La moda uomo di oggi è nata in un film degli anni Novanta
Gli abiti dei tre protagonisti del film francese di culto "L'Odio", uscito nel 1995, sono molto simili a quelli indossati dai giovani e proposti alle sfilate
L’odio (La Haine) è un film del 1995 di Mathieu Kassovitz, vincitore del premio per la miglior regia al 48º Festival di Cannes: è in bianco e nero, ma nonostante questo e nonostante siano passati 21 anni non sembra un film vecchio. I protagonisti sono e fanno cose simili a quelle dei ragazzi delle banlieue parigine di oggi, parlano il verlan (un gergo ancora usato da alcuni giovani francesi) e si vestono come loro, oltre che come i modelli delle sfilate maschili degli ultimi anni. Sul Guardian la critica di moda Morwenna Ferrier spiega infatti che il film ha anticipato la moda maschile di oggi, in cui è comune vedere felpe col cappuccio, magliette larghe, tute e altri capi solitamente utilizzati per fare sport.
I tre protagonisti di L’odio – Vinz (interpretato da Vincent Cassel), Hubert e Saïd – sono ragazzi arrabbiati con la società: un loro amico è in coma per essere stato picchiato da un poliziotto, e tutti e tre hanno partecipato agli scontri tra la polizia e gli abitanti del quartiere che sono seguiti. Vinz indossa una tuta Nike (a proposito, sapete come si pronuncia?) per quasi tutto il film, Hubert magliette di Everlast, Saïd abiti senza marchi.
Secondo Ferrier i vestiti indossati dai tre personaggi – una sorta di “divisa”: tuta da ginnastica e cappotto – sono un simbolo dello stile di “lusso anti-lusso” che si vede in molte collezioni maschili oggi. Il film racchiude diversi stili della moda contemporanea, come mostra per esempio una scena ambientata in una galleria d’arte. Vinz, Hubert e Saïd ci entrano perché hanno perso l’ultimo treno per tornare a casa e si scontrano col curatore della galleria: il conflitto si riflette anche nel contrasto tra il suo completo di lino e i vestiti firmati Nike, Everlast e Carhartt dei ragazzi, modi di vestire che si incontrano quotidianamente nelle strade di Parigi e negli ultimi anni anche sulle passerelle.
A metà anni Novanta era molto comune che uomini e ragazzi usassero tute di Sergio Tacchini o Fila come vestiti da tutti i giorni, e i capi di marchi come Carhartt e Dickies erano considerati fondamentali: quegli stessi marchi stanno tornando di moda oggi. Allo stesso modo i cappotti in pelle di montone, popolari per la prima volta negli anni Settanta e poi di nuovo a metà anni Novanta (in L’odio sia Saïd, il ragazzo di origine algerina, che Hubert, quello nero, ne indossano uno), sono tornati di moda. Per esempio lo stilista russo Gosha Rubchinskiy (Menswear Guest Designer della prossima edizione di Pitti Uomo, a giugno 2016) li ha inseriti nella collezione uomo autunno-inverno 2015-16.
Quello de L’odio non è uno stile nuovo, ma i ragazzi di oggi – che erano piccoli quando il film uscì o non erano neanche nati – lo apprezzano e lo riconoscono come attuale. Anche lo stile di Yeezy, il marchio di moda che il rapper Kanye West disegna in collaborazione con Adidas, è molto simile a quello dei vestiti indossati da Vinz, Hubert e Saïd.