Le assoluzioni per il “caso Centurione”
Ricordate i titoli del 2012 sulla presunta "cricca" al ministero dell'Agricoltura? Dopo quattro anni di indagini e processi sono stati tutti assolti, "i fatti non sussistono"
Dopo circa quattro anni di indagini e processi, il tribunale di Roma ha assolto l’ex capo di gabinetto del ministero delle Politiche agricole ambientali e forestali Giuseppe Ambrosio e altre sette persone, imprenditori e funzionari del ministero (Mipaaf), dall’accusa di aver condizionato l’assegnazione di lavori e incarichi con fondi pubblici. I giudici hanno stabilito che per tutti gli imputati “il fatto non sussiste” e hanno ordinato il dissequestro dei loro beni. Il caso nel 2012 era stato molto raccontato dai giornali con il nome “operazione Centurione”, dal soprannome di Ambrosio, principale indagato.
Nel dicembre del 2012 nell’inchiesta “Centurione” vennero indagate 37 persone e arrestati vari imprenditori, dirigenti e funzionari del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. I fatti contestati, secondo la procura di Roma, erano avvenuti negli anni tra il 2007 e il 2011 quando erano ministri Paolo De Castro e poi Luca Zaia, Giancarlo Galan e Francesco Saverio Romano: il sospetto era che circa 40 appalti per 32 milioni di euro fossero stati assegnati in cambio di tangenti e altri favori a una ventina di aziende.
Tra gli arrestati c’era anche Giuseppe Ambrosio, che negli anni delle contestazioni era stato direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, capo della segreteria del sottosegretario Franco Braga ed ex capo di gabinetto dei ministri Zaia e Galan. Ambrosio venne accusato di aver favorito, in cambio di tangenti, alcuni imprenditori, e anche di avere collaborato alla concessione di contributi pubblici a favore del comune di Maratea e di Todi per 63 mila e 125 mila euro ottenendo che non venissero eseguiti dei controlli su alcune opere realizzate nelle case di sua proprietà. Per queste case, secondo la ricostruzione dell’inchiesta, Ambrosio aveva speso circa 1,27 milioni di euro «non coerenti con il proprio reddito familiare». Nell’imputazione si parlava di «un diffuso sistema corruttivo radicato nel Mipaaf che, nonostante la crisi, riesce a reperire risorse per finanziare progetti (ad esempio “Frutta nelle scuole”) di dubbia utilità per la comunità, ma di ingente impegno economico e di sicuro tornaconto per i funzionari corrotti».
Gli arresti e la cosiddetta “cricca del Mipaaf” erano stati raccontati da tutti i principali giornali nazionali nel 2012, anche in prima pagina. La notizia dell’assoluzione con formula piena degli imputati è stata pubblicata brevemente solo nell’edizione di oggi di Repubblica, a pagina 22, tra i principali giornali nazionali.
Alcune prime pagine del 12 dicembre del 2012 con la notizia degli arresti: