In Spagna non si muove ancora niente
Non si è ancora trovato l'accordo per formare un governo, la prossima settimana i simpatizzanti di Podemos voteranno per decidere cosa fare
Pablo Iglesias, leader del partito politico spagnolo Podemos, ha detto alla Camera bassa del Parlamento che il suo partito terrà una consultazione rivolta a tutti i suoi simpatizzanti per decidere la strategia da adottare nella formazione di un nuovo governo. La consultazione è stata annunciata dopo l’ennesimo incontro senza esito organizzato tra i rappresentanti di Podemos, del Partito socialista spagnolo (PSOE) e di Ciudadanos. La situazione politica in Spagna è in stallo dallo scorso dicembre, quando si sono tenute le ultime elezioni che hanno portato alla formazione di un Parlamento molto frammentato e senza una maggioranza chiara.
Nelle ultime settimane le discussioni si sono concentrate attorno a un accordo raggiunto tra PSOE e Ciudadanos, che però non è ancora sufficiente per garantire una maggioranza in Parlamento: una delle soluzioni valutate è stata allargare l’intesa a Podemos, ma finora non se n’è fatto nulla. Gli ostacoli principali sono le profonde differenze che esistono tra Podemos e Ciudadanos su questioni sociali ed economiche, ma soprattutto sull’indipendenza della Catalogna: favorevole Podemos, contrario Ciudadanos. Dopo l’ultima riunione tra Iglesias, Alberto Rivera (leader di Ciudadanos) e Pedro Sánchez (leader del PSOE), Iglesias ha annunciato che la consultazione si terrà tra il 14 e il 16 aprile e i risultati saranno noti il 18. Le due domande contenute nella consultazione di Podemos saranno:
– «Vuoi un governo basato sull’accordo Rivera-Sánchez?»
– «Sei d’accordo con la proposta di un governo di cambiamento fatta da Podemos, En Comú Podem y En Marea?» (En Comú Podem è la coalizione elettorale che coinvolge Podemos in Catalogna, mentre En Marea è la coalizione elettorale che coinvolge Podemos in Galizia)
Iglesias ha detto che voterà No alla prima domanda e Sì alla seconda.
Dopo il fallimento dell’ultimo accordo, Podemos, PSOE e Ciudadanos si sono scambiati accuse piuttosto dure. Iglesias ha accusato Ciudadanos di non essere disposto a fare modifiche significative all’accordo che ha già trovato con il PSOE; ha anche accusato il PSOE di avere chiuso la possibilità a qualsiasi accordo a tre. Il PSOE ha accusato a sua volta Podemos di non voler davvero trovare una soluzione e di preferire in fin dei conti che Mariano Rajoy resti capo del governo. Rajoy è il leader del Partito Popolare, la principale forza politica conservatrice in Spagna e quella che alle ultime elezioni ha ottenuto un risultato migliore.
Nelle prossime settimane ci saranno altre scadenze importanti, oltre alla consultazione di Podemos. Se non si dovesse trovare un accordo per formare un governo entro il 3 maggio, in Spagna si terranno nuove elezioni – non c’è ancora una data, ma si parla di fine giugno – anche se l’esito potrebbe essere simile a quello emerso dal voto di dicembre. Inoltre l’8 maggio si terranno le primarie per scegliere il nuovo segretario del PSOE e Sánchez potrebbe essere sfidato da Susana Díaz, presidente dell’Andalusia ed esponente più in vista dell’opposizione interna al partito. Tra le altre cose, Díaz si oppone a qualsiasi tipo di collaborazione con Podemos e a ogni tipo di compromesso con i nazionalisti. Se dovesse candidarsi e vincere, il PSOE potrebbe cambiare strategia ed escludere del tutto un’eventuale coalizione con Podemos dopo le prossime elezioni.