La strage di Lahore
Un attentato suicida rivendicato da un gruppo di talebani pakistani ha ucciso almeno 70 persone, soprattutto cristiani: le autorità del Pakistan hanno già arrestato diversi sospetti
Nel tardo pomeriggio di domenica un attentatore suicida si è fatto esplodere nel parcheggio di un parco pubblico di Lahore, una città nell’est del Pakistan al confine con l’India, uccidendo almeno 70 persone. L’esplosione è stata potentissima e i testimoni hanno visto alzarsi fiamme e detriti da molto lontano. Tra i morti e i feriti (quasi trecento) ci sono molte donne e bambini: le fotografie diffuse dalle agenzie e le immagini trasmesse dalle tv pakistane hanno mostrato delle scene terribili di sangue e corpi mutilati. L’attentato è stato rivendicato da Jamaat ul Ahrar, una fazione dei talebani pakistani che tempo fa aveva dichiarato la sua fedeltà allo Stato Islamico, per poi fare un passo indietro e riunirsi all’insurgency dei talebani pakistani. Jamaat ul Ahrar ha detto di avere voluto colpire soprattutto i cristiani, che si trovavano nel parco pubblico di Lahore per festeggiare la Pasqua.
Dopo l’attentato, il governo e i più importanti funzionari che si occupano di sicurezza in Pakistan hanno tenuto una riunione di emergenza. Le autorità hanno arrestato un certo numero di persone e hanno sequestrato delle armi in cinque operazioni di polizia diverse. Una fonte militare ha detto al giornale pakistano Dawn che nelle operazioni sono coinvolti sia l’esercito che i Rangers, che stanno facendo controlli in tutta la provincia del Punjab, dove si trova Lahore: in particolare ai Rangers sono stati attribuiti poteri straordinari, che permettono loro di fare perquisizioni e interrogare i sospetti senza dover attendere i normali tempi burocratici.
Number of suspect terrorists and facilitators arrested and huge cache of arms and ammunition recovered-3
— Gen(R) Asim Saleem Bajwa (@AsimBajwaISPR) March 28, 2016
Lahore è considerata una delle città pakistane più liberali e in salute, dove il primo ministro Nawaz Sharif gode di grande appoggio. È anche una città che in anni recenti non è stata particolarmente colpita da attentati terroristici, diversamente da altri centri urbani pakistani. Domenica a Lahore si erano create però situazioni di tensione: c’erano stati manifestazioni e scontri con la polizia da parte di gruppi di estremisti religiosi che avevano contestato la condanna a morte di un fondamentalista islamico che aveva ucciso nel 2011 il governatore del Punjab Salman Taseer, responsabile di alcune proposte di attenuazione delle leggi contro la blasfemia.
In Pakistan – un paese a larga maggioranza musulmana – i cristiani sono circa l’1,6 per cento della popolazione totale: sono la seconda minoranza dopo gli hindu e si trovano soprattutto a Karachi, una città sulla costa. Ci sono però comunità rilevanti di cristiani anche a Lahore, a Faisalabad e a Peshawar. In passato le comunità pakistane erano già state l’obiettivo di attentati terroristici: negli ultimi mesi, comunque, la situazione in Pakistan sembrava leggermente migliorata e il numero degli attentati diminuito.