Come funzionano le aste al centesimo?

Permettono di comprare oggetti costosi a una frazione del loro prezzo, ma hanno un sistema che le fa assomigliare molto al gioco d'azzardo

Vi sarà capitato, navigando su internet, di vedere delle pubblicità di siti di aste che promettono iPhone o MacBook a poche decine di euro. Se non siete pratici di aste online, probabilmente avrete pensato a una classica truffa: in realtà esistono davvero siti che permettono di acquistare smartphone o computer a prezzi molto più bassi del normale. Questi siti utilizzano il meccanismo delle “penny auction”, conosciute in Italia come “aste al centesimo”, che è un sistema molto semplice e furbo con il quale – sfruttando una zona grigia tra legalità e illegalità, tra asta e truffa – riescono ad esempio vendere un tablet da meno di duecento euro guadagnandone migliaia. Le aste al centesimo esistono da anni, e sono state spesso criticate e accusate di essere un modo disonesto e pericoloso di vendere oggetti su internet. La letteratura sul tema però non è né molto estesa né molto approfondita: CuriousGnu, un sito che si occupa di raccogliere e presentare dati e grafici, ha pubblicato recentemente un’analisi più dettagliata sul funzionamento delle aste al centesimo.

Il meccanismo alla base delle aste al centesimo è che ogni partecipante all’asta può rilanciare sempre e solo di un centesimo – e mai di più – e che ogni puntata ha un costo. Per rilanciare sul prezzo di un oggetto, quindi, bisogna pagare: lo si fa solitamente acquistando prima o durante l’asta un pacchetto di puntate, che normalmente hanno un prezzo che va dai 50 centesimi a 1,50 euro ciascuna. I siti di aste al centesimo di solito non rimborsano le puntate acquistate e non utilizzate. Ogni nuova puntata prolunga l’asta di qualche secondo, e l’asta si conclude dopo che per un certo numero prestabilito di secondi – spesso venti – non ci sono stati rilanci. Alla fine dell’asta, il vincitore ha comprato l’oggetto solitamente a un prezzo molto inferiore a quello di vendita, a cui deve aggiungere la spesa per le puntate che ha dovuto comprare per vincere l’asta: anche in questo caso, spesso la spesa totale è inferiore al normale prezzo dell’oggetto. Il sito, però, guadagna anche tutti i soldi spesi per acquistare le puntate dagli altri partecipanti all’asta, che invece non si portano a casa niente.

CuriousGnu ha monitorato e analizzato alcune aste al centesimo sul sito beezid.comGli oggetti venduti più spesso su questi siti sono smartphone, laptop, macchine fotografiche, tablet e altri articoli simili. Ma i siti più grossi vendono di tutto (o almeno: organizzano aste per tutto): dai fuoristrada alle tende da campeggio. I siti di aste al centesimo non mettono a disposizione i dati sui partecipanti e sui loro comportamenti alle singole aste. CuriousGnu ha spiegato che nonostante i tentativi di nascondere i dettagli sull’andamento delle aste, è riuscito ad ottenere i dati abbastanza facilmente, con alcune conoscenze base di programmazione web e senza infrangere i sistemi di sicurezza dei siti.

Seguendo dall’inizio l’asta per un tablet da 180 dollari, ha scoperto che hanno provato a comprarlo 56 utenti, per un totale di 18160 puntate. CuriousGnu ha però notato come non sempre una puntata faccia alzare il prezzo dell’oggetto di un centesimo: a volte lo fa abbassare dello stesso importo, altre non modifica il suo prezzo. La regola generale di questi siti è che non vendono mai un oggetto a un prezzo superiore al 10 per cento di quello di listino: nel caso del tablet, se ogni puntata avesse aumentato il prezzo di un centesimo, il prezzo finale sarebbe stato di poco superiore a quello al quale viene normalmente venduto, 180 dollari. Con questo stratagemma, è anche impossibile per gli utenti capire quante puntate sono state fatte su un’asta (una cosa venduta a 60 euro non ha necessariamente ricevuto 6000 rilanci da un centesimo).

Il tablet dell’asta seguita da CuriousGnu è stato venduto a un utente che aveva comprato solo due puntate, per un totale di 40 centesimi di dollaro. Ma alla stessa asta aveva partecipato un utente che in due ore aveva fatto puntate per 3500 dollari. In totale, i 56 utenti avevano pagato 7200 dollari per le loro puntate. Nella discussione nata su Reddit intorno al post di CuriousGnu, molti utenti hanno sostenuto che l’utente che aveva speso 3500 dollari era molto probabilmente un bot automatico, e che i siti usano questo trucco per prolungare le aste, costringendo gli utenti a comprare nuove puntate. Gli utenti per partecipare all’asta non devono necessariamente stare per ore davanti al computer: possono impostare un rilancio automatico o acquistare altri tipi di funzioni aggiuntive a pagamento. Il sito Quibid.com ha detto che in media per un oggetto venduto tra i 100 e i 500 dollari ogni utente fa circa 26 puntate, e chi vince l’asta ne fa in media 66.

Un utente di Reddit ha raccontato una sua esperienza su un sito di aste al centesimo nella discussione sul post di CuriousGnu. Il suo commento ha ricevuto quasi 600 apprezzamenti dagli altri utenti, segno che c’è la possibilità che altra gente abbia avuto esperienze simili. Un giorno aveva partecipato a un’asta per un MacBook Pro da 15 pollici fino alle cinque e mezza di mattina. Un partecipante all’asta però si comportava in maniera sospetta: scommetteva contro le sue stesse puntate, fino a cinque volte di fila, e aspettava sempre fino a che non mancavano solo pochi secondi allo scadere dell’asta per farlo. Quando c’erano altre persone che rilanciavano con frequenza, l’utente sospetto smetteva di rilanciare. Alla fine l’utente di Reddit si aggiudicò l’asta per mancanza di rilanci a 415 dollari e fece uno screenshot: quando il sito annunciò però il risultato ufficiale, aveva vinto l’utente sospetto, e a un prezzo di dieci dollari inferiore. Dopo molte proteste e minacce legali, l’utente riuscì a farsi rimborsare la spesa sostenuta con le sue puntate

Quello che fanno i siti di aste al centesimo non è considerato gioco d’azzardo, e perciò non deve rispondere alle legislazioni più rigide e ai controlli statali come altri siti ad esempio di casinò online o di scommesse sportive. La motivazione data dai siti di aste al centesimo è che per partecipare sono necessarie abilità nella comprensione dell’andamento dell’asta e non solo fortuna.