Il governo ha approvato il DEF
La novità più grossa è che la stima della crescita per il 2016 è stata abbassata dall'1,6 per cento all'1,2 per cento
Venerdì 8 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il DEF, il documento di programmazione economica e finanziaria in cui il governo anticipa quello che intende fare negli anni successivi e l’andamento che si aspetta dall’economia (la versione lunga su cos’è il DEF si legge qui). Tra gli elementi più importanti contenuti nei DEF ci sono le stime della crescita del PIL. Quest’anno i dati non sono buoni: lo scorso autunno il governo stimava che nel 2016 l’economia italiana sarebbe cresciuta dell’1,6 per cento. Nel documento approvato ieri il governo ha tagliato la stima di 0,4 punti portandola all’1,2 per cento. Nella conferenza stampa di presentazione, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato di una stima “prudente” che potrebbe rivelarsi troppo bassa. Secondo altri, invece, le stime del governo continuano a essere troppo ottimiste. Diverse agenzie internazionali e operatori privati stimano una crescita intorno all’1 per cento.
Nel DEF è presente anche una previsione del deficit del 2016, cioè quanto il governo spenderà rispetto a quanto incasserà. Il governo parla del 2,3 per cento, lo 0,1 per cento in meno rispetto a quanto aveva annunciato nei mesi scorsi. Diversi commentatori considerano questa riduzione un modo di andare incontro alle richieste della Commissione europea che in passato aveva chiesto al governo di non “abusare” delle clausole di flessibilità sul deficit.
Lo scorso autunno il governo annunciò di voler portare il deficit al 2,2 per cento, ma nelle settimane successive disse di voler fare un altro 0,2 per cento di deficit in più, sfruttando quella che i giornali definirono la “clausola migranti”, cioè la possibilità prevista dalle regole europee di fare più deficit per fare fronte ad emergenze impreviste. Tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, il presidente del Consiglio ha spesso polemizzato con la Commissione su questo tema fino a che, con la presentazione del DEF di ieri, sembra essere in parte tornato sui suoi passi.