Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri sono stati condannati nel processo Mediatrade
Il presidente e il vicepresidente di Mediaset sono stati condannati a un anno e due mesi di carcere per la faccenda dei diritti televisivi gonfiati
Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, rispettivamente vicepresidente e presidente di Mediaset, sono stati condannati in appello a un anno e due mesi di carcere nel processo Mediatrade. Berlusconi e Confalonieri erano stati assolti per le stesse accuse durante il processo di primo grado, gli altri quattro imputati sono stati assolti. Nel processo Mediatrade i vertici di Mediaset erano accusati di aver rubato denaro alla società, tramite una terza società che acquistava diritti televisivi a prezzi maggiorati, rivendendoli poi a Mediaset a prezzo ridotto e distribuendo la differenza a diverse persone legate a Mediaset. Per le stesse accuse Silvio Berlusconi era stato assolto nel 2011 dal Giudice per le indagini preliminari.
I giudici della seconda corte d’appello di Milano davanti ai quali si celebra il processo sul caso Mediatrade a carico di Pier Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri (presidente) e altre sei persone hanno condannato il vicepresidente Mediaset e il presidente a 1 anno 2 mesi. Il pm, Fabio De Pasquale, applicato al procedimento come pg, aveva chiesto per Berlusconi jr tre anni e due mesi di carcere, per Confalonieri tre anni e quattro mesi e per le altre persone pene fino ai cinque anni.
La corte presieduta da Marco Maiga ha però condannato il presidente e l’a.d. per il reato di frode fiscale limitatamente al solo anno 2007 sulla compravendita dei diritti tv del gruppo televisivo. Per quanto riguarda il 2006 è scattata la prescrizione e per il 2008 sono stati invece assolti perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. A Confalonieri e Berlusconi junior sono state riconosciute le attenuanti generiche ma dovranno rifondere i danni all’Agenzia delle entrate. La cifra sarà quantificata in separato giudizio. Altri 4 imputati sono stati invece assolti.
(Continua a leggere su sito di Repubblica)