Bloomberg for Trudeau
L'articolo scritto dall'ex sindaco di New York su Bloomberg (il suo sito di news, insomma) per celebrare il primo ministro canadese e i suoi progetti
di Michael R. Bloomberg – Bloomberg
Il valore del dollaro canadese e il prezzo del petrolio, una delle merci che il Canada esporta di più, in questi mesi sono diminuiti fino quasi a raggiungere il loro livello più basso di sempre. Questi dati però – insieme all’apparente fine del progetto per la costruzione dell’oleodotto Keystone XL tra Canada e Stati Uniti – non danno l’idea di cosa il futuro abbia in serbo per l’economia del Canada.
L’anno scorso i canadesi hanno eletto un primo ministro energico e pragmatico, Justin Trudeau, la cui campagna elettorale è stata incentrata su un programma di inclusione e tolleranza, e sulla necessità di unire le persone per risolvere i problemi nazionali e risollevare il paese dalle difficoltà economiche. Il vigore giovanile e l’ottimismo di Trudeau hanno ispirato paragoni con il presidente americano John F. Kennedy: come Kennedy, anche Trudeau ha promesso di tagliare le tasse al ceto medio e affrontare la principale sfida scientifica del suo tempo, che oggi è il cambiamento climatico. L’impegno di Trudeau per la lotta al cambiamento climatico coincide con la sua consapevolezza che l’economia canadese sia troppo dipendente dal petrolio, e da troppo tempo. La buona notizia per Trudeau è che il mercato condivide la sua opinione.
In Canada spesso sono le città e le province a guidare il cambiamento. La provincia più popolosa, l’Ontario, ha avviato un programma decennale da 130 miliardi di dollari canadesi per migliorare strade, trasporto pubblico e ospedali. Le obbligazioni vendute per finanziare questi investimenti sono andate meglio rispetto alla media nazionale anche in Alberta, una provincia ricca di petrolio. Trudeau si è impegnato ad aumentare gli investimenti sulle infrastrutture a basso impatto di CO2 e sulle tecnologie energetiche verdi (l’azienda Canadian Solar è diventata uno dei maggiori produttori di pannelli solari al mondo): i ritorni economici dal mercato dimostrano che gli investitori la pensano come lui. Lo stesso vale, appunto, per i leader locali: diverse città, da Montreal a Vancouver, hanno fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra, e hanno permesso ai cittadini di vigilare sul loro operato rendendo pubblici questi obiettivi attraverso il Compact of Mayors (Patto dei Sindaci), una piattaforma standardizzata per il monitoraggio dei progressi in campo ambientale a cui hanno aderito oltre 400 città in tutto il mondo (in Italia partecipano Roma, Milano, Firenze, Bologna e Padova). Diverse province canadesi hanno inoltre adottato forme di carbon tax, una tassa sulle emissioni inquinanti, e sistemi per lo scambio di emissioni.
Rendendo prioritari maggiori investimenti nell’economia a basse emissioni di CO2, Trudeau sta seguendo le correnti del mercato e i trend degli enti locali. Questi investimenti aiuteranno l’economia del Canada ad affrontare anche un’altra sfida: le riserve di liquidità di cittadini e imprese, che oggi superano i 500 miliardi di dollari canadesi. La costruzione di più infrastrutture porterà a maggiori investimenti nel settore privato, che a loro volta riporteranno sul mercato maggiori fondi, generando crescita economica e gettito fiscale maggiori. Con i tassi d’interesse ai minimi storici ormai da tempo, per i governi non c’è mai stato un momento migliore per prendere in prestito denaro per finanziare lo sviluppo di nuovi mezzi di trasposto pubblico, scuole e ospedali, un’opportunità che il governo americano ha mancato quasi del tutto.
Il Canada ha diverse sfide da affrontare. La capacità del suo governo di essere all’altezza dei suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dipenderà in gran parte dall’efficacia del suo approccio dal basso. Ma le iniziative a livello locale in linea con le forze di mercato hanno il potenziale di condurre il paese verso una nuova era di crescita e investimenti. Una leadership economica forte, come Trudeau sembra capire, non si costruisce su politiche protezioniste o socialiste, che cercano capri espiatori e basta. Si costruisce unendo le persone intorno a una visione ottimista e realistica, che può diventare realtà se il governo lavora insieme ai mercati finanziari.
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