In Germania è andato molto bene un partito anti-immigrati
È la notizia principale delle elezioni regionali di domenica, e apre nuovi scenari politici; il partito di Merkel ha perso in due dei tre Länder in cui si è votato
Il partito Alternativa per la Germania (AfD), una formazione populista e di centrodestra che ha fatto campagna elettorale su temi anti-immigrazione, ha ottenuto risultati inaspettatamente positivi alle elezioni regionali di domenica 13 marzo, riuscendo a entrare per la prima volta nei tre parlamenti regionali in cui si è votato: Baden-Württemberg, Renania-Palatinato e Sassonia-Anhalt. La CDU, il partito centrista guidato dalla cancelliera Angela Merkel, ha perso in due dei tre Länder dove si sono rinnovate le assemblee legislative: contro i Verdi in Baden-Württemberg e contro i socialisti della SPD in Renania-Palatinato. Le elezioni regionali erano considerate da molti come una specie di referendum sulle politiche di accoglienza per i rifugiati volute dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Baden-Württemberg
Nel Baden-Württemberg – che è una delle regioni più ricche e produttive d’Europa – il partito dei Verdi ha ottenuto il 30,3 per cento dei voti, mentre la CDU, che aveva governato la regione fino al 2011, ha perso l’11 per cento fermandosi al 27. AfD ha ottenuto il 15,1 per cento arrivando al terzo posto prima della SPD, che è scesa al 12,7 per cento dal 23 delle precedenti elezioni del 2011. La metà della popolazione nei sondaggi aveva detto di avere paura che i rifugiati avrebbero reso il mercato immobiliare troppo competitivo e che avrebbero portato a un aumento della criminalità. L’ambientalista Winfried Kretschmann, che è attualmente il governatore della regione, ha parlato dei risultati come di una vittoria storica per il Partito Verde.
A causa dello scarso risultato dei socialisti (che erano precedentemente al governo con i Verdi) sarà necessario formare una nuova coalizione: nessuno ha infatti ottenuto la maggioranza necessaria a governare da solo. L’assemblea legislativa è formata da 143 seggi: i Verdi ne hanno ottenuti 47, la CDU 42, AfD 23, SPD 19. La maggioranza era di 73 seggi.
Renania-Palatinato
Nello stato occidentale della Renania-Palatinato la SPD – precedentemente al governo – si è confermata come primo partito della regione ottenendo il 36,2 per cento. La CDU, guidata localmente da Julia Klöckner, ha perso circa il 3 per cento dei voti rispetto al 2011 fermandosi al 31,8. I Verdi hanno superato di poco la soglia del 5 per cento, necessaria per avere una rappresentanza in assemblea. AfD è riuscito a ottenere il 12,6 per cento.
La candidata vincitrice della SPD, Malu Drayer, si è rifiutata di rispondere alle domande sulla possibile futura coalizione di governo: l’assemblea è composta da 101 seggi, la SPD ne ha ottenuti 39, i Verdi 6, la CDU 35 e AfD 14.
Sassonia-Anhalt
Ha vinto la CDU con il 29,8 per cento, ma AfD ha ottenuto il 24,2 per cento diventando il secondo partito della regione e ottenendo un risultato che un partito di destra nella Germania moderna non aveva mai raggiunto. I socialisti della SPD sono arrivati quarti con il 10,6 per cento dietro alla Linke, partito di sinistra radicale, che ha ottenuto il 16,3 per cento dei voti.
L’attuale governatore della Sassonia-Anhalt, Reiner Haseloff della CDU, ha detto che i risultati hanno dato un chiaro mandato al suo partito per guidare un governo di coalizione. La coalizione di CDU e SPD precedentemente al governo, tuttavia, non potrà essere riconfermata poiché le due formazioni insieme non hanno ottenuto la maggioranza dei 44 seggi necessari: la CDU ha eletto 30 deputati, la SPD 11, AfD 24 e Linke 17.
Cosa si dice dei risultati
Il settimanale tedesco Der Spiegel ha parlato del risultato come di una «domenica nera» per i conservatori della CDU. I risultati più clamorosi sono stati quelli dell’AfD, un partito che non esisteva fino a poco più di tre anni fa e che dalle prime analisi sembra aver beneficiato di un aumento della partecipazione al voto. In tutte e tre le regioni AfD ha ottenuto la maggior parte del sostegno da parte di persone che in precedenza non avevano votato, piuttosto che da uno spostamento di elettori. In Sassonia-Anhalt ben il 40 per cento degli elettori di AfD, per esempio, non aveva partecipato alle ultime elezioni.
AfD è stato fondato nel 2013 da un gruppo di economisti e giornalisti che chiedevano innanzitutto l’abolizione della moneta unica europea. Dopo le dimissioni del suo fondatore Bernd Lucke nel 2015, il partito si è concentrato su una campagna contro la politica di accoglienza dei rifugiati portata avanti dal governo e a favore della reintroduzione dei controlli alle frontiere. Nel programma dell’AfD ci sono anche un referendum sul TTIP, l’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America, e l’immediata sospensione delle sanzioni nei confronti della Russia. In un’intervista della scorsa settimana, la cancelliera Angela Merkel aveva parlato di questo partito populista come di un «fenomeno temporaneo».
Dall’inizio della crisi dei migranti, Merkel ha adottato una politica che è stata ribattezzata della “porta aperta”. In controtendenza con tutti gli altri leader europei, Merkel ha invitato i rifugiati siriani a raggiungere la Germania e fare richiesta di asilo. Oggi, mentre gran parte dei paesi che si trovano sulla rotta dei migranti cercano di chiudere le frontiere, la Germania invia regolarmente autobus oltre il confine austriaco per prelevare i migranti e portarli nei centri di identificazione in Germania. Nel 2015 la Germania ha accolto circa un milione di migranti, la cifra più alta d’Europa sia in termini relativi che assoluti (l’Italia ne ha accolti meno di 150 mila). Prima di sapere i risultati delle elezioni il vice-cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel della SPD, aveva detto sabato che un aumento dei consenso dell’AfD (previsto dai sondaggi) non avrebbe cambiato l’atteggiamento del governo nei confronti dell’immigrazione: «Noi abbiamo una posizione molto chiara: stiamo dalla parte dell’umanità e della solidarietà. Non cambieremo certo posizione ora».
Diversi analisti scrivono che nonostante questi risultati le dimissioni di Merkel possono sostanzialmente essere escluse. Nel parlamento tedesco, il Bundestag, il suo governo ha ancora la maggioranza. Inoltre, a parte il suo ruolo nella crisi dei rifugiati, la maggior parte dei tedeschi resta soddisfatta del lavoro di Angela Merkel.
L’altro dato importante di queste elezioni è che il tempo in cui i due partiti più grandi della Germania, CDU e SPD, potevano ciascuno scegliere un partner di coalizione più piccolo per governare, è probabilmente finito: il numero di persone che votano per i partiti tradizionali è diminuito molto, come nel resto d’Europa, e parlamenti e governi stanno diventando sempre più misti e meno polarizzati. AfD è ora rappresentato in otto parlamenti statali e, vista la sua ascesa, potrebbe anche entrare nel Parlamento federale nel 2017. La ragione: la CDU è diventato un partito più centrista, ha ammorbidito molte sue posizioni e governa da tempo con i socialdemocratici della SPD. Per questo, secondo molti osservatori, ora si è creato lo spazio politico per un nuovo partito di destra.