“The Room”, il Quarto Potere dei film brutti
Storia e curiosità sul film più brutto della storia del cinema, così brutto che è diventato un cult tra gli appassionati e che sarà raccontato da un altro film diretto da James Franco
Quarto Potere – Citizen Kane in inglese – è un film del 1941 prodotto, scritto, diretto e interpretato da Orson Welles, primo nella classifica dell’American Film Institute dei migliori film statunitensi della storia del cinema. The Room è un film del 2003 prodotto, scritto, diretto e interpretato da Tommy Wiseau ed è un film talmente brutto che è diventato un cult tra gli appassionati di cinema. Il professore universitario di cinema Ross Morin ha detto a Entertainment Weekly che «The Room è il Quarto Potere dei film brutti» e Entertainment Weekly ha aggiunto che si può considerare Wiseau “l’Orson Welles della merda”.
Sono in molti a ritenere The Room “il peggior film che sia mai stato realizzato“: ciononostante, o forse proprio per questo, Wiseau e The Room sono ora famosissimi. Il film è ancora oggi proiettato in giro per il mondo e dal film sono stati tratti un videogioco, un adattamento teatrale e un libro-confessione in cui Greg Sestero, uno degli attori, ha provato a spiegare il dietro le quinte del film. Dal libro – intitolato The Disaster Artist: My Life Inside The Room, the Greatest Bad Movie Ever Made – sarà tratta una commedia che racconterà in modo comico com’è che The Room è venuto fuori così brutto. Il film sarà diretto e interpretato da James Franco e nel caso ci saranno Brian Cranston, Sharon Stone, Judd Apatow, Zac Efron e Kate Upton.
The Room è oggettivamente e oltremodo brutto ma la sua bruttezza non è voluta, o almeno non sembra. Il film fu realizzato con un budget di sei milioni di euro, circa un terzo di quanto è costato Il caso Spotlight, che quest’anno ha vinto l’Oscar per il Miglior film. Per capirci: non è uno di quei film come Sharknado, fatto appositamente male, per far ridere. A leggere quello che dice nelle interviste, sembra che Wiseau volesse fare un gran film: serio e importante. E invece no. Il film uscì bruttissimo e nel suo primo giro nei cinema statunitensi incassò meno di duemila dollari, in tutto.
Nicholas Barber ha scritto su BBC che “a voler essere precisi, The Room non è solo brutto, è terribile in modo inebriante”. Nel film – che si potrebbe definire di genere “drammatico romantico” – ci sono tantissime cose che non vanno: la recitazione è oggettivamente scarsa, la trama è inconsistente e piena di buchi e cose poco chiare, certe scene si ripetono più di una volta e molto – molto – spesso ci sono dei grossolani errori di continuità. La continuità è una delle cose alla base della grammatica del cinema e, in breve, serve a far sì che le cose abbiano un ordine: per esempio, se in una scena un personaggio ha la maglietta bagnata non può in quella dopo averla asciutta.
Nate Jones ha spiegato su Vulture che The Room “sospende tutte le normali regole di una storia“: «i conflitti tra i personaggi sono introdotti e poi svaniscono all’istante. I personaggi sono soggetti a repentini e immotivati cambi d’umore e tutti parlano uno strano inglese pieno di strani idiomi (“Tieniti i tuoi stupidi commenti nelle calze”, per esempio). Le scene di sesso fanno più paura delle scene di paura». Anche Aaron Souppouris, che scrive per Verge, ha parlato della difficolta nel provare a usare canoni tradizionali per parlare di The Room:
È difficile spiegarvi The Room se non l’avete visto. Al centro della trama c’è un triangolo amoroso ma in quello che i fan hanno definito il peggior film della storia c’è molto più di questo. È girato in modo inconsistente, ci sono attori pessimi che dicono battute scritte malissimo e il film obbliga gli spettatori a sorbirsi un ritmo del racconto – e delle scene di sesso – che sono tra i più brutti di sempre.
