di queste misure non potrà che dare il via libera ad altre brutalità del regime di Al Sisi».