Cosa vuol dire che Gucci unifica le sfilate
Dal 2017 le collezioni maschili e femminili verranno presentate nello stesso evento, per più ragioni
A partire dal 2017 la casa di moda italiana Gucci presenterà in un’unica sfilata la collezione maschile e quella femminile, anziché in due eventi distinti come accade solitamente ora. La notizia è stata data martedì da Marco Bizzarri, presidente e amministratore delegato di Gucci, alla Conferenza internazionale sul lusso organizzata dal New York Times a Versailles. Bizzarri ha detto che la prima sfilata unificata si terrà nel nuovo quartier generale di Gucci, in via Mecenate a Milano; non ha specificato se si svolgerà durante la Settimana della moda maschile o femminile, ma secondo gli esperti verrà scelta quest’ultima vista l’attenzione molto maggiore da parte di stampa e buyers (cioè i professionisti che scelgono quali capi acquistare e rivendere nei negozi). Se così fosse, le sfilate di Gucci non saranno più quattro ma due, e si terranno a Milano a febbraio e settembre.
La tradizione di far sfilare i capi maschili e femminili in due momenti separati (solitamente i capi maschili vengono presentati un mese prima di quelli femminili) ha ragioni soprattutto storiche, dato che inizialmente molte aziende si occupavano soltanto di moda maschile o femminile, o di alta moda, o accessori. Col tempo si sono ingrandite e in alcuni casi il direttore creativo di entrambe le linee è la stessa persona, come accade a Gucci con Alessandro Michele. In questi casi, unificare le collezioni rispecchia e semplifica il lavoro dello stilista, mentre è certamente più macchinoso per le aziende, come Dior, che hanno due direttori creativi diversi per la moda uomo e donna.
La decisione di Gucci è uno dei tentativi di modificare i meccanismi e i tempi della moda, considerati da un lato troppo veloci – a ogni stagione gli stilisti devono disegnare tantissimi capi in pochissimo tempo – da un lato antiquati e poco adatti ai tempi contemporanei: per esempio, gli abiti presentati in streaming alle sfilate, fotografati e condivisi migliaia di volte sui social network, possono essere comprati in negozio solo sei mesi dopo. Il marchio più radicale è stato Burberry, che da settembre 2016 presenterà i capi uomo e donna in un’unica sfilata due volte l’anno, a giugno e gennaio; le collezioni non avranno una stagionalità precisa e si potranno comprare subito. Anche il collettivo francese Vetements, uno degli esperimenti più innovativi e apprezzati dai critici, presenterà le collezioni maschili e femminili in un unico evento a Parigi, due mesi prima della Settimana della moda donna, che si tiene a marzo. Lo stilista Tom Ford presenterà la collezione autunnale a settembre e la renderà subito disponibile. Bizzarri ha invece specificato che Gucci rispetterà il tradizionale meccanismo del “see now buy later”: gli abiti presentati alle sfilate, cioè, si troveranno nei negozi soltanto la stagione successiva.
La decisione di Gucci è molto legata anche allo stile di Alessandro Michele, famoso per disegnare abiti che mescolano i generi e possono esser indossati da uomini e donne. Prima del suo arrivo, nel gennaio 2015, Gucci rispettava molto le idee tradizionali di femminilità e mascolinità. Michele ha smantellato questa distinzione, aggiornandola alle tendenze più contemporanee. Ha fatto sfilare insieme modelli e modelle che indossavano capi simili e intercambiabili, innovando soprattutto la moda maschile con stampe floreali, pizzi, balze, ricami, pantaloncini larghi e corti simili a gonne, e altri lavorati all’uncinetto. Il cosiddetto stile “gender-neutral” – cioè la tendenza a mescolare i generi e proporre gli stessi abiti per uomini e donne – è uno dei fenomeni più importanti della moda degli ultimi anni: è centrale per marchi molto apprezzati da critica e pubblico come Vetements e Hood By Air, e presa in considerazione, anche se più sporadicamente, da grosse aziende come Prada e catene di abbigliamento low cost come Zara. Michele ha spiegato che «per me è un fatto naturale presentare le mie collezioni uomo e donna insieme. È esattamente come vedo il mondo oggi». Secondo i critici, scrive Quartz, molte altre aziende seguiranno l’esempio di Gucci.