LOL non vuol dire più LOL: LOL
È l'acronimo di Laugh Out Loud, "sto ridendo a crepapelle", ma da qualche tempo ha cambiato significato e c'entra sempre meno con il ridere
Il 7 marzo Kim Kardashian – personaggio televisivo e imprenditrice e moglie di Kanye West – ha messo su Twitter un suo selfie, scattato mentre era nuda in bagno davanti a uno specchio. Se negli ultimi tre giorni avete aperto Facebook o Twitter ve ne siete di sicuro accorti. È però probabile che il fatto che Kardashian fosse nuda (seppur censurata da due barre nere dove serviva) abbia distratto buona parte degli osservatori dal testo che accompagnava quella foto. C’era scritto: «Quando ti senti che “Non ho niente da metterti” LOL». LOL è un acronimo di Laugh(ing) Out Loud (“sto ridendo a crepapelle”) che esiste da molti anni e viene usato per sottolineare situazioni buffe e ridicole soprattutto nella comunicazione online. L’uso di LOL fatto da Kim Kardashian, tuttavia, è un po’ diverso: non sottolinea una cosa ridicola ma sembra più essere un segno di punteggiatura. Da questa considerazione inizia un articolo dell’Atlantic che spiega come sia cambiato nel tempo il significato di LOL.
When you're like I have nothing to wear LOL pic.twitter.com/UlSLZb1fp1
— Kim Kardashian (@KimKardashian) March 7, 2016
Statisticamente chi fa parte della generazione che sa chi è Kim Kardashian sa anche cosa vuol dire LOL. Dal 2011 la “parola” LOL (la si trova scritta anche in minuscolo: “lol”) è stata inclusa nell’Oxford English Dictionary, il principale dizionario della lingua inglese, e negli ultimi anni è diventata sempre più diffusa, non solo su internet e non solo nel mondo anglosassone. Slate scrive che il primo uso provato di LOL è del maggio 1989, quando l’acronimo (e la sua spiegazione) furono inseriti in una newsletter chiamata FidoNews.
L’articolo di Atlantic è stato scritto dalla giornalista Megan Garber, che è partita da una cosa piuttosto evidente: in quella foto Kardashian ha scritto “LOL” ma non sta per niente ridendo. Quella foto e la sua grande diffusione sono quindi un interessante punto di partenza per provare a capire se è vero o no che LOL non vuol più dire “sto ridendo a crepapelle”. Secondo Garber il LOL di Kardashian significa – così come altri meno famosi esempi di altri LOL usati online – più o meno “punto e basta”. Garber scrive che il LOL di Kardashian è una “strizzata d’occhio resa sotto forma di acronimo” e spiega che LOL ha di sicuro smesso da tempo di significare letteralmente “sto ridendo a crepapelle”, ma da qualche tempo ha addirittura smesso di indicare una generica risata, anche in senso lato.
Graber cita uno studio fatto nell’estate 2015 da Facebook: aveva lo scopo di studiare il modo in cui la gente rideva (o diceva di ridere) online e spiegava che circa il 15 per cento degli utenti statunitensi di Facebook avevano fatto ricorso a una risata digitale nei sette giorni presi in esame. Più della metà delle risate (il 51 per cento del totale) erano degli “haha”, l’emoji che ride era al secondo posto (33,7 per cento dei casi) e nel 13,1 per cento dei casi erano stati usati degli “hehe”. Il LOL si era fermato a un valore percentuale di 1,9 e tra i quattro tipi di risata era quello meno usato dagli adolescenti.
La tesi di Garber è che il LOL non è sparito – come aveva sostenuto The Awl nell’articolo “La morte del LOL” – ha solo cambiato senso. Graber scrive che l’acronimo non ha fatto la triste fine dell’ormai quasi dimenticato ROFL (acronimo di Rolling On the Floor Laughing, “mi sto rotolando per terra dalle risate”), si è solo evoluto e continua a essere “diffuso e vitale”. Uno dei primi a sostenere che LOL aveva smesso di voler dire quello che voleva dire fino a un po’ di tempo fa è il linguista John McWhorter che nel 2013 scrisse un articolo per CNN intitolato “LOL non è più divertente“.
McWhorter spiegava che il LOL era diventato un generico segno di empatia, un modo per sostituire tutti quei gesti – una testa che si piega, un contatto visivo e così via – che in una conversazione digitale sono assenti. Secondo lui il LOL aveva smesso di voler dire qualcosa e aveva iniziato a “fare qualcosa”: trasmettere un’attitudine.
Nel suo articolo Graber va però ancora oltre e scrive che l’uso del LOL fatto da Kardashian sposta ancora un po’ più avanti il significato dell’acronimo: «Trascende il significato verbale e allo stesso tempo lo rivela. Esprime una sorta di meta-emozione che è facile spiegare nelle conversazioni faccia a faccia ma è difficile rendere chiara in altri contesti». Graber scrive poi – con un po’ di ironia eh – che Kardashian «ha fatto quello che gli scrittori non sono riusciti a fare in secoli e secoli: creare un segno di punteggiatura che suggerisca, in modo allusivo, la presenza di sarcasmo» (ci sono stati dei tentativi di sviluppare dei segni di punteggiatura con questo scopo, ma nessuno segno ha mai preso davvero piede). Graber conclude la sua analisi scrivendo: «In fondo, la foto e il testo del tweet di Kardashian sono simili al linguaggio: misteriosi, coinvolgenti e, per fortuna, c’è sempre qualcosa di nuovo».