Quanto è grande la rete dell’ISIS in Europa?
Molto di più di quanto gli investigatori sospettassero: e dagli arresti degli ultimi giorni sembra coinvolgere diversi paesi europei oltre alla Francia e al Belgio
Negli ultimi dieci giorni le autorità di diversi paesi europei hanno arrestato alcune persone che in un modo o nell’altro erano risultate coinvolte negli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, e poi in quelli di Bruxelles del 22 marzo 2016. Per esempio sono stati arrestati Salah Abdeslam, che si ritiene l’unico superstite tra gli attentatori di Parigi, e Feyçal Cheffou, identificato dalla stampa belga come “l’uomo col cappello” dell’aeroporto di Bruxelles che è scappato prima di farsi esplodere: Feyçal Cheffou è però stato rilasciato lunedì per mancanza di prove. Ma sono state arrestate anche persone che ricoprivano ruoli diversi e più defilati, come l’algerino Djamal Eddine Ouali, fermato dalle autorità italiane in provincia di Salerno e accusato di avere fabbricato i documenti falsi usati da alcuni terroristi di Parigi e Bruxelles.
Salah Abdeslam (a sinistra) e l’attentatore col cappello, identificato dalla stampa belga come Feyçal Cheffou. Le due foto sono state diffuse dalla polizia federale belga.
Il quadro che sta emergendo dagli arresti degli ultimi giorni è molto preoccupante. Sappiamo che gli attentati di Parigi e Bruxelles sono stati compiuti dalla stessa cellula franco-belga dello Stato Islamico (o ISIS) al cui vertice c’era probabilmente Abdelhamid Abaaoud, cittadino belga considerato il pianificatore gli attentati di Parigi (Abaaoud è stato ucciso durante un’operazione di polizia a Saint-Denis, a nord di Parigi, alla fine di novembre). Gli arresti e le indagini compiute nell’ultima settimana in diversi paesi europei – Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Italia, e precedenti operazioni in Grecia – mostrano come la cellula sia in realtà una rete molto estesa, che coinvolge diverse persone con mansioni specifiche. Alla fine della scorsa settimana il presidente francese François Hollande aveva detto che le autorità erano vicine a smantellare la rete terroristica, ma aveva aggiunto: «Sappiamo che ce ne sono altre».
Oggi il Wall Street Journal ha scritto un articolo che mette in fila quello che sappiamo delle reti terroristiche presenti in Europa: i paesi che coinvolge, gli arresti che sono stati già fatti e i legami con precedenti operazioni di polizia.
Feyçal Cheffou e Salah Abdeslam, la cellula in Francia e in Belgio
Quello di Cheffou sembrava l’arresto più importante degli ultimi giorni. Cheffou – 31 anni originario del Marocco – è stato identificato dalla stampa belga come il terzo uomo dell’aeroporto, quello “col cappello” mostrato dalle riprese delle telecamere a circuito chiuso poco prima delle esplosioni. Lunedì però la polizia belga ha diffuso un pezzo di quel video, chiedendo un aiuto nell’identificazione dell’uomo e poche ore dopo ha annunciato di avere rilasciato Cheffou per mancanza di prove. A differenza degli altri due attentatori dell’aeroporto, l’uomo col cappello non si è fatto esplodere (non si conosce ancora il motivo). Cheffou era stato arrestato sabato mentre si trovava a poca distanza dal palazzo della procura federale a Bruxelles. I giornali belgi hanno descritto Cheffou come un giornalista freelance, spesso coinvolto nella difesa di migranti e di gruppi islamisti molto radicali.
Il 18 marzo, era stato arrestato a Bruxelles Salah Abdeslam, considerato finora l’anello di congiunzione più evidente tra gli attentati di Bruxelles e quelli di Parigi. Le impronte digitali di Abdeslam erano state trovate in un appartamento a Forest, un quartiere di Bruxelles, che era stato affittato da Khalid el Bakraoui, l’attentatore che si è fatto esplodere alla metropolitana di Maalbeek, a Bruxelles. Khalid aveva affittato anche un appartamento a Charleroi, a sud di Bruxelles, che fu usato dalla cellula belga che prese parte agli attentati di Parigi. Nell’appartamento di Charleroi la polizia aveva trovato anche le impronte digitali di Abdelhamid Abaaoud, l’uomo considerato l’organizzatore degli attacchi di Parigi, e Bilal Hafdi, uno degli attentatori suicidi dello Stade de France. Questi sono solo alcuni dei legami tra attentatori di Bruxelles e quelli di Parigi (qui c’è la versione lunga della storia).
