Stasera cinema?
"Batman v Superman: Dawn of Justice", ovvio, ma anche "Land of Mine - Sotto la sabbia", un film drammatico molto interessante
Per chi si occupa di cinema l’estate 2016 è in qualche modo iniziata qualche giorno fa, quando è uscito Batman v Superman: Dawn of Justice. Negli ultimi anni i film di questo tipo – blockbuster, supereroi, tanta azione – arrivavano nei cinema da maggio in poi. Batman v Superman: Dawn of Justice ha invece provato a giocare d’anticipo: è presto per dire come andrà, intanto si sa che ai critici il film non sta piacendo. I critici non sembrano nemmeno aver apprezzato Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, il sequel del film che nel 2002 andò benissimo. Andando oltre matrimoni e supereroi, da questo weekend sono nei cinema anche la commedia italiana Un paese quasi perfetto e quella francese Un momento di follia. Dal 24 marzo si può vedere anche Land of Mine – Sotto la sabbia, un film drammatico che racconta una poco nota storia che ha a che fare con la Seconda guerra mondiale.
Batman v Superman: Dawn of Justice
Il regista è Zach Snyder, quello di Watchmen e 300, e il film riparte più o meno da dove era finito L’uomo d’acciaio, che è uscito nel 2013 (diretto anche quello da Snyder). Quel film parlava di Superman, questo parla di Superman e Batman che vivono a qualche chilometro l’uno dall’altro e combattono per provare a uccidersi. Superman è interpretato da Henry Cavill, Batman è invece interpretato da Ben Affleck. Oltre a loro, nel cast ci sono anche Jesse Eisenberg (che fa Lex Luthor, il cattivo), Amy Adams (che fa Lois Lane, la fidanzata di Superman), Jeremy Irons (che fa Alfred, il maggiordomo di Batman) e Gal Gadot (che fa Wonder Woman).
Batman v Superman: Dawn of Justice (nel titolo c’è una “v” e non un “vs” perché Snyder ha spiegato che è un modo per far capire che non è solo un film uno-contro-l’altro) è costato 250 milioni di dollari a cui, secondo Variety, ne vanno aggiunti circa 150 per il marketing. Il film non sta piacendo un granché, soprattutto ai critici professionisti: Rene Rodriguez del Miami Herald ha scritto che il film è “immenso, ingombrante e affollato” e Joshua Rothkopf di Time Out New York ha scritto che merita di essere una “pietra tombale per un genere cinematografico in disperato bisogno di una pausa“. È pero comunque un film dove c’è Batman e c’è Superman: è uno di quei film da vedere – anche se non si è fan di fumetti e supereroi – fosse anche solo per parlarne male (o per capire perché Ben Affleck fa questa faccia, in questo video).
– Prima o dopo il film: Watchmen, il primo film di supereroi diretto da Snyder, piacque abbastanza a pubblico e critica. A prescindere, non si possono non guardare o riguardare i suoi primi tre minuti, in cui vari pezzi di storia degli Stati Uniti sono mostrati come se a viverli ci fossero stati anche dei supereroi. Il tutto con in sottofondo The Times They Are a-Changin‘ di Bob Dylan.
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2
Il nuovo “grosso grasso matrimonio” – sequel di quello che nel 2002 incassò un sacco di soldi – è diretto da Kirk Jones, è costato 18 milioni di dollari e, come nel primo film, la protagonista è Nia Varlados che interpreta Fotoula “Toula” Portokalos. Nel primo film Toula è una trentenne la cui famiglia di origini greche vuole che lei si trovi un marito greco. Lei si innamora però di Ian, che greco non è, e con un po’ di fatica i due riescono a convincere la famiglia di lei e sposarsi. Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 è ambientato alcuni anni dopo il matrimonio tra Toula e Ian (interpretato da John Corbett), che ora vivono insieme e hanno una figlia adolescente. Si chiama Paris (Elena Kampouris) che deve allontanarsi da casa per andare a studiare in un’altra città: nel cercare di mantenere unita la loro famiglia, Toula e Ian finiscono per rifare con Paris quello che i genitori di Toula facevano con lei. Il vero centro del film è però un nuovo matrimonio, quello dei genitori di Toula che scoprono che per via di un cavillo procedurale non risultano essere davvero sposati.
