Antonio Conte ha spiegato perché lascia la Nazionale
«Dopo il Mondiale c'erano tanti buoni propositi, ma poi si è fatta marcia indietro come i gamberi»
Oggi a Coverciano, nel Centro tecnico federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), si è tenuta la prima conferenza stampa di Antonio Conte dopo l’annuncio della sua separazione dalla Nazionale al termine dei campionati europei. La decisione di Conte era stata comunicata da Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, prima dell’inizio del Consiglio federale del 15 marzo. Tavecchio aveva detto: «Conte sente il richiamo del campo, la quotidianità dell’allenamento e questo è comprensibile. Abbiamo puntato sempre su di lui, mi ci sento quasi quotidianamente. Faremo le nostre valutazioni con serenità, ora è il momento di prendere atto della decisione di una persona che ha sempre lavorato con impegno e sacrificio e che ha favorito il recupero dell’immagine della Nazionale. Lo ringrazierò sempre per questo».
Antonio Conte, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli aveva chiesto se il mancato rinnovo del contratto fosse stato causato da alcuni “dissapori con le Lega”, ha detto:
Non è assolutamente un addio al calcio italiano, dove sono cresciuto. Valuterò in futuro cosa fare. Ci sono situazioni in cui si è incudine o martello: in questo momento siamo incudine. E’ il ruolo del commissario tecnico, lo è stato Prandelli e lo sarà anche il mio successore. Me ne farò una ragione. Dopo il Mondiale c’erano tanti buoni propositi, ma poi si è fatta marcia indietro come i gamberi. Il mio riferimento rimane il mio presidente. Quello che mi è dispiaciuto in questi due anni è vedere che una cosa andava fatta per o contro Antonio Conte e non per la Nazionale che è di tutti.
Nelle altre domande riguardo al Chelsea, che in molti danno come sua prossima squadra, e ai motivi per cui ha deciso di lasciare la nazionale, Conte ha detto:
La qualificazione agli Europei mi ha riempito d’orgoglio e lì ho cominciato a valutare. Poi sono stato altri 4 mesi senza fare niente e pensare che ci sarebbero stati altri due anni così sarebbe stato davvero difficile rimanere ancora in garage.
La volontà è tornare ad allenare un club, lasciare il garage. La decisione che ho preso finora è quella di non essere più il ct nei prossimi due anni.