Gli arresti nel resto d’Europa, e le indagini in Italia
Sabato sera la polizia italiana ha arrestato a Bellizzi, in provincia di Salerno, il 40enne algerino Djamal Eddine Ouali con l’accusa di avere fabbricato dei documenti falsi usati anche da alcuni degli attentatori di Parigi e Bruxelles. A carico dell’uomo era stato spiccato un mandato di arresto europeo dalle autorità del Belgio. I documenti falsi fabbricati da Ouali sembra siano stati usati da Salah Abdeslam, Mohamed Belkaid (ucciso nell’appartamento e Forest, quello affittato da Khalid el Bakroui) e Najim Laachroui (considerato il terrorista che fabbricava le bombe per lo Stato Islamico in Europa e morto nell’attentato all’aeroporto di Bruxelles). L’arresto di Ouali – insieme ad altri tre arresti compiuti nel fine settimana, uno vicino a Parigi e due a Bruxelles – hanno portato gli investigatori fino a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Domenica nella città olandese è stato arrestato un cittadino francese di 32 anni sospettato di essere coinvolto negli attacchi di Parigi del 13 novembre. Inoltre CNN ha scritto che nei giorni successivi agli attentati di Bruxelles era stato fatto circolare tra le forze di sicurezza europee un documento che conteneva i nomi di otto sospettati: tra questi ce c’erano tre che erano residenti o avevano trascorso del tempo rispettivamente nei Paesi Bassi, in Germania e in Svezia.
I giornali italiani hanno aggiunto altri dettagli sull’intera vicenda. Ieri Sky TG24, citando sue fonti, ha detto che Khalid el Bakroui era transitato in Italia nell’estate del 2015, diretto in Grecia. Sarebbe arrivato il 23 luglio all’aeroporto di Treviso con un volo Ryanair partito da Bruxelles e sarebbe ripartito il giorno dopo da Venezia per Atene. L’1 agosto, pochissimi giorni dopo, transitò per l’Italia anche Salah Abdeslam: fu visto al porto di Bari diretto a Patrasso, in Grecia. Non è chiaro cosa andassero a fare in Grecia i due uomini, ma da precedenti indagini era emersa la presenza di Abaaoud ad Atene, la capitale greca. Poco dopo gli attentati di Parigi, la polizia greca perquisì due appartamenti nei quartieri ateniesi di Pangrati e Sepolia, su richiesta delle autorità francesi e belghe: al loro interno fu trovato il DNA di Abaaoud.
L’arresto a Schaerbeek e nuovi legami con Abaaoud
Venerdì è stato arrestato a Schaerbeek, un quartiere di Bruxelles, il 38enne Abderamane Ameroud. Nel momento dell’arresto, Ameroud si trovava insieme alla figlia molto piccola su una banchina di una fermata del treno: dopo essersi rifiutato di consegnare la borsa che portava con sé, la polizia gli ha sparato a una gamba, ha fatto allontanare la bambina e ha usato un robot-artificiere per controllare che Ameroud non avesse dell’esplosivo. Ameroud è stato accusato insieme a un altro uomo (identificato come Rabah N.) di avere aiutato un francese di 34 anni – Reda Kriket – a preparare un attentato a Parigi. Kriket è la persona che era stata arrestata in Francia giovedì e che le autorità avevano detto che non sembrava essere legata direttamente agli attentati di Bruxelles. I giornali belgi, comunque, hanno evidenziato come Kriket fosse stato condannato in contumacia lo scorso anno in Belgio con l’accusa di appartenere a un gruppo jihadista che mandava i suoi membri a combattere in Siria: il principale imputato di quel processo era Abaaoud.
Ricapitolando
Non si conosce l’esatta dimensione della cellula franco-belga che ha compiuto gli attentati a Parigi e Bruxelles, anche se il presidente francese Hollande ha detto nei giorni scorsi che era sul punto di essere neutralizzata. Diversi esperti sostengono però che sia molto più estesa di quanto gli investigatori sospettassero inizialmente, e che potrebbe essercene più di una in giro per l’Europa. Non è chiaro nemmeno se siano stati presi davvero tutti i leader della cellula: un articolo del Financial Times pubblicato pochi giorni fa sosteneva per esempio che Abaaoud – ritenuto finora il capo del gruppo – fosse solo uno degli ingranaggi di comando della cellula dello Stato Islamico in Europa. Negli ultimi giorni sono poi emersi particolari inquietanti su una presunta nuova strategia dello Stato Islamico in Europa. Martin Chulov, giornalista del Guardian, ha scritto che prima degli attentati di Parigi i leader dello Stato Islamico si sono riuniti vicino a Raqqa, in Siria, dove hanno deciso di mettere in piedi una nuova strategia che prevede grandi attentati nelle capitali europee. Non si sa esattamente quanti membri del gruppo si trovino oggi in Europa.