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 non ha avuto finora delle buone recensioni: Roger Moore ha scritto su Movie Nation che “le battute sono scontate e le si vede arrivare da un chilometro di distanza”; Entertainment Weekly ha scritto che “le battute a sfondo etnico non erano rivoluzionarie nel primo film e ora sono ancora più stantie” e su Variety Geoff Berkshire ha scritto che – così come il primo – il film sembra una sdolcinata sitcom ma che, rispetto al primo, è molto meno particolare.
– Prima o dopo il film: Monsoon Wedding è un film indiano del 2001,vincitore del Leone d’Oro alla 58ª Mostra del cinema di Venezia. Anche in Moonsoon Wedding tutto ruota attorno alle tradizioni e a un matrimonio. L’approccio è però diverso, meno scanzonato.
Un paese quasi perfetto
È nei cinema dal 24 marzo ed è una commedia scritta e diretta da Massimo Gaudioso, considerato uno dei migliori sceneggiatori italiani. Tra gli attori del film ci sono Fabio Volo, Silvio Orlando e Miriam Leone. Un paese quasi perfetto è ambientato a Pietramezzana, un piccolo paese – inventato – sull’Appennino della Basilicata: Pietramezzana si sta spopolando e ci sono sempre meno giovani. Un industriale decide di aprire una fabbrica, cosa che aiuterebbe il paese a tornare vivo e dinamico. Per farlo serve però che un dottore (che a Pietramezzana non c’è) decida di trasferirsi lì. Gli abitanti allora contattano Gianluca Terragni, un chirurgo estetico milanese interpretato da Volo.
Gaudioso è lo sceneggiatore di Benvenuti al Sud, un film con una storia simile a quella di Un paese quasi perfetto. Parlando di queste somiglianze, Paola Casella ha scritto su MyMovies: «Più che di un ritorno all’ingenuità del cinema italiano anni ’50, cui palesemente Gaudioso si ispira, Un paese quasi perfetto sembra dunque un modo pragmatico di capitalizzare su un format che ha avuto successo nel passato recente». Su Coming Soon Antonio Bracco ha invece scritto: «Un paese quasi perfetto, a dispetto di quanto si possa pensare, schiva gli stereotipi sulle differenze culturali che hanno fatto la fortuna di altri film. Anzi, per quanto resti una commedia brillante, l’arma che sfodera non è quella della comicità, piuttosto quella della gentilezza».
– Prima o dopo il film: Così come Benvenuti al Sud (remake del film francese Giù al Nord) anche Un paese quasi perfetto è la versione italiana di un altro film, il canadese La grande seduzione.
Un momento di follia
È una commedia francese uscita al cinema il 24 marzo. Racconta la storia di due amici (interpretati da Vincent Cassel e François Cluzet) che partono per una vacanza in Corsica con le loro due figlie, di 17 e 18 anni. Succede che – in un momento di follia – uno dei due amici abbia una relazione con la figlia dell’altro. Il film è diretto da Jean-François Richet, che ha già diretto Cassel in Nemico pubblico N. 1 – L’istinto di morte e Nemico pubblico N. 1 – L’ora della fuga, due film che raccontano la storia del gangster francese Jacques Mesrine, famosissimo negli anni Sessanta e Settanta.
Su Panorama Claudio Trionfera ha scritto che nel film “il tocco è leggero, specie nella prima parte” e che la seconda è girata nel segno di una normalità “che permette al film di non sconfinare in eccessive arditezze e restare costantemente nei confini di una rappresentazione morbida, agevole, divertente. Qualità che il film – naturalmente con minor divertimento ma maggiori intensità – conserva anche quando maneggia sostanze più drammatiche”.
– Prima o dopo il film: Anche questo film è un remake: l’originale è Un moment d’égarement , del 1977. Lo stesso tema (due padri, due figlie, relazione tra un padre e una figlia) è stato ripreso anche da Quel giorno a Rio, un film statunitense con Michael Caine, Joseph Bologna, Valerie Harper, Michelle Johnson e Demi Moore.
