Esce “Hardcore!”, un film sparatutto in prima persona
Il pubblico vede sempre e solo quello che vede il protagonista, come in un videogioco: si dice faccia venire mal di testa
Hardcore! è un film d’azione e di fantascienza che è nei cinema dal 13 aprile. È co-prodotto da Russia e Stati Uniti e ha la particolarità di essere stato girato tutto in prima persona: vuol dire che il pubblico vede sempre quello che vede il protagonista, niente di più. La trama è piuttosto semplice: il protagonista si sveglia senza ricordare chi è o cosa gli è successo, e scopre che è diventato una specie di cyborg, con braccia bioniche e una forza sorprendente. Una donna dice di essere sua moglie ma lui non ha modo di esserne certo. Lei però viene rapita e lui deve provare a salvarla, combattendo – a Mosca, in Russia – contro numerosi nemici e avversari. Il protagonista si chiama, così gli viene detto, Henry: il titolo originale del film è Hardcore Henry.
Quasi tutto Hardcore! è stato girato con delle GoPro Hero 3, quelle videocamere piccolissime e molto resistenti usate soprattutto da chi fa cose da scavezzacollo, sportive e non. Le videocamere sono state montate su speciali maschere indossate di volta in volta dai diversi stuntmen (o anche cameramen, a seconda dei punti di vista): servivano a far sì che le videocamere fossero all’altezza degli occhi. Siccome il protagonista non si vede mai – e nemmeno parla – Hardcore! non ha nessun attore protagonista. Le scene del principale personaggio della storia sono state girate da 10 persone diverse e tra loro c’è anche il regista Ilya Naishuller, che è un cantante alla sua prima regia. Naishuller è il frontman dei Biting Elbows, un gruppo indie-rock famoso, tra le altre cose, per i suoi video musicali in prima persona, diretti proprio da Naishuller.
Hardcore! è stato presentato alcuni mesi fa a due festival di cinema piuttosto importanti: il festival di Toronto e il South by Southwest. Non c’è un grande regista, non ci sono attori famosi e il budget è discreto – circa 10 milioni di dollari – ma la questione della prima persona ha fatto sì che ci fosse molta curiosità attorno al film. Quando l’8 aprile è uscito negli Stati Uniti tutti i principali critici di cinema ne hanno detto male. L’idea generale è che di questo film si parli soprattutto perché è il primo del suo genere e che la sua storia sia in realtà poca cosa. Parlando di Hardcore! i critici hanno detto soprattutto cose brutte; a cercar bene si trova però anche qualcosa di positivo, se non sul film in sé sul futuro delle riprese in soggettiva. Soprattutto ora che la realtà virtuale sembra stia davvero diventando una cosa di cui occuparsi, i film in prima persona sono infatti una delle possibili strade per il futuro del cinema.
Il sito Rotten Tomatoes ha scritto, facendo una media delle sue recensioni più importanti: «Hardcore prova a reinventare i film d’azione, ma senza una storia o dei personaggi interessanti, i suoi stratagemmi da prima-persona perdono velocemente il loro fascino». Stephen Whitty ha scritto sul New York Daily News che il film è incredibilmente stupido e incredibilmente rumoroso e che «è un film d’azione che dà la sensazione di sentirsi intrappolati in un videogioco. Un videogioco molto molto brutto». La recensione di Whitty inizia così: «Potreste guardare Hardcore! – oppure potete bervi una pinta di vodka, mettervi a giocare a GTA, piazzarvi lo schermo davanti alla faccia e rotolare giù dalle scale. È lo stesso tipo di esperienza, solo che il mio metodo vi permette di risparmiare dei soldi, e di farvi comunque meno male».
Hardcore! è senza dubbio fatto per sembrare un videogioco, per ricrearne inquadrature e modalità: ci sono corse, salti, inseguimenti e acrobazie in prima persona, uniti a un gran numero di cattivi da uccidere in un gran numero di modi. «Durante il suo percorso Henry deve ricaricare la sua batteria di cyborg o prendere delle decisioni, ma in genere quel che fa è uccidere tutto ciò che si para davanti al suo cammino, con monotona e incessante regolarità», ha scritto MyMovies, che ha paragonato il film a Doom, Quake e Duke Nukem 3D: tre famosi videogiochi “sparatutto” degli anni Novanta, tutti e tre molto violenti. Naishuller ha però detto che il suo videogioco preferito è The Last of Us, una complicata avventura in un mondo post-apocalittico, giocabile su PlayStation 3 e 4. MyMovies scrive anche che Hardcore! sembra aver avuto un’influenza d’altro tipo: Smack My Bitch Up, un video musicale dei Prodigy.
Una delle principali critiche fatte ad Hardcore è: il film copia i videogiochi (e i video musicali) ma non li trasforma in un vero film, perché manca una storia e si finisce per guardare un videogioco senza giocarlo, e se da ragazzi avevate un fratello maggiore e un solo joystick sapete che non è una cosa piacevolissima. Anche Richard Brody, il critico di cinema del New Yorker, ha scritto che la violenza del film è così tanta e costante che “finisce per diventare qualcosa di familiare, come fosse un dolore, smettendo così di eccitare o affascinare”. Stephen Dalton ha scritto su Hollywood Reporter che il film “è davvero stupido”, che la trama è assurda e che il punto di vista – in questo caso ancor di più – è quello di un adolescente, con l’aggiunta di un po’ di sessismo e di omofobia e che “i personaggi femminili sono soprattutto degli oggetti sessuali di fantasia che raramente si preoccupano di indossare vestiti”.
Gavia Baker-Whitelaw ha scritto su The Daily Dot che Hardcore! è un film interessante che, seppur con molti difetti, riesce a spiegare i videogiochi meglio di quanto non facciano i film tratti dai videogiochi. Un altro film di questo tipo è Edge of Tomorrow – Senza domani, un film di fantascienza del 2014, con Tom Cruise protagonista, che fu promosso con la frase «Vivi. Muori. Ripeti.», tipica di un videogioco. A chi cerca un film che sembri un videogioco Baker-Whitelaw suggerisce però un altro film: Crank con Jason Statham; «ha tutta la sanguinosa violenza di Hardcore! ma è molto più divertente e consapevole di quello che è. Oppure potete giocare a Call of Duty, e basta». Una delle critiche meno negative a Hardcore l’ha fatta Alax-Abad Santos, la cui recensione su Vox è intitolato «Hardcore! mi ha fatto venire da vomitare, ma mi è piaciuto, più o meno».