Le foto di Barack Obama a Cuba
È arrivato domenica, con la moglie e le due figlie: è il primo presidente statunitense in carica a visitare l'isola dal 1928
Domenica 20 marzo, poco dopo le quattro del pomeriggio ora locale, Barack Obama è arrivato all’Avana, Cuba: è il primo presidente statunitense in carica a visitare l’isola negli ultimi 88 anni e dai tempi della rivoluzione comunista di Fidel Castro. L’ultima visita di un presidente risale al 1928, quando Calvin Coolidge vi inaugurò il congresso Panamericano. Il consigliere per la sicurezza di Obama, Ben Rhodes, ha detto che questa visita ha l’obiettivo di rendere la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi «irreversibile», anche oltre la fine del mandato di entrambi i presidenti e le incertezze politiche. Obama, che ha 54 anni, lascerà il suo incarico il 20 gennaio del 2017; il presidente di Cuba, Raul Castro, che ha trent’anni più di Obama, farà la stessa cosa circa un anno più tardi. Obama resterà a Cuba fino a martedì ed è accompagnato dalla moglie, Michelle Obama, e dalle loro due figlie, Sasha e Malia.
Le foto del primo giorno scattate da Pete Souza, il fotografo ufficiale della Casa Bianca:
Subito dopo l’atterraggio dell’Air Force One all’aeroporto José Martí, Obama dal suo account Twitter ha scritto una frase che significa “Come stai Cuba?”: “¿Que Bola Cuba?”.
¿Que bolá Cuba? Just touched down here, looking forward to meeting and hearing directly from the Cuban people.
— President Obama (@POTUS44) March 20, 2016
Ad accoglierli sotto la pioggia c’erano, tra gli altri, il ministro degli Esteri cubano Bruno Eduardo Rodriguez Parrilla e l’ambasciatore statunitense Jeffery DeLaurentis, incaricato alla nuova ambasciata che non ha ancora formalmente un rappresentante approvato dal Senato. Sotto la pioggia, davanti al personale dell’ambasciata statunitense recentemente riaperta, Obama ha parlato della sua visita definendola «un’opportunità storica di impegnarsi con il popolo cubano», ha visitato la Città Vecchia dell’Avana e la statua di Carlos Emanule De Cespedes, rivoluzionario che nel 1868 liberò gli schiavi e proclamò la prima indipendenza cubana. Obama ha poi visitato il Museo de la Ciudad dove, nel cortile, si è fermato davanti a una statua di Cristoforo Colombo, poi alla Cattedrale dell’Avana ha incontrato il cardinale Jaime Ortega, che ha avuto un ruolo importante nella svolta diplomatica del dicembre 2014 quando gli Stati Uniti annunciarono la fine di cinquant’anni di ostilità. Le relazioni tra Stati Uniti e Cuba si erano deteriorate a partire dagli anni Sessanta, dopo la rivoluzione cubana e la presa del potere da parte di Fidel Castro. Un primo segno di riavvicinamento pubblico, anche se piccolo, c’era stato il 10 dicembre del 2013, quando il presidente americano Obama e il presidente cubano Raul Castro si erano stretti la mano durante una cerimonia in ricordo dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela.
Lunedì Obama ha incontrato Raul Castro, dopo il quale il presidente cubano ha diffuso un comunicato nel quale si è detto felice della decisione del presidente degli Stati Uniti di permettere i voli commerciali a Cuba. Castro ha spiegato che nonostante i rapporti commerciali tra i due paesi siano migliorati recentemente per volontà di Obama, le limitazioni economiche sono ancora «l’ostacolo principale» allo sviluppo di Cuba e al benessere dei cubani. Castro ha anche ammesso che Obama vorrebbe togliere completamente l’embargo, ma che il Congresso non glielo permette. Ha anche chiesto agli Stati Uniti di restituire l’area di Cuba sulla quale adesso c’è la base americana di Guantanamo. Obama, commentando l’incontro, ha detto che quella tra lui e Castro è stata una «conversazione franca e sincera» sui diritti umani e sulla democrazia, e ha detto che è iniziato un «nuovo giorno» nelle relazioni tra Stati Uniti e Cuba. Ha anche però sottolineato che i due paesi continuano ad avere «differenze molto importanti», soprattutto per quanto riguarda la libertà di parola e religiosa. Ha aggiunto che «il destino di Cuba non sarà deciso dagli Stati Uniti e da nessun altro paese: il futuro di Cuba sarà deciso dai cubani». Contemporaneamente, ha detto che sta lavorando per rendere più facile la collaborazione commerciale tra aziende americane e cubane e per permettere l’assunzione di sempre più cubani negli Stati Uniti.
Dopo il loro incontro, Castro e Obama hanno tenuto una conferenza stampa congiunta alla presenza dei giornalisti, una cosa molto rara per Castro: Associated Press scrive che alcuni cubani intervistati si sono detti scioccati nel vedere Castro incalzato dai giornalisti. Uno di loro, il reporter di origini cubane di CNN Jim Acosta, ha chiesto conto al presidente cubano dei prigionieri politici detenuti a Cuba. Castro ha risposto: «Datemi ora la lista dei prigionieri politici da rilasciare, se ce ne sono saranno liberi entro stasera». Durante la conferenza, Obama ha detto di credere che l’embargo di Cuba finirà, ma che una decisione in questo senso del Congresso dipenderà anche da come Cuba gestirà le questioni del rispetto dei diritti umani. Ha chiesto direttamente a Castro che a Cuba ci siano più diritti e democrazia, ma il presidente cubano ha risposto che la sua nazione ha un’idea diversa di rispetto dei diritti umani rispetto agli Stati Uniti: assicura ai suoi cittadini assistenza sanitaria e istruzione gratuite, ma pone delle limitazioni a quelle attività che considera volte a rovesciare il governo. Secondo quanto ha sostenuto Castro, nessun paese rispetta interamente gli standard internazionali di diritti umani.
Il momento più importante della visita di Barack Obama si terrà il martedì con il “discorso al popolo cubano” che sarà trasmesso in diretta dalla televisione di stato. Obama incontrerà anche, sempre martedì, alcune personalità tra gli oppositori del regime di Castro. Domenica decine di attivisti del movimento dissidente “Donne in bianco” sono stati arrestati dopo una processione a L’Avana. I membri di questa organizzazione, originariamente formata da ex mogli dei prigionieri politici, hanno marciato poco prima dell’arrivo del presidente degli Stati Uniti per chiedere più rispetto per i diritti umani. Fra le persone arrestate c’era anche Berta Soler, leader del gruppo, che è stata invitata all’incontro con Obama. Le persone arrestate in questo genere di manifestazioni di solito vengono rilasciate dopo poche ore. Durante la visita ci saranno anche momenti più leggeri: Obama assisterà a una partita di baseball tra i Tampa Bay Rays (squadra della Florida) e la nazionale cubana.