La DDR è scomparsa anche nel calcio
È dal 2009 che una squadra della ex Repubblica Democratica Tedesca non gioca in Bundesliga, e i problemi sono iniziati tutti nel 1990
Nel novembre del 2014 la Germania ha festeggiato il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. In quel periodo, oltre ai festeggiamenti, si è tornati a discutere del divario economico che ancora separa la vecchia Germania dell’Est dall’ovest del paese: l’ovest è generalmente molto più ricco e avanzato dell’est, dove il tasso di disoccupazione è più alto e gli stipendi sono più bassi. La portata della divisione economica e sociale tra est e ovest si rispecchia anche nel calcio: dal 1992 solo quattro squadre della vecchia DDR hanno partecipato alla Bundesliga, la prima divisione tedesca, ed è dal 2009 che una squadra dell’est non partecipa al campionato. Inoltre, solo un giocatore nato nell’est era fra i 23 giocatori della nazionale tedesca che hanno vinto i Mondiali nel 2014.
Due anni dopo la riunificazione del 1990, la Bundesliga – che dal 1968 era il campionato della Germania Ovest – si allargò a venti squadre per la partecipazione di due club dell’est, la Dinamo Dresda e l’Hansa Rostock, che l’anno prima erano arrivati rispettivamente in prima e seconda posizione nell’ultima edizione della DDR-Oberliga, il vecchio campionato della Germania dell’Est. L’Hansa Rostock venne retrocesso immediatamente, la Dinamo Dresda resistette in Bundesliga per un po’ ma nel 1995 arrivò ultima e retrocesse, dopo quattro stagioni in cui non andò mai oltre il tredicesimo posto. L’Hansa Rostock riuscì, negli anni successivi, a partecipare a undici edizioni della Bundesliga, l’ultima delle quali nel 2008. La Dinamo Dresda invece non riuscì più a tornarci. Altre due squadre dell’est hanno disputato almeno una stagione in Bundesliga: il Lokomotive Lipsia ci giocò solo nella stagione 1993/1994 mentre l’Energie Cottbus è riuscito a disputarvi nove stagioni, l’ultima nel 2008/2009, che è anche l’ultima stagione in cui una squadra dell’ex DDR ha preso parte alla Bundesliga. Ora Energie Cottbus, Hansa Rostock e Dinamo Dresda giocano tutte nella terza serie tedesca. Il Lokomotive Lipsia invece è fallita, è stata rifondata ed è scesa ancora più in basso, nella quinta divisione nazionale.
Storicamente, i club e la nazionale della DDR sono stati sempre più deboli dell’ovest, per ovvie ragioni: l’area geografica di piccole dimensioni (gli abitanti dell’est sono circa il 15 per cento della popolazione tedesca), la gestione pubblica delle squadre che non permetteva ai privati di acquistarle o di investirci dei soldi e la scarsa considerazione che il governo della Repubblica Democratica Tedesca, stato satellite dell’Unione Sovietica, aveva per il calcio. Dopo la caduta del Muro di Berlino le squadre dell’est persero praticamente tutti i loro migliori giocatori: già la notte stessa della caduta del muro, molti dirigenti delle squadre della Repubblica Federale raggiunsero Vienna, dove la nazionale della Germania dell’Est si trovava in ritiro per preparare la partita contro l’Austria, per ingaggiare tutti i migliori giocatori presenti. Come raccontato da Uwe Rosler, all’epoca giocatore della DDR, il campo sportivo in cui la nazionale si stava allenando fu invaso da giornalisti, procuratori e dirigenti di club. I calciatori erano quasi sempre al telefono con agenti sportivi o direttamente con i dirigenti delle squadre occidentali, visto che da quel momento sarebbero stati tutti liberi di trasferirsi dove volevano. Rainer Calmund, per esempio, all’epoca dirigente del Bayer Leverkusen, mandò in Austria un gruppo di osservatori per cercare di ingaggiare il prima possibile i migliori giocatori presenti. In quei giorni il Bayer Leverkusen prese Andreas Thom e Ulf Kirsten, due fra i giocatori migliori della Germania dell’Est che allora giocavano con la Dinamo Berlino e con la Dinamo Dresda. Kirsten rimase poi a Leverkusen per tredici anni ed è tuttora il miglior marcatore del club nelle competizioni europee. Quello che successe al ritiro della nazionale si verificò anche nei club.
