Cosa sappiamo della recinzione sul Brennero
Intanto che non è "un muro" ed è lunga circa 250 metri: ma il problema è il ritorno indietro rispetto agli accordi a Schengen
Il governo dell’Austria ha annunciato lunedì 11 aprile un piano per intensificare i controlli sul passaggio dei migranti al confine con l’Italia: tra le altre cose, i giornali italiani hanno dedicato molta attenzione al fatto che sia prevista la costruzione di una recinzione – non “un muro”, come molti hanno scritto – al passo del Brennero, in provincia di Bolzano, uno dei principali collegamenti tra l’Italia e l’Europa centrale. Martedì sono effettivamente cominciati dei lavori per risistemare le strutture intorno alle strade che attraversano il confine.
I giornali austriaci confermano che è prevista la costruzione di una recinzione, che il ministro austriaco della Difesa Hans Peter Doskozil ha definito simile a quella di Spielfeld, al confine tra Austria e Slovenia (ovvero una rete metallica alta meno di tre metri). Helmut Tomac, capo della polizia tirolese, ha detto all’agenzia di stampa austriaca Apa che la recinzione avrà una lunghezza di circa 250 metri e, ha spiegato il presidente austriaco Heinz Fischer, non prevede «un muro oppure filo spinato». Per ora, ha spiegato la polizia, è stato smantellato uno spartitraffico: i giornali italiani scrivono che verrà cambiata anche la segnaletica stradale e verranno smontati i guardrail: e che la recinzione attraverserà l’autostrada A22, la statale SS12 e la ferrovia. È cominciata anche la costruzione di un centro per i controlli: più che la recinzione in sé, il cui funzionamento non è ancora del tutto chiaro, è la reintroduzione da parte dell’Austria di controlli al confine ad avere generato preoccupazioni e discussioni nel resto dell’Europa. Malgrado l’allarme suggestivo sul “muro” e l’evocazione dell’immagine di persone rinchiuse da una parte o dall’altra, la questione non è tanto questa: quanto piuttosto che si torni indietro rispetto agli accordi di Schengen nella libera circolazione tra i paesi che l’hanno sottoscritto. E che questo complichi le cose più ai viaggi e ai commerci ordinari che all’immigrazione.
I controlli cominceranno tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Non è ancora del tutto chiaro come si svolgeranno concretamente, ma secondo il giornale austriaco Die Press saranno in parte visivi e in parte consisteranno in accertamenti preliminari sull’identità di chi attraversa il confine: si ritornerebbe ai sistemi di superamento del confine precedenti a Schengen. I veicoli saranno divisi in corsie, due per le auto e due per i camion. Le auto che saranno controllate saranno fatte sostare in un parcheggio appositamente costruito. Fischer ha spiegato che i maggiori controlli servono a ridurre il numero di migranti che arrivano in Austria dall’Italia: la preoccupazione austriaca è che con le restrizioni decise per limitare il flusso di migranti attraverso la rotta balcanica, sempre più migranti decidano di raggiungere l’Europa via mare, passando per l’Italia e spostandosi nel resto dell’Europa attraverso i passi delle Alpi. Il governo austriaco aveva annunciato già da tempo l’intenzione di aumentare i controlli ai confini con l’Italia, annunciando inoltre più in generale di non voler accogliere più di 3.200 migranti al giorno – sia che volessero andare in Germania sia che volessero chiedere asilo in Austria – e che avrebbe stabilito il limite di 80 richieste d’asilo al giorno. Già allora la decisione era stata criticata da diversi leader europei.
La recinzione al confine tra Austria e Slovenia a Spielfeld. (AP Photo/Ronald Zak)
Anche il piano dell’Austria è stato molto criticato: secondo le organizzazioni che si occupano di migranti, in questo modo le decisioni su eventuali “respingimenti” saranno prese nel giro di pochi minuti da chi fa i controlli al confine, al di fuori del contesto legale di libero passaggio all’interno dell’Unione Europea. Domenico Manzione, sottosegretario all’Interno del governo italiano, ha detto che il ripristino dei controlli al Brennero avrebbe «implicazioni economiche tutt’altro che trascurabili. Sarebbe una perdita secca consistente, per questo abbiamo insistito che l’area restasse aperta, ma l’Austria ha elezioni politiche importanti alle porte [il 24 aprile in Austria si elegge il nuovo presidente della Repubblica, ndr]». A partire dall’anno scorso, l’Austria è diventato uno degli stati per i quali passano più migranti, e questo ha probabilmente provocato un aumento dei consensi dei partiti di estrema destra. Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari europei, ha detto che controlli di questo tipo violano le leggi europee; anche la portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud si è detta «molto preoccupata» dalla costruzione del centro per i controlli, aggiungendo che le autorità europee ne sono venute a conoscenza dai giornali.
La Stampa riporta un commento di Roberto Defant, che fa parte dell’associazione Volontarius che si occupa dell’accoglienza dei migranti in Alto Adige, che ha detto che per il Brennero passano dai 20 ai 25 migranti al giorno, e che per ora non sono stati registrati aumenti. Il Brennero è attraversato quotidianamente da circa 5.500 camion. La decisione dell’Austria è stata invece apprezzata dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che ha detto: «Altro che il buonista Mattarella. Fa bene l’Austria che evidentemente ha politici che difendono gli interessi dei loro cittadini». Il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner e quello italiano Angelino Alfano si erano incontrati sabato scorso, e avevano scritto una nota sulla necessità di «intensificare la collaborazione bilaterale ed operativa nel monitoraggio e controllo della comune frontiera con l’obiettivo strategico di garantire la fluidità di passaggio al Brennero e di salvaguardare la libera circolazione prevista da Schengen»