Anche Barber ha provato a spiegare la trama di The Room:
Quasi tutta la storia si svolge in uno sciatto appartamento – ma, per confonderci, non in una sola stanza (room, in inglese) – e la storia gira attorno a Lisa (Juliette Danielle), una giovane bionda e corrucciata che è fidanzata con un muscoloso banchiere – Johnny (Wiseau) – ma si mette a sedurre Mark (Sestero), che è il migliore amico di Johnny. E in pratica è tutto qui. In The Room, che va avanti per dei ripetitivi 99 minuti, si vede soprattutto Lisa che si lamenta ancora e ancora con i suoi amici e con sua madre perché non vuole sposare Johnny, e il resto del tempo è occupato da lunghe e punitive [per lo spettatore] scene di sesso che hanno a che fare con rose rosse e tende traslucide, e diverse sotto-trame che sono introdotte e mai sviluppate. In una scena c’è uno spacciatore che punta una pistola verso la madre di Johnny, in un’altra c’è la madre di Johnny che si mette a parlare del suo cancro al seno: nessuna di queste cose è però menzionata più avanti nel film. Lisa è troppo occupata a dire a tutti che non vuole più stare con Johnny.
Vengono da chiedersi molte cose mentre si guarda The Room. La prima è: perché sto guardando questo film? La seconda è: com’è che qualcuno ha dato dei soldi per finanziare questo film? Sei milioni non sono tanti quando si parla di cinema, ma sono comunque una cifra importante: Le Iene di Tarantino – anche quello girato quasi tutto in una stanza – costò poco più di un milione di dollari, nel 1992. Barber ha provato a rispondere anche a questa domanda, guardando chi, quando e perché ha dato a Wiseau quei soldi (tra l’altro Wiseau prima di The Room era uno sconosciuto, anche nell’ambiente del cinema). Barber scrive anche che “a dover tirare a indovinare si direbbe che The Room è costato una cifra che sta tra 50 centesimi e 15 dollari”.
Le riprese del film sono state fatte in un teatro di posa di Los Angeles e sono durate sei mesi. Il film è tratto da un romanzo di 500 pagine scritto dallo stesso Wiseau, che è a sua volta un adattamento di un testo teatrale del 2001. Il testo teatrale lo scrisse Wiseau. Pare che Wiseau decise di fare il film perché nessuno voleva pubblicare il suo romanzo. Barber spiega che, durante le riprese, Wiseau cambiò tre volte gran parte della troupe e quattro volte il cast – “Era la mia strada, oppure l’autostrada”, ha detto lui parlando del perché cambiò così tante volte idea – e che pagò di tasca sua un “incredibilmente brutto cartellone per pubblicizzare il film”. Un po’ di soldi per la produzione li mise Wiseau, che però non ha mai spiegato da dove arrivassero gli altri. Una volta disse a Entertainment Weekly di aver ottenuto parte dei suoi soldi “importando giacche di pelle dalla Corea“. The Room è costato tanto anche perché Wiseau decise di girarlo sia in 35 millimetri (cioè in analogico) che in alta definizione (cioè in formato digitale): una roba che non fanno nemmeno Spielberg o Lucas, per capirci. Ma Wiseau voleva essere il primo regista della storia a farlo.
A proposito di Lucas: Barber – al quale sembra che Lucas proprio non piaccia – scrive che nel film ci sono “dialoghi degni di George Lucas, che potrebbero essere stati tradotti in modo automatico da un computer” e che “i valori di produzione del film sono quelli di uno stranamente maldestro film soft-porno”. Secondo Barber, nessuno degli attori è però tanto “ipnoticamente gigionesco” quanto Wiseau, che “è il banchiere meno convincente della storia del cinema e sarebbe appena appena credibile come spogliarellista senza futuro in un sequel di Magic Mike“.
Da anni Wiseau gira il mondo e fa interviste per promuovere il suo film e non sembra preoccuparsi del fatto che sia giudicato il peggior film della storia. A chi gli chiede cosa ne pensa di The Disaster Artist, il film che – per esser chiari – prenderà in giro ogni singolo aspetto di The Room, Wiseau risponde che grazie a quel film il suo The Room avrà altri 13 anni di successo. Non si sa ancora molto su The Disaster Artist: dovrebbe uscire nel 2016 ed è molto probabile che contribuirà davvero a far crescere, ancora, l’interesse per The Room.
Nel suo piccolo, anche il recente film Room – quello per cui Brie Larson ha vinto l’Oscar – ha aiutato, semplicemente per omonimia, a far sì che si tornasse a parlare e vedere The Room (che su IMDB ha un voto medio di 3,5 su 10). Quando qui al Post abbiamo scritto un articolo su Room, un commentatore ha messo un link a The Room, scrivendo: «Per un attimo ho pensato si stesse parlando di questo capolavoro: Peccato!».