Land of Mine – Sotto la sabbia
È un film drammatico diretto da Martin Zandvliet: racconta la storia dei soldati tedeschi che durante la Seconda guerra mondiale furono fatti prigionieri e, al termine della guerra, furono usati in Danimarca per sminare le spiagge da tutte le mine messe durante la guerra dai tedeschi (secondo i quali gli Alleati sarebbero sbarcati lì, e non in Normandia). Gran parte dei soldati usati per sminare erano giovanissimi, arruolati negli ultimi mesi di guerra dalla Germania nazista. Parlando del film, Zandvliet ha detto: «La mia intenzione era quella di rivelare un episodio basato su un fatto storico che fa ancora vergognare particolarmente la Danimarca. Non volevo assegnare colpe o puntare il dito; mi sembrava interessante fare un film che non guardasse i tedeschi sempre come mostri. In fin dei conti, è davvero solo un film sugli esseri umani».
– Prima o dopo il film: Uno dei più apprezzati film che nella storia del cinema ha provato a raccontare una guerra dal punto di vista dei nemici è La grande illusione, un film del 1937 di Jean Renoir.
Questa settimana sono usciti anche La macchinazione – un film in cui Massimo Ranieri interpreta Pier Paolo Pasolini – e il film Heidi, diretto da Alain Gsponer.
Intanto, nei cinema:
– Brooklyn: è un film romantico e drammatico e anche la sua protagonista, l’irlandese Saorise Ronan, era candidata all’Oscar come Miglior attrice. Ronan interpreta Eilis Lacey, una giovane donna irlandese che negli anni Cinquanta emigra dal piccolo paese in cui vive con la madre e la sorella per andare a Brooklyn per cercare lavoro. Lo trova ma ha nostalgia di casa. La nostalgia le passa quando incontra e si fidanza con un idraulico italoamericano. Poi però è costretta a tornare in Irlanda, e una volta lì deve decidere cosa fare: restare dove è nata e cresciuta o tornare a New York.
– Ave, Cesare!: è il nuovo film dei fratelli Joel ed Ethan Coen, la coppia di registi e sceneggiatori statunitensi famosa soprattutto per Fargo, Il Grande Lebowski e Non è un paese per vecchi. Il film è ambientato negli anni Cinquanta e il protagonista è Eddie Mannix (Josh Brolin), un uomo che lavora come “facilitatore” per i film realizzati dal suo studio cinematografico, la Capitol Pictures: Mannix deve per esempio controllare che le riprese vadano secondo i piani e tenere a bada capricci e vizi degli attori, evitando che i particolari delle loro vite private diventino pubblici. Ave, Cesare! è una commedia ma c’è anche molto altro: è la storia di un rapimento, è una dichiarazione d’amore (secondo altri una critica) alla Hollywood di quegli anni ed è un film che, come succede quasi sempre con i Coen, ha molti possibili livelli di lettura.
– Room: era candidato a quattro premi Oscar – Miglior film, Miglior regia, Migliore sceneggiatura non originale e Miglior attrice protagonista – e ne ha vinto uno. Il regista è Lenny Abrahamson – quello di Frank, il film con il personaggio con una maschera di cartapesta in testa – e la storia è tratta dal romanzo Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue. Libro e film raccontano la storia di Joy, una ragazza di 24 anni che da sette vive reclusa in una stanza dopo che un uomo – chiamato “Old Nick” (che in inglese è uno dei nomi del diavolo) – l’ha rapita. La donna ha anche un figlio, nato da uno dei rapporti sessuali a cui è stata costretta dal suo rapitore. Il figlio ha cinque anni e ha vissuto tutta la sua vita nella stanza dove è rinchiusa sua madre. Di Room si è parlato benissimo.
– Legend: è nei cinema dal 3 marzo e racconta la storia dei gemelli Kray, due famosi gangster della Londra degli anni Sessanta. Il film è tratto dal libro The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins, scritto nel 1972 da John Pearson. A interpretare i due gemelli Kray – Ronald e Reginald – è un solo attore: Tom Hardy. Hardy, anche lui britannico, è uno degli attori i cui film sono andati meglio negli ultimi anni: ha recitato in Inception, Il cavaliere oscuro – Il ritorno e Lawless e nel 2015 ha avuto un ruolo da protagonista in Mad Max: Fury Road e uno piuttosto importante in The Revenant. Due film che insieme hanno vinto sei Oscar (avevano 22 nomination).