Storia di Vivienne Westwood, che ha inventato la moda punk
E che in fatto di stile consigliava "Nel dubbio, meglio esagerare": oggi compie 75 anni
di Ludovica Lugli – @Ludviclug
La stilista inglese Vivienne Westwood, nata l’8 aprile 1941, compie oggi 75 anni. In quarantacinque anni di carriera Westwood ha fatto diventare di moda lo stile punk (si considera l’unica vera punk ancora in vita), è stata insignita del titolo di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta II ed è famosa anche per le sue numerose prese di posizione politiche, dal vegetarianesimo all’indipendenza della Scozia. Westwood iniziò a disegnare abiti nel 1971 quando aprì il negozio Let It Rock con il compagno Malcolm McLaren, che poi divenne il manager dei Sex Pistols. Dalla relazione con McLaren, durata fino al 1983, è nato Joseph Corré che nel 1994 ha fondato l’azienda produttrice di lingerie Agent Provocateur.
Lo stile di Vivienne Westwood nel tempo
Il negozio di Westwood e McLaren, al 430 di King’s Road a Londra, ha cambiato nome più volte nel corso degli anni: a ogni nome diverso corrisponde un diverso stile adottato da Westwood per i suoi capi. Dal 1971 al 1975 il negozio si chiamò Let it rock: vendeva scarpe brothel creeper (inizialmente usate dai Teddy Boy, una delle prime culture giovanili inglesi, e recentemente tornate di moda) e maglioni di mohair. A Westwood e McLaren non piaceva l’allora dominante stile hippie. Nel 1975 il negozio cambiò nome in Sex: le pareti interne del negozio furono decorate con graffiti pornografici e cominciarono a vendere abbigliamento da feticisti. Westwood racconta che il suo abbigliamento dell’epoca era ritenuto scandaloso, ma indossarlo la faceva sentire “una principessa da un altro pianeta”.
Dal 1976 al 1980 il negozio di King’s Road si chiamò Seditionaries – Clothes for Heroes, cioè “Eversivi – Vestiti per eroi”. Un ratto vivo veniva tenuto in una gabbia su un tavolo e l’ambiente era arredato con oggetti futuristi. In questo periodo McLaren era il manager dei Sex Pistols e Westwood dettò le regole dello stile punk, per quanto di regole si potesse parlare. Seditionaries vendeva indumenti da pin-up strappati; catene, capi di pelle e spille da motociclisti; le cinghie e le fibbie dei feticisti. Per Westwood era un modo per opporsi alle vecchie generazioni; poi la stilista provò a cambiare le cose dentro e non fuori dall’establishment.
All’inizio degli anni Ottanta Westwood diede una svolta al suo lavoro: iniziò a disegnare abiti in modo più professionale, da vera stilista, e seguì il consiglio di McLaren di “essere romantica” e “guardare alla storia”. Nel 1981 il negozio fu ribattezzato World’s End: gli interni furono arredati in modo da richiamare un galeone pirata. La prima collezione di Westwood che sfilò in passerella si chiamò appunto Pirate: gli abiti evocavano un immaginario di banditi, dandy e bucanieri, e come quelli del periodo punk erano unisex. Successivamente Westwood si ispirò anche a culture lontane, come quella dei nativi americani, e nella primavera-estate del 1982 fece sfilare la collezione Savage. In quell’anno aprì un secondo negozio, Nostalgia of Mud. Collaborò l’ultima volta con McLaren per la collezione autunno-inverno del 1983-1984, chiamata Witches, cioè “Streghe”.
Negli Ottanta Westwood si consolidò come stilista di riferimento dei gruppi musicali della scena New Romantic: gli Spandau Ballet e i Duran Duran. Mini crinoline, gorgiere, tipici tessuti inglesi (come il tweed) e scarpe platform altissime sono alcuni elementi ricorrenti delle sue collezioni. La citazione più famosa di Westwood sullo stile è “When in doubt, overdress“, che si potrebbe tradurre con “Nel dubbio, meglio esagerare”.
L’impegno politico
Vivienne Westwood è nota anche per le campagne politiche, in particolare per i diritti degli animali e per la salvaguardia dell’ambiente. Nel settembre del 2005 si è unita al gruppo britannico per i diritti civili National Council for Civil Liberties e ha lanciato una serie di magliette e completini per neonati in edizione limitata con lo slogan “I AM NOT A TERRORIST, please don’t arrest me”, cioè “NON SONO UN TERRORISTA, per favore non arrestatemi”: si trattava di una campagna in favore dell’Habeas corpus, il diritto per la salvaguardia della libertà individuale che vige nel Regno Unito. Per il Natale 2014 Westwood ha regalato al primo ministro inglese David Cameron un pacco contenente amianto per protestare contro la pratica del fracking. Sempre nel 2014 Westwood si è detta a favore dell’indipendenza della Scozia dal Regno Unito, portando una spilla della campagna per il sì durante una delle sfilate della sua casa di moda; pur essendo inglese la stilista ha detto: «Odio l’Inghilterra. Mi piace la Scozia perché penso che gli scozzesi siano meglio di noi, sono più democratici». Nel 2015 Westwood ha sostenuto il partito inglese dei Verdi, a cui ha donato 300mila sterline, corrispondenti a circa 372mila euro.
Tra i suoi gesti più anticonformisti molti ricordano di quando nel 1992 andò dalla regina Elisabetta II per ricevere il titolo di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico: non indossava mutande anche se portava dei collant, e di fronte ai fotografi che le stavano scattando delle foto fece ruotare l’ampia gonna con cui si era vestita. Nell’aprile del 1989 invece comparì sulla copertina della rivista Tatler vestita e pettinata come Margaret Thatcher, allora primo ministro del Regno Unito: sotto l’immagine si leggeva la scritta “This woman was once a punk“, cioè “Un tempo questa donna era punk”. Il completo indossato da Westwood nell’immagine era stato ordinato per Thatcher, ma non le era ancora stato consegnato.