Cosa si dice di “Ave, Cesare!”
La nuova commedia dei fratelli Coen è uscita ieri nei cinema italiani: secondo alcuni va assolutamente vista, altri dicono che è "a metà strada tra il flop e il capolavoro"
Ave, Cesare! è il nuovo film dei registi Joel ed Ethan Coen, la famosa coppia di registi e sceneggiatori americani che negli ultimi anni ha diretto Il Grinta e A proposito di Davis ma che è famosa per Fargo e Il Grande Lebowski e Non è un paese per vecchi. Il film è uscito nei cinema italiani il 10 marzo e nel cast ci sono diversi attori famosi: George Clooney, Scarlett Johansson, Channing Tatum, Tilda Swinton, Josh Brolin e Ralph Fiennes. Ave, Cesare! è ambientato in uno studio cinematografico nella Hollywood degli anni Cinquanta e il protagonista è Eddie Mannix (Brolin), che lavora come “facilitatore” per i film realizzati dal suo studio cinematografico, la Capitol Pictures: Mannix deve per esempio controllare che le riprese vadano secondo i piani e tenere a bada capricci e vizi degli attori, evitando che i particolari delle loro vite private diventino pubblici.
Ave, Cesare! è un film che parla di come si fanno i film, un genere piuttosto frequentato nel cinema americano, anche se raramente in forma di commedia. Il titolo deriva dal fatto che la storia del film parla delle riprese di un film sull’antica Roma. In generale se ne parla piuttosto bene, anche se diversi critici sostengono che Ave, Cesare! sia un film inferiore ai migliori lavori dei Coen (fra i quali ad esempio Fargo, uscito quasi esattamente 20 anni fa).
Ave, Cesare! è uscito negli Stati Uniti da più di un mese e nelle ultime settimane è arrivato in molti paesi del mondo: è costato circa 20 milioni di euro e ne ha già incassati più del doppio. I voti dati al film dagli spettatori su IMDB e Rotten Tomatoes sono pienamente sufficienti, ma non arrivano ai picchi di altri film dei fratelli Coen: su IMDB la media fra 20mila voti è di 6,8 su 10; il voto di Ave, Cesare! su Rotten Tomatoes è 2,9 su 5, ottenuto facendo la media tra circa 30mila voti. Leggendo le recensioni dei critici professionisti ci sono invece opinioni molto diverse: quasi tutti dicono che il film è una bella commedia e fa ridere, alcuni scrivono che oltre alle risate c’è molto altro e il film è bellissimo, altri dicono che Ave, Cesare! è un film “minore” rispetto ad altri girati dai Coen, perché è più semplice e meno profondo. Prima di vedere cosa ne pensano i critici serve però capire un paio di cose su com’è fatto il film, SENZA SPOILER.
Tutti i film all’interno di Ave, Cesare!
La più importante storia del film riguarda Baird Whitlock (Clooney), un importante attore che viene rapito proprio mentre deve finire di girare Ave, Cesare!, un film sull’antica Roma su cui la Capitol Pictures ha investito molti soldi. Il compito di Mannix è ritrovare Whitlock per finire le riprese del film, ma nel frattempo succedono molte altre cose. Mannix deve per esempio occuparsi di tutti i problemi relativi agli altri film che si stanno girando negli studi della Capitol Pictures: oltre a Ave, Cesare! ci sono per esempio un western, un film drammatico e sofisticato, un musical interpretato da marinai che ballano il tip-tap e un film con coreografie acquatiche.
Il personaggio di Mannix – vagamente ispirato al vero produttore americano Eddie Mannix, morto nel 1963 – deve per esempio occuparsi di una sua attrice che è rimasta incinta e non è sicura dell’identità del padre, di un attore di film western che è bravissimo a andare a cavallo ma viene messo a recitare in un film drammatico (con scarsissimi risultati) e del regista di quel film drammatico che si dispera per quanto scarso sia l’attore.
