È iniziato il processo Hulk Hogan contro Gawker
Il noto wrestler aveva fatto causa al sito americano nel 2012, per aver pubblicato un video che lo mostrava fare sesso con la moglie di un suo amico
Questa settimana è iniziato il processo che coinvolge Hulk Hogan, 62enne lottatore di wrestling famosissimo fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, e Gawker, un popolare magazine online americano. Hogan ha chiesto a Gawker 100 milioni di dollari di danni per aver diffuso online nel 2012 un breve video in cui Hogan viene mostrato mentre fa sesso con l’allora moglie di un suo amico. Negli ultimi giorni Hulk Hogan ha testimoniato davanti alla giuria ed è stata proiettata una specie di testimonianza sotto forma di intervista del CEO e del direttore di Gawker, girata tre anni fa. Non ci sono state grandi indicazioni su come finirà il processo, anche se l’opinione più diffusa è che possa vincere Hogan.
La causa era stata avviata nel 2012 e da allora ha ricevuto molta attenzione dai media americani: gli stessi proprietari di Gawker hanno detto più volte di non avere i 100 milioni di dollari richiesti da Hogan, facendo intuire che se dovessero perdere il processo sarebbero costretti a chiudere il magazine. Ma il caso è interessante anche dal punto di vista degli standard del giornalismo online: in passato Nick Denton, il CEO di Gawker, aveva spiegato di aver pubblicato il video di Hogan perché «interessante». Secondo Chip Stewart, che insegna diritto dell’informazione all’università del Texas, nel processo la linea difensiva di Denton è questa: poiché Gawker non è un giornale online come gli altri – pubblica spesso cose molto molto leggere su personaggi famosi, cultura e spettacolo – non è necessario che rispetti gli stessi standard richiesti a giornali più istituzionali.
La vicenda in breve
Nel 2012 si cominciò a parlare dell’esistenza di un video di circa mezz’ora che mostrava Hulk Hogan fare sesso con una donna che non era sua moglie: erano anche comparsi online alcuni screenshot del video. Gawker riuscì a ottenere una copia del video in DVD, da cui estrasse circa un minuto e mezzo di scene, e il 4 ottobre 2012 lo pubblicò sul suo sito assieme a un lungo articolo. Il video mostrava Hulk Hogan che faceva sesso con Heather Clem, che all’epoca era la moglie del suo amico Todd “Bubba the Love Sponge” Clem, un DJ americano. Prima che circolasse il video, Hogan aveva detto pubblicamente che non aveva mai fatto sesso con Heather Clem.
Fra le altre cose, Hogan ha fatto causa per il reato di «pubblicazione di notizie private», previsto dalle leggi statali della Florida per il quale i giornali non possono pubblicare notizie private riguardo una certa persona, anche se sono vere, a meno che non rientrino nell’ambito del “pubblico interesse”.
Cos’è successo al processo
Nel primo giorno e mezzo di processo, Hogan è stato interrogato sia dai propri avvocati sia da quelli di Gawker. Gawker ha sostenuto che dato che Hogan parlava spesso in pubblico della sua vita sessuale, pubblicare una notizia a quel riguardo era di “pubblico interesse”. Gli avvocati di Hogan hanno invece cercato di dimostrare che Gawker avesse agito per i propri interessi e al di fuori degli standard giornalistici, senza per esempio verificare la storia da altre fonti o contattare lo stesso Hogan prima della pubblicazione. Diversi giornali americani hanno comunque fatto notare che nei primi giorni del processo è stato chiarito esplicitamente il metodo di lavoro di Gawker: Il New York Times ha sintetizzato la testimonianza di Albert Daulerio, l’ex direttore del sito, che ha spiegato che pubblicare foto e video compromettenti per persone famose era «una pratica piuttosto standard», a prescindere da cosa avesse da dire la persona in questione oppure se il contenuto fosse imbarazzante.
Seth Berlin, uno degli avvocati di Gawker, ha accusato Hogan di voler minacciare Gawker con una causa milionaria, quando Gawker aveva tutto il diritto di pubblicare il video. Daulerio ha chiarito ancora meglio la posizione di Gawker nella prima frase della sua testimonianza: «dato che Internet ha reso più facile per tutti noi agire da guardoni e pervertiti, amiamo vedere le persone famose che fanno sesso». Un anno fa, parlando con Capital New York, Denton difese la decisione di pubblicare il video spiegando di avere «un criterio editoriale molto semplice» per capire cosa pubblicare o meno.
[Prima di pubblicare una notizia] mi faccio due domande: è vera? È interessante? Il grado di interesse di una storia dipende anche dalla distanza fra la narrazione di sé di un’azienda o un personaggio pubblico e la realtà. Più c’è distanza, più la storia è interessante.
Nel passaggio più citato della sua video-intervista, a Daulerio è stato chiesto se ci fosse un limite oltre il quale non reputerebbe più “una notizia” il video di una persona famosa che fa sesso. «Se ci fosse di mezzo un bambino», ha risposto Daulerio. «Sotto quale età?», ha chiesto uno degli avvocati dell’accusa. «Quattro anni», ha risposto Daulerio. Un portavoce di Gawker ha poi chiarito che la risposta di Daulerio era sarcastica, ma la notizia è comunque comparsa su moltissimi giornali americani.
Non si sa ancora quando la giuria emetterà un verdetto. Gawker fra l’altro in caso di sconfitta farebbe sicuramente ricorso, che avrebbe buone possibilità di essere accolto (in questi anni ha presentato e vinto dei ricorsi che hanno fatto ritardare il processo). Secondo Mashable c’è anche un’ulteriore possibilità: che la giuria dia ragione a Hogan ma stabilisca una cifra molto più bassa per il risarcimento danni.