La squalifica di Maria Sharapova potrebbe essere ridotta
Gli atleti squalificati per il meldonium potrebbero averlo assunto prima del momento in cui è stato proibito
La WADA, l’agenzia mondiale antidoping, ha comunicato nei giorni scorsi che dai suoi test preliminari condotti sul meldonium, un farmaco diffuso soprattutto nei paesi dell’ex Unione Sovietica e considerato dopante dal primo gennaio del 2016, risulta che la sostanza può impiegare anche mesi per lasciare l’organismo. La conseguenza più diretta è che, considerando l’assenza di dati certi e l’impossibilità di capire con sicurezza se un atleta abbia assunto la sostanza prima o dopo il primo gennaio, i risultati positivi dei test antidoping di alcuni atleti potrebbero essere annullati.
Lo scorso primo gennaio la WADA ha incluso il meldonium nella lista dei modulatori ormonali e metabolici, cioè delle sostanze che modificano le reazioni enzimatiche e ormonali. La proibizione del farmaco è stata particolarmente criticata dagli atleti e dai preparatori atletici russi, che ne hanno fatto sempre uso. Il meldonium infatti è stato legale per molti anni e solo nel 2015 la WADA ha iniziato a monitorare la sua somministrazione: iniziò a essere commercializzato nel 1975 come cura ai problemi cardiaci, in quanto aiuta la circolazione e aumenta la quantità di ossigeno presente nel sangue, cosa che però permette anche agli atleti di recuperare velocemente le energie durante gli allenamenti.
Finora il caso di positività al meldonium più noto è stato quello della tennista russa Maria Sharapova, che a marzo aveva annunciato in una conferenza stampa di essere stata trovata positiva nei controlli durante gli Australian Open disputati in gennaio. Nelle settimane successive era stata comunicata la positività al meldonium di altri sette atleti russi, fra cui la medaglia d’oro olimpica nello short-track Semion Elistratov e il suo compagno di squadra, il campione del mondo Pavel Kulizhnikov. Nelle ultime settimane il numero di atleti risultati positivi è salito a più di 170.
La WADA ha comunicato che tutti i casi di positività al meldonium accertati dal primo gennaio del 2016 saranno normalmente perseguiti se la quantità di sostanza presente nell’organismo risulta superiore ai 15 microgrammi per millilitro, mentre nei test effettuati dopo il primo marzo sarà sufficiente una concentrazione di 1 microgrammo per millilitro. L’agenzia aggiunge poi che altri test antidoping, precedenti al primo marzo, potrebbero essere annullati se la concentrazione di meldonium nel sistema risulta fra l’1 e i 15 microgrammi per millilitro, o minore di un microgrammo per i test fatti dopo il primo marzo.
Per quanto riguarda Maria Sharapova, che è stata provvisoriamente sospesa dalla federazione internazionale di tennis (ITF), nelle prossime settimane ci saranno alcune udienze, sia con la WADA che con la ITF. Il suo avvocato, John Haggerty, ha detto che la situazione si potrebbe risolvere dopo il colloquio con l’ITF, in programma il 21 aprile.