“La giornata in cui un computer scrive un romanzo”
E passa la prima selezione di un premio letterario giapponese: è un piccolo successo per l'intelligenza artificiale
Negli ultimi giorni si è parlato a lungo dei progressi dell’intelligenza artificiale, dopo che Alpha Go, il computer di Google DeepMind ha battuto il campione mondiale del gioco da tavolo Go Lee Se-dol. Più o meno negli stessi giorni l’intelligenza artificiale ha fatto piccoli progressi anche in un altro campo: per la prima volta infatti un libro scritto da un computer, anche se in collaborazione con una persona, ha passato la selezione di un premio letterario, il giapponese Hoshi Shinichi. Il premio di narrativa fantascientifica è arrivato alla sua terza edizione, è dedicato allo scrittore Shinichi Hoshi (1926-1997) e ha una particolarità: è aperto anche a opere realizzate da intelligenze artificiali, oltre che da altri “non-umani” come alieni e animali, posto che siano scritte in giapponese. Gli organizzatori del concorso non hanno rivelato alla giuria che 11 dei 1.450 romanzi proposti erano stati scritti da due squadre composte da un computer e una persona, così da non influenzarne la scelta. Nelle passate edizioni non erano state proposte opere nate dalla collaborazione tra autori umani e intelligenze artificiali.
Il Japan News, l’edizione in inglese del quotidiano Yomiuri Shimbun, ha pubblicato un breve estratto dal finale di uno dei romanzi sottoposti alla giuria, realizzato dalla squadra di un professore della Future University Hakodate, Hitoshi Matsubara, che lavora per riprodurre artificialmente i processi creativi del cervello umano; il romanzo si intitola più o meno La giornata in cui un computer scrive un romanzo. Tradotto dall’inglese con l’aiuto di Google Translate (forse il metodo più coerente per rendere una frase scritta da un computer), il romanzo finisce così:
Mi contorcevo di gioia, che ho sperimentato per la prima volta, e ho continuato a scrivere per l’eccitazione. La giornata in cui un computer ha scritto un romanzo. Il computer, ponendo la priorità sulla ricerca della propria gioia, ha smesso di lavorare per gli esseri umani.
Da queste frasi si intuisce che forse l’egocentrismo è una dote che accomuna tutti gli scrittori, umani o meno. In realtà la maggior parte del lavoro necessario per comporre i romanzi è stata svolta dai co-autori umani che hanno fornito ai programmi di scrittura artificiali la trama, lo sviluppo dei personaggi e il tema delle opere; i computer hanno portato a termine la parte faticosa, ovvero l’effettiva scrittura del testo, scegliendo parole e frasi già scritte da persone e combinandole in una forma compatibile con i parametri assegnati. Il processo è molto simile a quello di Wordsmith, la piattaforma in grado di scrivere comunicati stampa usata anche dall’Associated Press.