In Irlanda si censurano ancora i libri
C'è una commissione che decide quali vietare, anche se lo fa di rado: ne ha appena bandito uno che descriveva stupri di bambini
In Irlanda esiste ancora un organo di censura non governativo ma finanziato dallo stato, il Censorship of Publications Board (CPB): una commissione che supervisiona la pubblicazione di libri e periodici nel paese e può vietare la vendita e la distribuzione di quelli ritenuti dannosi. Il 1 marzo il CPB ha deciso di bandire un libro intitolato The Raped Little Runaway, scritto da un certo Jean Martin e pubblicato nel 1976, a causa dei suoi contenuti osceni; il provvedimento è entrato in vigore l’11 marzo. Secondo la descrizione del libro che si può leggere su AbeBooks.com (un sito di Amazon dove si trovano libri antichi, usati e fuori catalogo) The Raped Little Runaway è un romanzo pornografico sulla pedofilia; il CPB ne ha proibito la diffusione perché contiene alcune descrizioni di stupri di bambini.
Le ragioni per cui in Irlanda un libro può essere bandito sono legate al suo contenuto: secondo documenti ufficiali il CPB deve stabilire se sia “indecente”, “osceno” o a favore dell’aborto, che in Irlanda è tuttora illegale nella gran parte dei casi. La commissione però prende in esame solo testi segnalati dai cittadini, per questo si è espressa su un libro pubblicato 40 anni fa. Era dal 1998 che il CPB non si opponeva alla pubblicazione di un libro: all’epoca bandì per oscenità The Base Guide to London, un libro che raccontava il lato squallido di Londra, pubblicato da un marchio di scarpe da uomo, Base London. Dato che la censura scade dopo 12 anni dalla decisione del CPB, dal 2010 al 2016 non c’è stato nessun libro di cui fosse vietata la diffusione per oscenità o indecenza.
In un articolo sul blog dell’autorevole casa editrice americana Melville House, Liam O’Brien propone un’ipotesi sul perché The Raped Little Runaway sia stato sottoposto all’attenzione del CPB nonostante si tratti di un libro pressoché introvabile, che non è su Amazon né su altri siti che vendono libri fatta eccezione per la copia del 1976 presente su AbeBooks.com. Secondo O’Brien è possibile che qualcuno si stia prendendo gioco della commissione, che per legge è obbligata a esaminare ogni testo che le viene sottoposto se c’è ragione di credere che contenga materiale pornografico: potrebbe essere frutto di una presa di posizione politica contro l’organo di censura e la sua esistenza. Secondo O’Brien questo gesto, che ha attirato l’attenzione sul CPB, potrebbe renderne evidente l’inutilità e l’anacronismo.
L’aspetto più strano di tutta questa storia ha a che vedere con l’editore di The Raped Little Runaway: si chiama “STAR Distributors Ltd” ed è una società fondata per pubblicare riviste di pin-up negli anni Sessanta, che secondo O’Brien è chiusa da tempo. Per la maggior parte della sua storia la STAR è stata gestita da Robert “DB” DiBernardo, un membro della famiglia mafiosa dei Gambino e un’importante figura dell’industria pornografica statunitense negli anni Settanta, ucciso nel 1986. Negli anni Novanta il CPB ha messo al bando 16 libri pubblicati dalla STAR, ma secondo O’Brien non c’è nessuna relazione tra la messa al bando di quei titoli e The Raped Little Runaway.
La storia controversa del Censorship of Publications Board
Il CPB è nato nel 1926 con il nome particolarmente evocativo di Committee on Evil Literature (cioè “Commissione sulla letteratura malvagia”). I suoi cinque membri, che non ricevono un compenso, sono nominati dal ministero della Giustizia; si sa poco sulle procedure interne che portano alla messa al bando dei libri, se non che sono i cittadini a segnalarli alla commissione.
Il primo romanzo preso di mira dal CPB è stato Punto contro punto di Aldous Huxley: fu bandito nel 1930 perché ritenuto “indecente e osceno”. Dello stesso autore fu messo al bando anche Il mondo nuovo, nel 1932, a causa dei suoi riferimenti alla “promiscuità sessuale”. Un altro celebre romanzo vietato dalla commissione (nel 1951) è Il giovane Holden di J.D. Salinger. Il CPB ha proibito anche la pubblicazione e la diffusione di romanzi irlandesi diventati poi famosi, come Ragazze di campagna (1960) di Edna O’Brien e il suo seguito La ragazza dagli occhi verdi (1962), e The Dark di John McGahern (da poco pubblicato in italiano da minimum fax) nel 1965.
Una legge del 1967 ha stabilito che per i libri ritenuti “indecenti o osceni” il divieto di diffusione scade dopo 12 anni dall’entrata in vigore dalla messa al bando. Nel 1992 un referendum ha reso legale la distribuzione di materiale informativo sull’aborto ma otto libri (tre saggi sull’aborto, uno sulle malattie sessualmente trasmissibili, quattro guide su come fare sesso) sono ancora inclusi nell’indice di quelli che non possono essere distribuiti, in quanto vietati prima del 1992 perché parlano in qualche modo di aborto. Ci sono inoltre più di duecento periodici all’indice, molti dei quali non esistono più.
Nel 2013 una mozione del Fianna Fáil – uno dei due maggiori partiti irlandesi, di centro-destra – propose l’eliminazione del CPB: all’epoca erano passati più di dieci anni dall’ultima decisione presa dalla commissione, che non si riuniva più da 5 anni. Non aveva più membri perché il mandato dei precedenti era scaduto e non ne erano stati nominati altri dato che non c’erano richieste in sospeso. Alla fine non se ne fece nulla: fu nominata una nuova commissione perché il CPB ricevette la richiesta di esaminare un romanzo – un libro pubblicato nel 1990 intitolato Laura. Il libro contiene descrizioni di atti sessuali e uno dei personaggi, un parlamentare, cerca di convincere una donna ad abortire per salvare la sua carriera politica. Anche quello secondo molti venne proposto per motivi pretestuosi: l’autore del romanzo è infatti Alan Shatter, ministro della Giustizia dal 2011 al 2014, che aveva il compito di nominare i nuovi membri della commissione che avrebbe giudicato il suo romanzo. La nomina dei membri attuali, che resteranno in carica fino a novembre 2016, avvenne nel marzo del 2014 ma non fu Shatter a occuparsene, bensì il ministro delle Arti e del Patrimonio.