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  • Sabato 26 marzo 2016

«L’assurda gara al ribasso» della campagna elettorale Repubblicana

Non che prima se ne elogiasse la serietà, ma da giorni vengono tirate in mezzo anche le mogli di Cruz e Trump, per dirne una

(AP Photo/Paul Sancya)
(AP Photo/Paul Sancya)

Nell’ultima settimana la campagna elettorale dei Repubblicani per la presidenza degli Stati Uniti si è concentrata prevalentemente su due cose: sulle mogli di due dei candidati rimasti in corsa, il controverso imprenditore Donald Trump e il senatore del Texas Ted Cruz, e su un presunto scandalo sessuale in cui sarebbe coinvolto Cruz, di cui si parla da tempo ma mai confermato da alcun giornale rispettabile. Diversi giornali americani stanno commentando il livello molto basso raggiunto dalla campagna dei Repubblicani (stiamo comunque parlando della stessa campagna in cui Donald Trump ha parlato del suo pene in diretta televisiva): Chris Cillizza l’ha definita sul Washington Post «un’assurda gara al ribasso», e il magazine maschile Esquire ha descritto un litigio Trump-Cruz della scorsa settimana come «il nuovo punto più basso» della campagna elettorale.

Il primo litigio Trump-Cruz
Tutto è iniziato la settimana scorsa, quando un super PAC (un’organizzazione politica senza scopo di lucro) fondato da Repubblicani che si oppongono a Trump ha avviato una campagna su Facebook in vista delle primarie Repubblicane nello Utah, che si sono tenute il 22 marzo. La campagna era diretta soprattutto agli elettori di religione mormone, molto conservatrice e parecchio diffusa nello Utah. Una delle immagini della campagna conteneva una vecchia foto della moglie di Trump, Melania, scattata all’inizio degli anni Duemila durante un servizio per GQ. Nella foto, Melania – che prima di sposare Trump aveva lavorato a lungo come modella – è ritratta seminuda e sdraiata su una pelliccia. La didascalia della foto dice: «Ecco Melania Trump, la nostra prossima First Lady. Oppure puoi votare Ted Cruz, martedì».

melania
Trump ha parlato della campagna contro di lui solamente il 23 marzo, il giorno dopo essere stato sconfitto da Cruz proprio nello Utah: ha accusato Cruz di avere organizzato la campagna con la foto di Melania – e quindi di esserci stato lui dietro l’iniziativa del super PAC – minacciando inoltre di “vuotare il sacco” su sua moglie Heidi Cruz, dirigente di Goldman Sachs.

Cruz ha reagito accusando Trump di essere un “codardo” per voler tirare in ballo sua moglie Heidi, ma il giorno dopo Trump ha retwittato un collage fotografico con le foto di Heidi Cruz e Melania Trump a confronto, la prima in lacrime e la seconda truccata con cura, con la didascalia «non c’è bisogno di vuotare il sacco: le immagini dicono più di mille parole».

La vicenda National Enquirer
Venerdì 25 marzo il National Enquirer, un tabloid americano di scarsa affidabilità, ha pubblicato un articolo molto vago su Cruz e su cinque sue presunte amanti, di cui ha anche mostrato le foto con il volto oscurato. Nessuna delle cinque donne è stata nominata esplicitamente, ma sono stati ricostruiti due nomi in particolare: quello di Katrina Pierson, ex membro dello staff di Cruz e ora portavoce di Trump, e quello di Amanda Carpenter, ex responsabile della comunicazione di Cruz. Entrambe le donne hanno negato le voci. Tutti i principali quotidiani americani hanno evitato di riprendere direttamente l’articolo del National Enquirer, parlando piuttosto delle polemiche che ha generato. Su Vox, Matt Yglesias ha fatto notare che nell’articolo «non c’è nulla che secondo i normali standard giornalistici possa essere considerato una prova adeguata, e tale da pubblicare accuse del genere».

In un post su Facebook, Cruz ha definito le accuse delle “stupidaggini” e ha criticato pesantemente Donald Trump e “i suoi amici del National Enquirer” (il cui CEO è effettivamente un amico di Trump). Ma il comunicato più interessante e surreale di tutta la vicenda è stato pubblicato da Donald Trump. Nel giro di poche decine di parole, Trump è riuscito sia a dissociarsi formalmente dalla polemica – «non ho niente a che fare con questo, non ho ancora letto l’articolo» – sia a far intuire che la storia potrebbe essere vera, in fondo: ha infatti definito quello di Ted Cruz con il National Enquirer “un problema”, e ha ricordato che lo stesso tabloid ci azzeccò quando pubblicò storie precedenti di scandali sessuali. In una delle ultime frasi del comunicato, si legge: «Spero davvero che non abbiano ragione riguardo Ted “il bugiardo” Cruz».

https://twitter.com/jdelreal/status/713436866918412289

Della vicenda si è parlato un po’ a sorpresa anche in un programma mattutino di CNN andato in onda venerdì 25, lo stesso giorno in cui il National Enquirer è uscito in edicola. Durante un dibattito fra la giornalista del Boston Herald Adriana Cohen, molto vicina a Trump, e Amanda Carpenter – una delle donne citate implicitamente nell’articolo del National Enquirer – Cohen ha chiesto conto a Carpenter delle accuse. La conduttrice di CNN si è arrabbiata molto, spiegando di non voler parlare dell’articolo finché le accuse non fossero state verificate da CNN, e Carpenter si è difesa definendo l’articolo “stupidaggini da tabloid”.

Alcuni siti di news che si occupano di media hanno comunque fatto notare che da diversi mesi girano delle storie su Cruz e alcune sue possibili amanti. Il sito di news Daily Beast ha scritto che diversi importanti media americani – fra cui il New York Times, Bloomberg, il Washington Post e Politico – hanno saputo di voci riguardanti Cruz e una storia di infedeltà coniugale, ma che tutti quanti hanno deciso di non pubblicare niente perché si trattava solo di voci. Gawker ha fatto notare che da alcune settimane alcuni utenti Twitter che si occupano di politica americana hanno cominciato a parlare in maniera criptica di una notizia molto importante che riguarda Cruz, chiamandola “la cosa” e ipotizzando che possa esistere in forma di video.

Le prossime primarie dei Repubblicani si terranno il 5 aprile in Wisconsin, dove i sondaggi danno praticamente alla pari Ted Cruz e Donald Trump (che però ha vinto nella maggior parte degli stati in cui si è votato finora). L’altro candidato rimasto, il governatore dell’Ohio John Kasich, viene dato molto distante.