La pace in Siria e una barba
Bashar Jaafari, capo negoziatore del regime di Assad, ha detto che non inizierà a negoziare la pace finché il principale leader dei ribelli non si taglierà la barba
Lunedì 14 marzo sono ricominciati a Ginevra, in Svizzera, i colloqui di pace sulla guerra in Siria organizzati dalle Nazioni Unite. I negoziati sono ripresi dopo l’entrata in vigore della tregua tra governo e opposizioni, che sembra reggere abbastanza nonostante le molte violazioni delle ultime settimane. Giovedì sono però emerse di nuovo le enormi divergenze tra i rappresentanti del regime siriano di Bashar al Assad e l’High Negotiations Committee (HNC), una coalizione sostenuta dall’Arabia Saudita che riunisce diversi gruppi di opposizione sunniti. Durante una conferenza stampa, Bashar Jaafari, il capo negoziatore del regime di Assad, ha detto che non ha vuole avere a che fare con il principale negoziatore dell’opposizione, Mohammed Alloush, finché non si sarà tagliato la barba.
«Non ci faremo coinvolgere nei colloqui con questi terroristi, con questo terrorista in particolare, e quindi non ci sarà alcun negoziato diretto a meno che questo terrorista si scusi e si tagli la barba»
Alloush è un musulmano sunnita che ha studiato Legge in Arabia Saudita e oggi è membro di Jais al Islam, una fazione ribelle piuttosto potente. Jaafari è il rappresentante siriano alle Nazioni Unite da circa un decennio: appartiene alla setta alauita, la stessa di Assad, è sposato con un’iraniana e ha un dottorato in scienze politiche ottenuto alla Sorbonne di Parigi; ha la barba anche lui, ma diversa e più corta rispetto a quella di Alloush.
Mohammed Alloush a Ginevra (PHILIPPE DESMAZES/AFP/Getty Images)
Il New York Times ha definito il commento di Jaafari “insolito”, considerato che arriva dal rappresentante di un governo alleato con l’Iran, una teocrazia islamica. Alloush ha risposto dicendo: «Non è cambiato niente. Se Bashar vuole negoziare per davvero manderà i suoi agenti della polizia segreta. Non questo pagliaccio».