L’esercito siriano ha riconquistato Palmira
La città siriana nota per il suo sito archeologico era controllata dall'ISIS da maggio: è solo l'ultima di una serie di sconfitte militari che il gruppo sta subendo in Siria e in Iraq
Domenica mattina la televisione di stato siriana ha annunciato che l’esercito fedele al presidente Bashar al Assad ha riconquistato Palmira, una città della Siria centrale conosciuta per il suo bellissimo sito archeologico. Palmira era stata conquistata dallo Stato Islamico (o ISIS) nel maggio del 2015: da allora erano cresciute le preoccupazioni che lo Stato Islamico potesse distruggere il sito archeologico, cosa che aveva già fatto in altre zone della Siria e dell’Iraq.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ONG con base a Londra considerata vicino all’opposizione, nella parte orientale della città si sentono ancora colpi di arma da fuoco, ma il grosso delle milizie dell’ISIS si è oramai ritirato. L’ultima offensiva dell’esercito siriano è stata aiutata anche dai bombardamenti russi: nonostante l’annuncio di poche settimane fa, infatti, la Russia ha continuato a mantenere una presenza militare rilevante in Siria.
La perdita a Palmira è solo l’ultima di una serie di sconfitte militari subite dallo Stato Islamico negli ultimi mesi. Il gruppo sta subendo pressioni su diversi fronti: per esempio nel nord dell’Iraq, dove i bombardamenti aerei americani hanno aiutato le forze di terra irachene a riprendere il controllo di alcune cittadine prima controllate dallo Stato Islamico; nella periferia sud-occidentale della provincia di Raqqa, dove l’esercito siriano con l’aiuto dei bombardamenti russi sta facendo diverse incursioni militari; e nel nord della Siria, dove gli Stati Uniti forniscono da tempo appoggio aereo a una coalizione di forze guidata dai curdi siriani. Funzionari militari americani hanno stimato che oggi lo Stato Islamico abbia perso circa il 40 per cento del territorio che controllava nel 2014 nel suo momento di massima forza.
Palmira prima di essere conquistata dallo Stato Islamico