Ave, Cesare! è una commedia, però è una commedia dei fratelli Coen: ci sono gag e cose che fanno ridere ma il film, che MyMovies classifica come “commedia nera“, è anche una storia in cui c’è qualcuno che scompare e qualcuno che cerca di trovarlo, un film storico sulla Hollywood degli anni Cinquanta e un’analisi sul mondo del cinema di quel periodo e su molte altre cose. Oltre ad avere tanti film al suo interno Ave, Cesare! è quindi anche un film che è qualcosa in più di una classica commedia: e proprio per questo motivo i critici l’hanno recensito da molti punti di vista diversi, oltre che ovviamente con opinioni differenti.
Le recensioni dei critici
Una chiara sintesi delle tante cose che ci sono in Ave, Cesare! l’ha fatta Aaron Lecklider, che su Slate ha scritto:
Il film è un caper movie [un sottogenere dei film thriller in cu ci sono rapine o rapimenti], una lettera d’amore nei confronti di Hollywood e una spassosa commedia che supera i confini di diversi generi cinematografici. Il film sbandiera con orgoglio i suoi pasticci, i suo personaggi dall’ego smisurato, i suoi scandali da riviste di gossip e il suo mettere in piedi uno spettacolo frammentario mentre i Coen sbirciano al di là del mondo del cinema per far vedere l’immensa mole di lavoro necessaria per fare un film.
Lecklider spiega anche che oltre alla nostalgia e al gusto per la risata in Ave, Cesare! c’è un’importante analisi di un momento della storia di Hollywood in cui c’erano due importanti questioni: quelle legate al comunismo e all’omosessualità. Essere gay o essere comunista non andava per niente bene nella Hollywood di quegli anni, ma il film prende in considerazione entrambe le cose: lo si capisce bene guardandolo, ma spiegarlo prima rovinerebbe parte della trama.
Un altro critico a cui il film è piaciuto molto è Richard Brody, l’esperto di cinema del New Yorker: secondo lui il film è “meraviglioso” e i Coen sono stati bravissimi a girare le loro scene in modo frizzante e artistico, con una “spontanea autorità” che lui paragona a quella della musica jazz. Brody scrive che il merito del film sta nell’aver saputo rappresentare – criticandola e ammirandola – “la grandezza della mitologia di Hollywood”. Justing Chang di Variety ha invece sintetizzato un’idea che condivide con altri critici: secondo lui il film non parla solo di cosa è stato il cinema del passato, ma arriva addirittura in una “dimensione più meditativa” in cui ci si chiede “se la vita è una fabbrica di sogni“. Secondo Joshua Rothkops di Time Out New York il film è “tanto raro quanto un unicorno” perché è una commedia estremamente lucida, educata e sottilmente surreale, come è difficile trovarne.
Tra i critici a cui Ave, Cesare! è piaciuto così-così c’è Manohla Dargis del New York Times, che ha scritto che il film è una “tipica commedia smaliziata, non centrata e ancora una volta interessata agli ingranaggi che fanno girare il business del cinema.”. Secondo Dargis, “come al solito quando si tratta dei Coen, ci sono più cose di quante non sembrino, comprese le dispute tra Dio e l’ideologia e tra l’arte e l’intrattenimento”. La sua opinione è però che il film stia a “metà strada tra l’essere un capolavoro e l’essere un flop”. Nell’articolo del New York Times c’è anche un’altra critica al film, che si trova anche in altre recensioni: secondo Dargis certe battute sono così tecniche e sottili che fanno ridere solo i Coen o, comunque, solo qualcuno che se ne intende di cinema e, soprattutto, del cinema di quegli anni.
Una delle recensioni più negative di Ave, Cesare! è quella del Wall Street Journal, scritta da John Anderson: il titolo dell’articolo è “Un’insalata non appetitosa“: Anderson scrive che secondo lui il film non è una dichiarazione d’amore nei confronti del cinema e di quel cinema, ma tutto il contrario.
Ave, Cesare! è una satira deprimente e al vetriolo – divertente solo a tratti – della Hollywood degli anni Cinquanta e conferma un sospetto che c’è da tempo, quello secondo il quale i fratelli Coen odiano il cinema.
Anderson parla di alcune frasi sul cinema che vengono pronunciate durante il film (in cui si dice che sia un mondo frivolo, buffo e poco soddisfacente) per dire che secondo lui i Coen la pensano proprio così. Anderson scrive quindi: «E inizi a chiederti perché sei seduto li a guardare [il loro film]».