A riunificazione avvenuta, Thomas Doll, ex giocatore della Lazio, del Bari e della nazionale della Germania Est disse: «La riunificazione è stata la peggior cosa che poteva accadere alle squadre della DDR e la migliore possibile per i giocatori». Le squadre della DDR infatti non riuscirono a rimediare in alcun modo all’esodo dei propri giocatori, che andarono a giocare in un campionato più ricco, competitivo e molto più seguito: la Bundesliga. I club poi iniziarono ad avere difficoltà a trovare contratti di sponsorizzazione, perché tutta l’attenzione era rivolta alle squadre dell’ovest, più ricche e forti. La cattiva gestione dei club ereditata dal periodo della DDR, dove i dirigenti erano funzionari pubblici molto spesso corrotti, fece il resto e impedì ai club di stare al passo con i tempi.
Dopo l’Energie Cottbus nella stagione 2008/2009, nessun altro club della vecchia DDR è riuscito a raggiungere la Bundesliga. Attualmente la squadra più forte dell’est della Germania è il RB Lipsia, una delle squadre di proprietà della Red Bull, l’azienda austriaca produttrice della nota bevanda energetica. Nel 2009 la Red Bull acquistò il SSV Markranstädt, un club della quinta divisione tedesca, lo rinominò RasenBallsport Lipsia e ci investì fin da subito diversi milioni di euro. Dopo tre promozioni consecutive la squadra disputa la seconda divisione da due anni e nei piani dell’azienda austriaca dovrebbe diventare nei prossimi anni una delle più importanti del campionato tedesco. Il caso del RB Lipsia però è isolato ed è stato possibile solo grazie agli investimenti di una singola azienda. Il resto delle squadre dell’est non è mai riuscito a riprendersi dal ridimensionamento avvenuto dopo l’unificazione: nella seconda divisione tedesca, quest’anno, c’è solo un’altra squadra dell’est, l’Union Berlino, che per ora si trova a metà classifica. La squadra più famosa della capitale tedesca, l’Hertha, ai tempi della divisone venne inserita fra le squadre del campionato della Repubblica Federale.
La crisi dei club non riguarda solo i risultati, ma è molto più profonda. I settori giovanili producono pochi giocatori di qualità: fra i 23 convocati all’ultima Coppa del Mondo, solo Toni Kroos, centrocampista del Real Madrid, proveniva da una città della vecchia DDR. Kroos nacque dieci mesi prima dell’unificazione della Germania, avvenuta ufficialmente il 3 ottobre 1990, ed è stato il primo giocatore nato nell’est ad aver vinto una Coppa del Mondo. Come si può notare da un grafico realizzato dal Guardian nel 2014, nella nazionale tedesca che vinse i Mondiali in Brasile c’erano più giocatori nati in Polonia (Podolski e Klose) che nel territorio dell’ex DDR.
Un’ipotetica nazionale della Germania dell’Est sarebbe decisamente meno forte di quella dell’ovest e anche di molte altre nazionali europee. I giocatori più forti su cui potrebbe contare, oltre a Kroos, sono Marcel Schmelzer, terzino sinistro del Borussia Dortmund, Robert Huth, difensore del Leicester City e Ralf Fährmann, portiere dello Schalke 04.
Eccezion fatta per il RB Lipsia, è molto difficile che nei prossimi anni un club dell’est ottenga la promozione in Bundesliga. La maggior parte delle squadre dell’ovest, negli ultimi vent’anni, sono diventate sempre più ricche, e lo erano già prima della riunificazione. Hanno beneficiato direttamente dagli investimenti per l’organizzazione dei Mondiali del 2006 e delle partecipazioni alle coppe europee, che hanno contribuito a portare più sponsor, più premi e più ricavi. Per vari motivi, le squadre dell’est non sono riuscite a mettersi in pari abbastanza velocemente negli anni novanta, quando ancora il divario fra squadre dell’est e squadre dell’ovest era netto ma non incolmabile. Secondo alcuni questo è dovuto anche alle scelte della federazione calcistica tedesca, che introdusse troppo frettolosamente le squadre della DDR nella nuova Bundesliga, non dando il tempo ai club di prepararsi.