Kazimierz, 1930
Una storia ambientata nella Polonia degli anni Trenta, ricreata con modelli, diorami e Photoshop
Once Upon a Time in Kazimierz è un progetto del fotografo Richard Tuschman, che ha ricreato l’ambiente di una famiglia ebrea polacca degli anni Trenta immaginando le fotografie come la narrazione di una storia, che è lo spettatore a dover completare e immaginare.
Il lavoro è stato presentato in una mostra alla Klompching Gallery in una sequenza precisa, ma Tuschman ha spiegato che vuole che siano gli spettatori, con le loro interpretazioni, a interagire con il progetto. Tuschman ha iniziato la serie nel 2011, quando ha visitato Cracovia, in Polonia, la città d’origine di sua moglie, e ha immaginato la vita di una famiglia ebrea nel 1930 nel quartiere di Kazimierz. L’olocausto non viene mai direttamente menzionato o mostrato nelle foto, ma la consapevolezza di ciò che sta per accadere aggiunge tensione alle fotografie. Le fotografie di Once Upon a Time in Kazimierz sono state presentate in una mostra alla Klompching Gallery di New York allestita fino al 9 aprile.
Richard Tuscham lavora principalmente come fotografo commerciale in studio ed è famoso per la sua tecnica particolare: crea collage digitali composti da fotografie di diorami (una riproduzione in miniatura grande come una casa di bambole per ricreare gli ambienti), li fotografa e poi ci inserisce con Photoshop le immagini scattate in studio a modelle e modelli “ritagliati” da fondali neutri. Ogni progetto richiede almeno due anni di lavoro, perché costruire i set, cercare i modelli e poi editare le immagini richiede molto tempo, avvicinando il suo lavoro a quello della costruzione di un film. Per questa serie, Tuschman si è ispirato ai lavori di artisti come Balthus, Józef Brandt, Giorgio de Chirico e Johannes Vermeer.
Il Post aveva già pubblicato le fotografie di Tuschman della serie Hopper Meditations series, sul lavoro del pittore statunitense Edward Hopper.